CAPITOLO 62 - DI DOMAN NON C'È CERTEZZA

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Quant'è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
(Cit. Il trionfo di Bacco e Arianna, Lorenzo de' Medici)

La vita è strana.

A volte, come una vettura lanciata a notevole velocità prosegue diritta, spedita verso la felicità. L'amore che vi gravita intorno non fa che rendere lieta la sua corsa verso tale meta, facendoti credere, o quanto meno auspicare, che niente potrà arrestarla, una volta raggiunta. Trascorri le tue giornate con la totale inconsapevolezza di quello che ti accade intorno, come se quelle stesse giornate in realtà, non appartenessero alla tua vita, ma a quella di qualcun altro. A volte però quella stessa vita intraprende sentieri tortuosi, sconnessi, persino intollerabili, e tutto senza il minimo preavviso. Un giorno accade qualcosa; qualcosa di tremendo, di devastante, e capisci che la vita che ti sei fatto fuggire via era proprio la tua, e che mai più ritornerà.

Erano trascorse due settimane dall'incidente stradale che aveva quasi strappato la vita a mio fratello.

Due settimane in cui non mi era stato possibile distinguere la notte dal giorno, la fame dalla stanchezza, la tristezza dal dolore.

Jason era ancora in coma, ricoverato presso la Terapia Intensiva dell'ospedale dove lavoravo. La stessa Terapia Intensiva che aveva visto nascere l'amore tra Harry e me, era ora protagonista dei giorni più bui della mia esistenza.

<<Dovete parlargli, accarezzarlo, fargli sentire che ci siete. E non perdere mai le speranze>>. Così ci continuavano a ripetere i medici, gli stessi coi quali collaboravo da due anni per via del mio lavoro.

E così ogni santo giorno, da due settimane, prima di prendere servizio e immediatamente dopo averlo concluso mi sedevo sulla sedia accanto al letto di Jason. Non ricordavo nemmeno l'ultima volta che avevo fatto un pasto decente o una doccia come si deve.

I miei colleghi, della Dialisi e della Terapia Intensiva, si prodigarono in maniera impagabile, procurandomi panini e dolciumi vari e offrendomi il loro sostegno e aiuto.

Edward era corso in ospedale la notte stessa dell'incidente, avvisato dalla nostra caposala e mi aveva stretta in un abbraccio che mai più avrei dimenticato. Passò in reparto ogni giorno, anche quando io non ero presente, per informarsi sulle condizioni di Jason. Di quello che era successo tra noi non ne parlammo più. Lui cambiò reparto a tutti gli effetti ma la distanza fisica tra noi fu attutita dalla vicinanza forzata insita nello stato comatoso di mio fratello.

Tuttavia non riuscivo a preoccuparmi anche di quell'aspetto. In quel momento ciò che riusciva a darmi mi era più che sufficiente. Al resto avrei pensato in un secondo momento.

Ma chi mi preoccupava era un'altra persona: la mamma era in preda alla disperazione.

Fingeva di essere forte in mia presenza, ma dentro so che stava morendo e io non sapevo come alleviarle tutto quel dolore. Se avessi potuto me lo sarei sobbarcato tutto io, sulle mie spalle, per lasciarla libera di vivere un'esistenza quanto meno serena.

Dopo la morte di mio padre, mia madre non era stata più la stessa e ora, quello che era successo a Jason, rischiava di farla crollare del tutto.

<<Avanti, rompiscatole... che vuoi che ti legga stasera? Ok, va bene... ti leggerò di nuovo Romeo e Giulietta... >>. Parlavo con mio fratello, come se lui potesse davvero ascoltarmi.

Ogni giorno gli leggevo qualcosa. Poteva essere un fumetto a cui lui era particolarmente affezionato, o uno dei libri di papà, come quello che reggevo in mano quella sera.

La sera del suo risveglio.

<<GIULIETTA
   È solo il tuo nome che m'è nemico, e tu sei te stesso anche senza chiamarti Montecchi. Cos'è Montecchi? Non è una mano, un piede, un braccio, un volto, o qualunque parte di un uomo. Prendi un altro nome! Cos'è un nome? Ciò che chiamiamo rosa, con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo, così Romeo, se non si chiamasse più Romeo, conserverebbe quella cara perfezione che possiede anche senza quel nome. Romeo, getta via il tuo nome, e al suo posto, che non è parte di te, prendi tutta me stessa.

Poachers || H.S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora