CAPITOLO 60 - UNA GIORNATA INIZIATA MALE...

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<<Allora Chrys, hai saputo la novità?>>, mi chiese Vivienne distrattamente, passandomi delle bottiglie di disinfettante da riporre.

<<No, che novità?>>, chiesi laconica. Non mi interessavano affatto i suoi scoop.

L'ambiente ospedaliero è come un piccolo paese, di quelli in cui tutti i suoi "abitanti" si conoscono, seppure di vista, e in cui il gossip è all'ordine del giorno. E come in ogni buon paese che si rispetti non mancano le pettegole; proprio per quello non prestavo mai particolare attenzione alle notizie bomba che spesso lanciavano Vivienne o qualche altra mia collega. I pettegolezzi non avevano mai attirato la mia attenzione.

<<Come, non lo sai?>>, mi rispose lei, spalancando i suoi occhioni. La sua espressione, da fintamente distratta, era diventata repentinamente super eccitata.

Io allargai le braccia, con i palmi rivolti verso l'alto, come a sottolineare il concetto che non avevo la minima idea di ciò che stesse dicendo.

<<Edward ha chiesto il trasferimento in un altro reparto!>>.

Eccola, la bomba.

Quella notizia esplose dal cannone che era la boccaccia di Vivienne e mi colpì in pieno petto, atterrandomi.

Incapace di formulare una sola frase di senso compiuto, rimasi a fissarla, spalancando e poi richiudendo la bocca, senza trovare parole da dire.

<<Credevo foste amici! Possibile che tu non ne sapessi niente?>>, continuò lei infierendo, avida di informazioni, peggio di un avvoltoio che strazia la sua carcassa.

Quando fui in grado di parlare di nuovo, la mia voce fu poco più che un sussurro. <<Quando ha fatto domanda di trasferimento?>>.

<<Lunedì pomeriggio. È tornato qui subito dopo aver staccato ed è andato dritto nella stanza della caposala. Ci è rimasto chiuso per ben quaranta minuti e alla fine... >>.

<<Alla fine?>>. Lo chiesi anche se sapevo già qual'era l'epilogo.

<<L'ho incontrato per caso, vicino gli ascensori e... non che non fossi già entrata in quella stanza con una scusa qualsiasi... avevo già capito tutto... ma comunque gliel'ho chiesto per conferma e lui ha ammesso che... beh, si era stancato di questo reparto e voleva cambiare. Dopo sette anni di Dialisi è comprensibile, no?>>.

<<Da quando sarà effettivo il trasferimento?>>. Ignorai completamente le sue inutili ciarle, andando al sodo.

<<Da lunedì>>. E detto questo sparì, con un sorriso soddisfatto sulle labbra e l'espressione di chi ha appena vinto la lotteria.

Già, perché la mia reazione, unitamente al fatto che ero palesemente all'oscuro di tutto, le avevano appena fornito un altro ghiotto pettegolezzo.

Edward aveva chiesto il trasferimento il lunedì pomeriggio, esattamente dopo la nostra litigata nei corridoi dell'ospedale, dopo aver scoperto l'esistenza di Harry nella mia vita.

"... non oso immaginare cosa significhi lavorare al tuo fianco ed esserti amico per ben due anni senza poterti toccare, ne stringere, ne tanto meno baciare... io sarei già impazzito. Credo che avrei cambiato reparto, pur di starti lontano... "

Harry iniziava a farmi paura. Cos'era, una specie di veggente?

In quel momento compresi anche il motivo per cui Edward quel giorno non si fosse presentato al lavoro, dicendosi malato. Certo, era facile intuire quanto potesse costargli guardarmi in faccia dopo aver chiesto il trasferimento, senza nemmeno parlarmene, ma cosa avrebbe fatto per il resto della settimana? Avrebbe proseguito nella sua finta malattia fino al lunedì successivo, pur di non incontrarmi?

Poachers || H.S. Where stories live. Discover now