Bonus pt2: il tentato omicidio

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Lei si voltò lentamente. Da sotto il cappuccio, i suoi occhi brillavano di rabbia mal celata. Doveva proprio averla infastidita. Si ritrovò a sorridere ancora di più.

«Senti, voglio solo finire l'inventario e tornarmene a casa. Non m'interessa conversare. Né con te, né con nessun altro. Benché fare amicizia» ammise lei.

Ren inarcò un sopracciglio. «Vai al liceo. Dovrai per forza parlare con qualcuno prima o poi.»

«Questo si chiama effetto collaterale.»

«O socializzare.»

«O perdita di tempo. I rapporti interpersonali sono così... inutili» sibilò infine.

Ren sogghignò. «Strano, credevo che per costruire un rapporto servissero due persone. E da quel che vedo hai una coda di ammiratori in attesa di un tuo autografo.»

Altra occhiataccia. «Tranquillo. Non sono interessata.»

«Non stavo parlando di me.»

Questa volta, lo sgorbio si voltò verso di lui con un'espressione annoiata.

«Ok, forse è così. Ma mi conosci così bene da dirlo con certezza?» Non riuscì a evitare una nota curiosa nella propria voce. Sapeva che in quelle quattro mura i pettegolezzi viaggiavano alla velocità della luce, eppure non si era mai soffermato a pensare che, come lui aveva saputo della sua esistenza, Alexander avrebbe potuto sentire le storie che circolavano sul suo conto. E non tutte erano vere, intendiamoci. Ma era divertente e proficuo far credere agli altri che non aveva remore nel picchiare cuccioli e rapinare vecchiette indifese.

«Ho sentito parlare di te. E capisco come ti senti, riguardo la delusione intendo.» Con sua grande sorpresa, Alexander si voltò nella sua direzione, inclinando il capo con fare pensoso. Rimase in silenzio per qualche istante, scrutandolo con estrema attenzione, finché sul suo viso non comparse l'ombra di un sorriso ironico. Chi l'avrebbe mai detto, era capace di fare quella smorfia senza rischiare una paralisi. «I teletubbies incutono più timore di te, bad boy.»

«Sì, su questo non posso darti torto» esclamò Ren con un'alzata di spalle, per poi gongolare. «Ma dimmi di più, sono curioso di sapere che idea ti sei fatta sulla mia persona.»

L'espressione di Alexander divenne di nuovo apatica. Senza esitazione, ritornò a osservare gli scaffali. «La mia idea? Penso che sia fortemente necessaria una riforma del sistema scolastico. È alienante pensare che a un individuo della tua reputazione, che non ha il minimo rispetto per quest'istituzione, venga dato il permesso di gironzolare per questi corridoi, sprecando così non solo il suo tempo, ma anche quello degli insegnanti. Vengono già sottopagati per permettere a un branco di marmocchi senza alcuna prospettiva di uscire da qui con la vacua speranza di andare al college, non hanno bisogno di uno come te. Sei una delusione su tutti i fronti. Sfrutti a tuo vantaggio una figura sociale senza averne i requisiti giusti e pensi ogni cosa ti sia dovuta. Per quel che mi riguarda, sei solo una perdita di tempo. Esattamente come questa punizione. Quindi, abbiamo finito con i convenevoli e possiamo tornare all'inventario?»

Ren ci mise qualche momento a riprendersi dal torpore che l'aveva soggiogato. «Wow. Sono senza parole...»

«Magari» la udì bofonchiare.

«... Mi sarei accontentato di lusinghe e del tuo numero di telefono, ma grazie del complimento.»

Alexander sussultò. Si girò a osservarlo e rimase sorpresa nel vederlo sorridere divertito. Certo, il suo cuore sanguinava arcobaleni e polvere di stelle nell'udire che per lei era solo "una perdita di tempo", ma era riuscito a farle perdere la pazienza, il che poteva essere considerato come un suo traguardo personale.

When the children playWhere stories live. Discover now