6.2. Porcorosa Fluffoloso

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Almeno finché non si allontanò da lei con un sospiro teatrale.

«Oh, beh. Non importa. Dopotutto sei tu che continui a darti la zappa sui piedi da sola» concluse.

Nell'udire quella frase, Alex perse l'ultimo rimasuglio di sentimento che le era rimasto. Si liberò dalla mantella dopo qualche goffo tentativo, ingarbugliandosi più volte in essa, e si voltò definitivamente. Con fatica si mise a sedere, osservando di sottecchi l'amica che gongolava di nuovo sul tappeto.

«Dipende da che cosa intendi» osservò Alex con tono scettico.

Nello scorgere il suo sguardo di ghiaccio, il sorriso di Emily si spense. «Perché?»

Alex sbuffò. «So che non ti stai riferendo al cibo. Prima eri una valle di lacrime e ora sembri... euforica!» Il suo sguardo si assottigliò. Dopo una pausa, una smorfia di disgusto le comparve in viso. «Che vi siete detti?»

Emily aprì la bocca, ma la richiuse prontamente prima di pentirsi delle parole che fortunatamente le rimasero incastrate in gola. Alzò le mani davanti a sé a mo' di scudo. «Nulla, te lo garantisco!»

Alex la esaminò per qualche momento, per poi spalancare la bocca, completamente spiazzata.

«Tu...» mormorò, puntando il dito contro l'amica. «Tu ti stai facendo i filmini, non è così?»

«Certo che no!» si difese Emily, nonostante il lieve rossore che incominciava a espandersi sulle sue guance paffute.

«Filmini?» chiese confuso Keiran, in sincrono con la risposta di Emily.

Alex sospirò, passandosi le mani sul viso per poi agganciarle dietro il collo. «Ogni volta che qualche ragazzo mi rivolge la parola... o solamente mi lancia un'occhiata, Emily tira fuori la regista che è in lei» spiegò. «In meno di dieci minuti ti sa dire quanti anni, mesi o giorni passeranno prima della dichiarazione; il tipo di casa in cui andremo a convivere; il nome, tipo e quantità degli animali domestici; il tipo di ristorante dove avverrà la proposta; il giorno del matrimonio con annesso il menù, la lista degli invitati, la meta del viaggio di nozze; la vita coniugale e quanti figli...»

«Ai figli devo ancora arrivarci» mormorò Emily, che sussultò quando Alex le scoccò un'occhiataccia colma di gelo. «Ma saranno come minimo tre. Tutti con il tuo brutto carattere.»

«E fortuna che non ti stavi facendo alcun filmino...»

«Certo che no...»

«Oh, guarda!» Alex si inclinò in avanti, osservando da vicino la fronte dell'amica come se potesse guardarci attraverso. «Vedo Ren, bardato nella sua splendente armatura, al trotto su un unicorno tra gli arcobaleni e nuvole rosa.»

Emily strinse le labbra e aggrottò la fronte, gli occhi che scrutavano il soffitto con aria pensosa. «Io me lo immaginavo in calzamaglia, a dire il vero» ammise.

Di fianco a loro, Keiran fece una smorfia disgustata. Ormai aveva rinunciato a capirci qualcosa. E forse era meglio così. Tra migliori amiche mai mettere il dito. «Bleah. Me lo sono appena immaginato nei panni di Jareth in Labyrinth» commentò.

«Dove il vero protagonista è il pacco perennemente illuminato di Bowie.» Alex storse la bocca e scosse il capo, come a cancellare l'immagine che le era apparsa in mente. «Beh, non credo che al drago importi qualcosa del rivestimento.»

Sia Emily sia Keiran la contemplarono confusi.

«E chi sarebbe il drago?» chiese il giovane.

«Io. Mi sono sempre chiesta che sapore abbia un unicorno, anche se sono quasi certa che sappia di torta. Ma è irrilevante, il cavaliere mi rovinerà la digestione.»

When the children playWhere stories live. Discover now