CAPITOLO 76 - LA FINE

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<<Niall... >>, gridai con quanto fiato avevo in gola, ma quello che ne uscì fu poco più di un verso strozzato, impastato da lacrime e terrore.

Il corpo di Niall giaceva immobile a pochi metri da me e io pensai solo che fosse morto sul colpo. La sua testa sanguinava copiosamente e il panico mi serrò lo stomaco in una morsa letale.

<<Sta' zitta, non gridare o lo ammazzo>>. La voce di Liam mi raggiunse prima che potesse farlo lui stesso, che mi afferrò di nuovo dietro la nuca, strattonandomi per i capelli. In mano brandiva ancora il coltello, quello che aveva preso in cucina. Quello del mio incubo.

<<E ammazzo pure il tuo dannato cane se non la pianti di piagnucolare>>.

<<Credevo che tu amassi gli animali, oltre che i tuoi amici>>, gli dissi, con la voce sempre più flebile, nella speranza di muoverlo a compassione nei confronti di Bacon o di Niall. Fortunatamente il mio cucciolo era rimasto chiuso fuori dal capannone, ma non la smetteva di scavare e abbaiare. Persino la sua voce risultava roca per lo sforzo di sgolarsi in mia difesa.

<<Infatti li amo, ma il tuo stupido cane non mi è mai stato particolarmente simpatico>>, rispose sprezzante, mentre con una mano mi costringeva a inginocchiarmi di fronte a lui e con l'altra armeggiava con il bottone del jeans attillato.

Non ci volle un genio per capire ciò che era intenzionato a fare e quella improvvisa consapevolezza mi fece venire il voltastomaco. Era molto peggio di ogni incubo che avessi mai fatto.

I miei polsi erano legati dietro la schiena, in una posizione innaturale e la corda ruvida iniziava a segarmi la pelle. Continuavo a lanciare occhiate furtive al corpo inerme di Niall, nella speranza di cogliere in lui almeno un segno di vita, che mi desse la speranza che ce l'avrebbe fatta. Ma tale segno non arrivò e io precipitai inesorabilmente nello sconforto e nel dolore di averlo perso, mentre tentava di salvarmi.

<<Forse perché a differenza di tutti noi, ha capito sin da subito che sei solo un viscido psicopatico>>, fu l'unica cosa che riuscii a vomitargli addosso, con l'odio negli occhi e tutta la cattiveria di cui ero capace, prima che un manrovescio in pieno viso mi colpisse con una violenza tale da farmi temere di staccarmi la testa dal collo. La guancia prese a pulsare immediatamente e il labbro già sanguinante produsse schizzi che si sparsero davanti a me.

<<Sta zitta!>>, urlò, con una voce isterica da mettere i brividi. <<Sei solo una puttana, come tutte le altre. Avrei potuto amarti, darti tutto ciò che volevi e tu lo hai gettato via, e per chi? Per quel buono a nulla che ti sta solo usando>>.

<<Ti sbagli. Harry mi ama>>. Non potei fare a meno di dirlo. La sua risata sguaiata mi ferì peggio dello schiaffo appena ricevuto.

<<Amarti? Povera illusa. Harry non ama nessuno se non se stesso e con te se la sta solo spassando, come ha fatto con tutte le altre prima di te. Come ha fatto con Susan>>. La sua voce assunse un tono amaro quando scivolò sul quel nome.

Capii che da quella Susan era scaturito tutto l'inferno che si portava dentro e che aveva catturato l'adolescenza di Liam, insieme ai suoi sogni e alle sue speranze di un futuro con lei.

Provai pena per lui. Pena perché se ne era ammalato e quella malattia, come un cancro, giorno dopo giorno, aveva infettato la sua anima, avvelenandola.

<<Non siamo tutte uguali e io non sono Susan. Non ti ho mai ingannato Liam, ne tanto meno illuso che tra noi potesse esserci qualcosa. Ho amato Harry dal primo momento che l'ho visto e lo stesso è successo a lui. Non abbiamo mai voluto farti del male>>. Era un tentativo disperato il mio, ma pregai Dio che le mie parole sincere e compassionevoli lo convincessero che nessuno tramava alle sue spalle per ferirlo. Aveva solo scelto la donna sbagliata, di nuovo.

<<Sei una stupida se pensi di psicanalizzarmi e di convincermi delle stronzate che dici. Adesso basta, mi prendo ciò che mi spetta dalla vita e da Harry, come risarcimento danni. Ora da brava, apri la tua bella boccuccia e prendimelo in bocca, sono sicuro che fai dei lavoretti coi fiocchi al mio amico e voglio provare anch'io la specialità della casa>>. Le sue parole sporche mi davano la nausea e quando Liam si prese in mano l'erezione e la avvicinò alla mia bocca, capii che per me era arrivata la fine. Stavo per essere violentata da uno psicopatico e non c'era via di fuga per me.

<<Sai, anche la mia Susan lavorava bene di bocca, solo che ha fatto un pompino di troppo. Harry me l'ha portata via quando lei era tutto ciò che avevo. A lui non bastavano le decine di donne che si scopava. Ha dovuto prendere anche la mia>>.

Quelle parole mi diedero il colpo di grazia. Non ero sicura di quanta verità si celasse dietro ad esse, perché Liam era chiaramente una persona disturbata, ma qualcosa mi diceva che non erano del tutto infondate. Tutti gli avvertimenti di Liam in quei mesi erano il frutto delle sue attenzioni malate nei miei confronti, ma anche la speranza di non vedermi finire come la sua Susan. E io ci ero dentro fino al collo ormai.

Qualcosa si mosse alle spalle di Liam, proprio mentre ormai la sua erezione mi sfiorava le labbra, ma lui era troppo concentrato per accorgersene. Bacon sbucò fuori da una fessura microscopica del terreno, a ridosso della parete del capannone e si avventò su un polpaccio di Liam, che lanciò un urlo di dolore e imprecò, rosso in volto per la rabbia.

Fu a quel punto che colpì il mio cucciolo con un calcio in pieno addome, sbattendolo contro un cumulo di attrezzi.

Io mi sentii morire. La mia gola già in fiamme esalò un ultimo disperato urlo, che si unì al lamento sommesso di Bacon, il cui corpo atterrò con un tonfo sordo. La sua testolina si sollevò appena per guardarmi, come a chiedermi scusa per non essere riuscito a fare di più e io sentii il mio cuore che si sbriciolava in mille pezzettini.

Rivolsi al bastardo che avevo di fronte tutto l'odio e il disprezzo di cui ero capace e gli urlai che era un mostro e che mi faceva schifo.

Lui rimase spiazzato in un primo momento, ma poi mi colpì di nuovo in pieno viso, così forte da farmi lacrimare gli occhi.

Caddi a faccia avanti sul pavimento e non potendomi aiutare con le mani fui capace solo di girare il viso per evitare di fracassarmi il naso.

Era la fine, per tutti noi. Niall, Bacon. Il mio ultimo pensiero volò a loro, vittime innocenti della follia di Liam.

Chiusi gli occhi per il dolore e vidi nero. Ero stremata e dolorante, troppo stanca per continuare a lottare.

Era la fine e io mi arresi.

Poachers || H.S. Where stories live. Discover now