CAPITOLO 34 - NOTTE INSONNE

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<<Che cazzo ci fai tu qui? Non lo vedi che ci stavamo divertendo?>>.

<<Che cazzo stai facendo tu. Sei impazzito?>>.

<<Perché, che problemi hai, amico?>>. Il disprezzo che trapelò dalla voce di Liam nel pronunciare l'ultima parola mi fece accapponare la pelle.

<<Sei tu, il problema>>.

<<I problemi li avrai tu, se non te ne vai subito>>, gli rispose Liam con disprezzo.

<<Perché, che vuoi fare? Che ti è saltato in mente?>>.

Ma Liam con una velocità impressionante si allontanò da lui, aprì un cassetto e ne estrasse un enorme coltello da macellaio. <<Vediamo se fai ancora il gradasso, ora>>.

Non potevo credere a ciò che avevo di fronte. Era una scena a dir poco surreale. Fino a poche ore prima eravamo tutti insieme a ridere e a scherzare come ragazzini...

Non riuscivo a parlare ne a muovermi. Le mie gambe erano inchiodate al pavimento.
Ma Harry non indietreggiò. Io avrei voluto urlargli di andarsene, di scappare, ma le corde vocali erano come scollegate con il cervello.

E poi accadde.

Liam si avventò su Harry e gli piantò il coltello dritto nell'addome.

<<Noooooo... >>, gridai e mi accovacciai accanto al suo corpo, che era crollato sul pavimento. Dalla ferita iniziò a sgorgare un mare di sangue. Mi tolsi la maglietta e tentai di tamponare la ferita come meglio potevo e di sollevargli la testa. Era già pallido come un cencio.

<<Respira Harry, respira. Stai calmo, vedrai che non è niente>>. Ma Harry non si muoveva più.

Guardai Liam con tutto il disprezzo che ero in grado di provare. <<Sei un bastardo!>> gli urlai contro, piangendo disperata. Lui rideva, divertito. Le mani ancora insanguinate reggevano il coltello gocciolante.

Il corpo di Harry si rilassò tra le mie braccia e infine lui chiuse gli occhi.

<<No, Harry ti prego, non lasciarmi... ti scongiuro rimani con me... non te ne andare... non chiudere gli occhi... Harryyyy...>>.

<<Christine... Christine...  >>.

Una voce mi stava chiamando ma io non volevo voltarmi. Non volevo lasciare il volto di Harry neanche per un secondo. Ma la voce continuava a chiamarmi e due mani mi strattonarono le spalle.

<<Christine... svegliati>>.

O mio Dio.

<<Christine, sono io, sono Harry, svegliati, ti prego>>.

<<Harry?>>. Non capivo. Un attimo prima era morto, tra le mie braccia e ora era di fronte a me.

<<Stavi solo sognando, Chrys. Ti prego, svegliati>>.

Finalmente compresi. Era un incubo. Un orrendo, terribile incubo.

Mi sollevai di scatto dalla posizione supina e crollai tra le sue braccia, stringendolo più forte che potevo. Un fiume di lacrime sgorgò dai miei occhi.

<<Shhhh... calma, è tutto finito. È stato solo un brutto sogno>>.

Ma io non mi calmavo. Gli occhi perfidi di Liam ancora impressi nella mente. I suoi baci viscidi sul collo, le sue sporche mani su di me, il puzzo di birra, tutto quel sangue e il corpo inerme di Harry tra le mie braccia.

Non riuscivo proprio a calmarmi e a smettere di piangere.

Poi mi sentii sollevare. Harry mi aveva presa in braccio e stava salendo le scale, ma ero ancora così sconvolta che non riuscii neanche a chiedergli dove mi stesse portando. Quando entrammo in camera sua lo capii.

Mi adagiò con cura sul suo letto. Poi si sdraiò accanto a me e tirò su le coperte. Mi abbracciò stretta stretta, tremavo come una foglia al vento gelido dell'inverno. Il mio viso finì nell'incavo del suo collo, mentre lui mi accarezzava il capelli e mi baciava la fronte con dolcezza. Prese ad oscillare lentamente, come per cullarmi.

Dopo un tempo che mi parve infinito sentii il mio corpo rilassarsi, tornare a respirare normalmente e riuscii finalmente a smettere di piangere.

<<Va meglio?>>, mi chiese Harry staccandosi leggermente da me per guardarmi negli occhi.

<<Si, grazie>>.

<<Che cosa stavi sognando?>>. La sua voce era calma, ma lasciava comunque trapelare la preoccupazione che lo attanagliava.

Scossi la testa, senza proferire parola, ma lui insistette. Così mi decisi a parlare.

<<È stato orribile>>. Non avrei voluto raccontare niente. Avrebbe significato rivivere quell'incubo e io non ero ancora del tutto tranquilla.

<<Te la senti di dirmi cosa stavi sognando?>>. No, avrei voluto rispondergli.

Sospirai. Meritava una spiegazione, dopo tutto.

Così mi feci coraggio e iniziai a parlare.

Poachers || H.S. Where stories live. Discover now