CAPITOLO 57 - MAGONE

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Quando rientrai in camera di Harry dopo la doccia, lui era già a letto, mezzo addormentato, a fare pigramente zapping in tv.

Invidiai la sua calma serafica. Io ero un fascio di nervi tesi e, invece di raggiungerlo a letto, continuavo a camminare avanti e indietro, mangiucchiandomi le unghie.

<<Perché non sei andato a parlarci?>>, gli domandai in preda all'ansia e innervosita dalla sua indifferenza nei confronti di ciò che era successo poco prima.

<<Con chi?>>, mi chiese, senza distogliere gli occhi assonnati dal televisore.

Stizzita mi avvicinai alla sua parte del letto e gli strappai il telecomando di mano per spegnere quel dannato aggeggio.

<<Hey! Ma che modi? Ridammelo!>>, si lamentò lui sollevandosi sui palmi delle mani.

Finalmente avevo catturato la sua attenzione.

<<No. Prima parleremo di quello che è successo di sotto>>.

Harry sbuffò sonoramente e si mise a sedere, poggiando la schiena alla spalliera del letto e incrociando le braccia. <<Non c'è niente da dire a riguardo>>.

<<A no? Ne sei sicuro?>>. A quelle parole mi guardò come se improvvisamente mi fosse spuntato un terzo occhio. <<Cos'è che non mi dici, Harry?>>, proseguii, sedendomi accanto a lui.

<<Non c'è niente che io ti debba dire e non andrò a parlare con lui. Fine della storia, e ora se non ti dispiace... >>.

<<Sentimi bene. Forse potrò sembrarti ingenua, e ammetto che su determinate cose lo sono davvero, ma di certo non sono stupida. Ho notato la rivalità che c'è tra te e Liam dal primo momento che ho messo piede in questa casa e la cosa non mi piace. Mi fa sentire come se fossi un trofeo da vincere, come se steste facendo una gara a chi piscia più lontano o a chi mi conquisterà per primo... mi sbaglio?>>.

Harry prese alcuni secondi prima di rispondere, come se stesse valutando attentamente le mie parole.

<<Sì, ti sbagli>>, disse infine. Poi distolse lo sguardo, mordicchiandosi le labbra.

Non sapevo che altro dire. Non mi aveva affatto convinta ma non sapevo proprio come abbattere il muro che aveva appena eretto intorno al suo ostinato mutismo. Continuai solo a fissarlo e quando stetti per mollare l'impresa di scucirgli di bocca qualcos'altro Harry parlò di nuovo.

<<Abbiamo avuto dei... problemi, in passato. Problemi di donne, diciamo così. Ma tu non c'entri niente, d'accordo? Non c'è nessuna gara e non sei un fottuto trofeo da vincere. Tu non sei mai stata sua... io non ti ho rubata a nessuno e lui questo lo sa, per cui non andrò a parlare con lui>>.

Lo sapevo che avevo ragione. Sapevo che c'era qualcosa sotto.

<<Che genere di problemi?>>.

<<Non mi va di parlarne ora. È una storia lunga e non ne vado fiero, ma posso assicurarti che niente di quello che è successo tra noi ha a che fare con te, e adesso se non ti dispiace vorrei dormire>>.

Fine. Le ultime parole di Harry prima di spegnere il televisore misero la parola fine alla discussione ed io lo conoscevo quel poco che bastava per capire che non era il caso di continuare ad insistere.

Feci il giro del letto, impostai la sveglia sul telefono e mi sdraiai al suo fianco, voltandogli le spalle. Harry si avvicinò immediatamente, avvolgendomi la vita con un braccio e baciandomi i capelli.

<<Un giorno te lo racconterò, promesso. Ma non ora, ok?>>, mi sussurrò in un orecchio.

Io annuii con il capo e poi mi voltai per guardarlo negli occhi alla debole luce della luna che penetrava attraverso le imposte.

Poachers || H.S. Where stories live. Discover now