CAPITOLO 64 - PERFECT

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Quando salimmo in macchina e allacciammo le cinture Harry tornò serio.

<<Sei pronta per il dopo cena?>>, mi chiese, poggiandomi due dita sotto il mento e sfiorando appena le mie labbra con le sue.

<<Non è finita la serata?>>.

<<A dire il vero è appena cominciata>>.

Quando raggiungemmo la riva del lago la luna era alta nel cielo e le stelle le brillavano intorno, mostrandosi in tutta la loro bellezza. Mi venne in mente la nostra prima serata da soli, sulla terrazza della baita, quando Harry mi portò a vedere le stelle cadenti. Sembrava incredibile che fosse già passato più di un mese da quel giorno, perché il ricordo di quella sera era ancora vivido dentro di me.

Per essere fine marzo era una serata insolitamente calda. Harry sistemò una trapunta sulla sabbia e una sulle mie spalle, per ripararmi dall'umidità del lago, ma io la rifiutai. Il mio sole era lui, non avevo bisogno di altro calore sul mio corpo.

Quando ci sedemmo sul plaid e ci togliemmo le scarpe, Harry mi sollevò di peso, adagiandomi a cavalcioni su di lui, in modo che fossimo uno di fronte all'altra.

Era nervoso.

Lo intuivo da come si inumidiva in continuazione le labbra e dal fatto che non riuscisse a sostenere il mio sguardo.

<<Senti Christine. Devo dirti una cosa>>. Il mio cuore restò in attesa, come se dalle parole che avrei ascoltato di lì a poco fosse dipesa la sua decisione di continuare a battere o meno.

Io lo incitai a continuare, con un segno della testa.

<<Il mio è un lavoro particolare, ma questo tu lo sai già. Ciò che non sai però è che è anche pericoloso. Molti nostri colleghi non hanno fatto più ritorno alle loro famiglie. Sarò costretto a viaggiare molto, per tutta la vita. Infatti sono tornato oggi ma so già che tra poche settimane dovrò partire di nuovo>>.

<<Ok>>, dissi semplicemente, per incitarlo a continuare.

<<Ecco, quello che voglio dirti è che tu meriti di più. Meriti qualcuno che ti stia vicino sempre, ogni istante, di ogni giorno. E io questo non posso farlo. Non potrò mai farlo. Prendi quello che è successo a tuo fratello, in mia assenza. Avresti avuto bisogno del sostegno del tuo ragazzo in quel momento, ma io non c'ero. Ero lontano da te>>.

Ma che discorso era? Mi stava forse lasciando? << A me non importa, io ti voglio comunque!>>.

<<Non capisci? Ti sto dicendo che meriti di più! Chi ti proteggerà quando io sarò via di nuovo? Come farai se avrai bisogno d'aiuto?>>.

<<Harry ma che stai dicendo? Perché ti preoccupi di questo ora? Vuoi forse lasciarmi?>>. Ero sconvolta. Mi ero alzata in piedi di scatto e avevo urlato quelle parole, tra le lacrime. Perché mi stava dicendo quelle cose? Mi sembrava che stesse andando tutto bene fra noi...

<<Io lasciarti? Ma che dici... casomai è il contrario. Io non ti lascerei per niente al mondo ma sono convinto che prima o poi lo fari tu>>. Harry si era alzato anche lui, e mi cingeva i polsi con le sue mani, scuotendoli, mentre parlava.

<<E perché mai dovrei lasciarti? Io... >>. "Io ti amo".

<<Perché sono sicuro che prima o poi ti stancherai di questa vita. Ti stancherai di stare sempre sola ad aspettarmi>>. Se non avessi visto in quel momento gli occhi di Harry, avrei giurato che mi stesse mentendo, che mi stesse prendendo in giro per liberarsi di me. Ma i suoi occhi dicevano esattamente l'opposto perché stavano piangendo.

Poachers || H.S. Where stories live. Discover now