CAPITOLO 65 - COME PER MAGIA

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<<Non so se me la sento di venire a casa tua>>, dissi a Harry, una volta risaliti in macchina.

Era la verità.

Nonostante desiderassi passare la notte con lui ero ancora terribilmente angosciata per quello che era successo l'ultima volta con Liam. Quel ragazzo non mi piaceva. C'era qualcosa di selvaggio nel suo sguardo, qualcosa che mi incuteva timore. La sua ultima reazione era stata da dir poco bizzarra e contraddittoria. Con voce melliflua e sdolcinata aveva tentato di convincermi che per me provasse solo amicizia, ma la rabbia inespressa celata nei sui occhi diceva ben altro.

Harry passò i successivi venti minuti a spiegarmi che aveva chiarito la situazione con il suo amico durante il loro ultimo viaggio in Africa, e che questi, alla fine, ci aveva porto le sue scuse. Mi disse che il suo intento era stato solo quello di proteggermi da una eventuale sofferenza futura, visti i pregressi comportamenti che Harry aveva sempre avuto con il gentil sesso, prima di conoscermi.

Non fui sicura che quella fosse la pura verità. C'era qualcosa che non mi tornava, ma Harry sembrava esserne convinto. Sperai solo che le mie sensazioni si rivelassero errate e che quindi avesse regione lui.

Quando entrammo nel salone della baita, era ormai notte. I ragazzi dormivano presumibilmente, e la grande casa era avvolta nel buio e nel silenzio.

Quando ci sdraiammo a letto mi sentii improvvisamente nervosa. Mi dolevano i muscoli e non riuscivo a rilassarmi. Il sonno, che normalmente a quell'ora sopraggiungeva, sembrava essersi dileguato. Non era esattamente in quel modo che avevo immaginato la prima notte con Harry dopo più di un mese di separazione forzata.

<<Che hai?>>, mi chiese lui, accorgendosi della mia irritazione e accostandosi a me.

<<Niente. Sono solo un po' nervosa. Non riesco a dormire>>.

<<Vorresti già dormire?>>, mi domandò, avvicinandosi ancora, fino ad incollare il suo corpo al mio. Iniziò a baciarmi, partendo dalle fronte, per passare poi al naso e alle guance. Quando si avvicinò alle mie labbra mi scansai.

<<Scusami>>, gli dissi infilando il viso nella piega del suo collo.

<<Vuoi dirmi che hai? È ancora per la storia di Liam?>>.

Feci segno di si con la testa, e poi ripresi a parlare. <<Quel ragazzo non mi piace. So che è il tuo migliore amico ma non sono tranquilla con lui in casa. Non sono tranquilla a stare sola con lui e neanche a saperti così disposto a prendere le sue parti>>.

<<Tu di queste cose non devi preoccuparti. Devi solo fidarti di me, ok? Non avrai necessità di rimanere sola con lui se questo ti infastidisce e per quanto mi riguarda il suo atteggiamento nei tuoi confronti è solo rivalità maschile, niente di più, ma gli sta già passando. Lo conosco da una vita e ti posso assicurare che è innocuo>>.

Forse aveva ragione. Dovevo smetterla di tormentarmi per quella storia e godermi i giorni a mia disposizione con Harry, prima che partisse di nuovo.

A quel pensiero mi tornò in mente quanto mi fosse mancato e quanto avessi desiderato trovarmi di nuovo in un letto abbracciata a lui, mentre ero triste e sola in quello di camera mia.

Ripensai a quando, dopo quella lunga telefonata, mi toccai, immaginando che fossero le sue mani a farlo. Mi ricordai solo allora che avevo desiderato con tutta me stessa che arrivasse presto il momento per poterglielo raccontare, così da poter leggere di nuovo il desiderio nei suoi occhi.

Mi avvicinai al suo viso e iniziai a baciarlo. Le mie dita si intrufolarono tra i suoi capelli e, ai piccoli strattoni che diedi, seguirono i suoi gemiti sommessi. Avvicinai il mio bacino al suo, strusciandomi alla sua erezione già turgida.

Poachers || H.S. Where stories live. Discover now