CAPITOLO 2 - IL FOLDEN'S HOSPITAL

6.2K 222 39
                                    

<<Ciao Mickey, ci vediamo stasera!>>.

<<Ok Christine, buon lavoro e... non ti stancare troppo!>>.

<<Figurati>>, dissi a voce talmente bassa mentre uscivo di casa che la mia coinquilina di certo non mi avrebbe sentito.

Un altro giorno era iniziato, e un altro giorno sarebbe finito esattamente allo stesso modo di tutti gli altri. Cosa sarebbe mai potuto succedere di eccitante a Folden?

La cittadina che ha visto i miei natali e dove avevo sempre vissuto è un piccolo borgo a 60 km da Londra. Quando ero piccola, con i miei genitori e mio fratello Jason viaggiavamo molto.

Mio padre aveva un lavoro redditizio e questo ci permetteva uno stile di vita agiato. Dal giorno della sua morte però per noi cambiò ogni cosa e tutto quello che ne è conseguito sono stati solo enormi sacrifici da parte di tutti noi.

Così dall'età di 15 anni non ero più uscita da Folden. Vivevo in affitto in un piccolo appartamento che condividevo con la mia amica Michelle e Bacon, il mio jack russel di 2 anni, mentre mia madre e Jason erano rimasti nella nostra vecchia casa, non distante della mia.

Avevo lavorato duramente, arrangiandomi come cameriera per pagarmi la Queen Mary University of London e non avevo avuto più ne tempo ne soldi per continuare a viaggiare.

Salita sul mio bolide, che aveva ahimè raggiunto i 150 mila km, come d'abitudine accesi la radio...

I'VE GOT A FIRE FOR A HEART
I'M NOT SCARED OF THE DARK
YOU'RE NEVER SEEN IT LOOK SO EASY..
I GOT A RIVER FOR A SOUL
AND BABY YOU'RE A BOAT
BABY YOU'RE MY ONLY REASON..

Le note degli One Direction mi accompagnarono al lavoro come ogni giorno. Avrei dato un occhio della testa per conoscerli di persona.

Arrivata in ospedale non trovai libero il posto dove solitamente parcheggiavo. <<Maledizione! Non deve essere la mia giornata fortunata>>, imprecai ad alta voce, mentre cercavo disperatamente un posto per quella dannata macchina. Accidenti, non potevo mica ingoiarla!
Guardai l'ora, era tardissimo cavolo. E poi finalmente lo trovai. Era lontano da dove parcheggiavo di solito, ma vista l'ora non era il caso di fare tanto la difficile.

Iniziai a correre per recarmi più in fretta che potevo agli spogliatoi per indossare la divisa e poi di nuovo di corsa per raggiungere il mio reparto.

Passai il badge nel lettore allo scoccare delle 16.30. Giusto in tempo.

Accaldata e rossa in volto varcai la soglia dell'Emodialisi.

<<Chrys ciao!>>, mi salutò Edward, il mio collega nonché migliore amico, con un cipiglio divertito sul volto, notando evidentemente la corsa immane che avevo fatto per arrivare in tempo.

<<Ciao Ed>>, risposi col fiatone. <<Ma che è successo oggi in ospedale? Sembra che tutta Folden sia qui, nel nostro parcheggio!>>.

<<Mmm...non saprei...sai io vengo in moto>>, disse lui con aria canzonatoria.

<<Già, che ne sai tu di traffico e problemi di parcheggio?!>>, gli risposi sarcastica alzando gli occhi al cielo.

<<E allora quando ti deciderai ad accettare un passaggio dal sottoscritto?>>, continuò lui con quel suo sorriso sghembo che adoravo.

<<No, grazie. Preferisco arrivare tutta intera. Sai, mi servono ancora braccia e gambe per lavorare>>.

Scoppiammo a ridere entrambi come due idioti. Per carità, sarebbe stato comodo venire in moto ogni giorno ma purtroppo avevo una paura terribile di quei dannati aggeggi a due ruote.

E poi non volevo alimentare false speranze in Edward. Aveva una cotta per me sin dal primo giorno di lavoro, ma purtroppo io non ho mai ricambiato i suoi sentimenti.

<<Comunque sei bellissima... >>, mi sussurrò con la sua solita faccia da schiaffi prima di iniziare a lavorare, distogliendomi così dai miei pensieri. Una giornata come le altre stava per cominciare e io mi unii ai miei colleghi per darvi inizio.

Poachers || H.S. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora