Capitolo 12°

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Sono nei corridoi del nostro dormitorio femminile, e non sto più nella pelle, sono contentissima perché sto per avere un appuntamento con il mio caro, e adorato David.
<<Francene....>>
Una voce a me familiare mi sorprende mentre sto per andare in camera a cambiarmi, e fa arrestare il mio passo.
Mi volto di scatto, e vedo che dietro di c'è la mia migliore amica Clare.
<<Clare........che ci fai qui ?>>
<<Come che ci faccio io qui? Tu piuttosto, dove ti eri cacciata, è tutto il pomeriggio che ti cerco senza trovarti>>
Non posso dirle la verità, e dal suo sguardo sembra molto seria, devo trovarmi qualcosa per sviarla da queste sue domande.
<<Clare......scusami se ti interrompo, ma dovrei incontrarmi con un ragazzo, e non vorrei far tardi visto che devo ancora cambiarmi....>>
Ad un tratto i suoi occhi diventano luminosi più delle stelle, e con un tono di voce alto come se urlasse dice.
<<Davvero! È lui, il ragazzo a cui pensi sempre? Posso darti una mano nello scegliere il vestito da indossare ? Ti prego, Francene, non dirmi di no>>
Io sono sorpresa dal suo modo di essere infantile, e dal suo improvviso cambiamento, da seria a gioiosa.
<<Se proprio ci tieni a saperlo,......si è lui, e.......credo davvero di avere di bisogno di un aiuto>>
Lei dopo averle detto di si, salta di gioia, quasi non riesco più a fermare la sua felicità insensata.
<<Si !!!!>>
<<Basta Clare, adesso non perdiamo tempo, se no rischierò di arrivare tardi all'appuntamento>>
Lei si blocca immediatamente come se fosse congelata e con un movimento rapido venendo verso di me e afferrandomi per la mano, comincia a correre mentre io vengo trascinata dalla sua corsa inarrestabile.
<<Non abbiamo tempo da perdere; su prendi la chiave della tua stanza, dobbiamo trovarti un abito idoneo per questo tuo appuntamento >>
La sua mano sta stritolando il mio povero polso che non fa altro che dimenarsi nell'intento di sfuggire dalla sua presa.
<<Clare, fa piano, mi fai male!!!>>
Lei risponde frettolosamente
<<Non c'è tempo per sentire dolore, dobbiamo subito cambiarti d'abito!!!>>
Detto ciò mi molla frettolosamente, e mi stappa dalle mani la chiave della mia stanza;e dopo averla aperta, senza nemmeno un secondo di pausa, mi butta dentro la stanza, lasciandomi cadere sul mio letto mentre lei mette a soqquadro  il mio armadio sparpagliando tutti i vestiti al suo interno per tutta la stanza senza nemmeno curarsi di vedere dove vanno a finire.
<<Clare......stai calma, grazie a te, abbiamo moltissimo tempo, non occorre che tu faccia tutto questo per me !>>
<<Scusami........ma che ore.........sarebbero ?>>
<<Sono esattamente le 17:30, abbiamo ancora 30 minuti a disposizione, l'appuntamento è fissato per le 18:00 in punto.>>
Un forte senso di vergogna la assale, e gli e lo si legge in volto, Clare, si era fatta piccina piccina per il gran trambusto che aveva fatto.
<<........ehm..........non mi ero resa conto dell'ora che era........scusami per la fretta che ti ho fatto,............se vuoi possiamo fare con calma, anzi, credo di aver trovato l'abito giusto: non troppo scollato, nemmeno troppo elegante e neanche troppo rozzo>>
Clare, dall'armadio ne fece uscire un bellissimo abito da sera, adatto ad una ragazza da 15 anni, che non ama i vestiti provocanti.
<<Clare......è bellissimo, sono davvero senza parole, D...... ;ops, lui lo adorerà vedendolo indosso a me ! >>
<<Ne sono sicura, ma questo tuo ragazzo di qui tanto ti ostini a non dirmi il nome, non adorerà l'abito che porterai indosso, ma bensì la ragazza che lo porterà, cioè te Francene.>>
Io un pò titubante rispondo.
<<Ne sei sicura ? Non credi che sia solamente la spalla su cui piangere, e che non mi ami come io ami lui ?>>
Lei stupita dalle mie parole ribatte.
<<Ma che vai a pensare sciocchina, lui prima o poi ti amerà come tu in questo momento ami lui, basta dargli solo un pò di tempo e poi in lui nascerà l'amore>>
Ad un tratto rivolgo il mio sguardo verso l'orologio sopra la mia scrivania e mi accorgo che sono appena le 15: 40.
<<Clare, perdonami, ma devo andare, se no farò tardi, non voglio arrivare dopo di lui!!!>>
Senza farla parlare, la spingo fuori dalla porta della stanza, e comincio a correre il più veloce che posso, senza neanche fermarmi un attimo, nemmeno per riprendere fiato.
<<Quanto sei spiritoso caro piccolo pesciolino>>
Sono quasi alla fontana, e quelle parole vengono proprio da li.
Quelle parole, quel suo modo di parlare, mi suonano familiari; decido di nascondermi dietro uno dei tanti alberi secolari che attorniano la piazza della fontana, per vedere chi fosse li in quel momento e di chi appartenesse quella voce.
Il mio cuore, alla vista di quella persona che aveva precedentemente pronunciato quelle parole, il mio cuore cominciò a bruciare, bruciare di rabbia, il mio caro David, era li proprio davanti alla mia rivale che seduta con le gambe a cavalcioni e con petto in fuori cerca di attirarlo a se, come un ragno con la sua ragnatela cerca di attirare la sua preda.
<<Mi perdoni, professoressa Miller, ma.......>>
Lei con la sua mano lo prende delicatamente per il suo morbido mento, e gli stringe le labbra formando quasi un cuoricino e gli dice.
<<Oh tesoro mio, non trattarmi così freddamente, con quel "professoressa Miller", se tanto lo desideri, puoi anche chiamarmi Hannah>>
<<Ma è da maleducati rivolgersi così ad un insegnante !!!>>
<<Piccino mio, ti fai troppi problemi in questa tua piccola e tenera testolina, su, vieni qui siediti accanto a me, e rilassati, libera la tua mente dai tanti pensieri che l'affliggono>>
Lui, a quelle parole indietreggia di un passo, ma non riesce, perché lei con i suoi artigli lo afferra e se lo getta a se, pigiando delicatamente la testa di David sul suo candido, morbido e prosperoso seno.
Io, incredula, noto il volto del mio David sprofondare in esso, e poi accorgermi che il suo volto sembra essere diventato rosso; la mia mente si riempie di domande sul suo rossore, e fra le tante domande le uniche due risposte sono: la vergogna o la perversione che in questo momento alberga nella sua mente.
<<Oh David, da quando ti ho visto quella notte quando piangevi; proprio in questo luogo, proprio in questa fontana, il mio cuore non ha fatto altro che battere per te, tu, tu hai rubato il mio cuore, tu hai fatto nascere un desiderio, il desiderio di strofinare i nostri corpi l'uno contro l'altro, in un atto di perversione, tu hai fatto nascere il desiderio di concedermi a te.>>
Lui ad un tratto comincia a dimenarsi dopo aver sentito quelle parole, parole che nessuna insegnante direbbe mai così facilmente ad un alunno
<<Professoressa.............sa che non può dire queste cose ad un alunno........>>
Lei a quelle parole lo prende e lo agita, se lo stringe al petto, le si strofina addosso, mentre lui cerca di dimenarsi ma senza riuscita.
<<Oh David, non giocare col mio amore, io ti voglio, ti desidero giorno dopo giorno, ti sogno la notte senza mai smettere, ti prego, non rifiutare il mio corpo;..................in fondo, sei tu il colpevole di tutto questo, tu, mi hai fatto desiderare il tuo corpo, e adesso lo esigo!!!>>
Non posso ancora nemmeno un secondo di più assistere a questa scena, e non posso lasciare ancora che lei faccia toccare il suo corpo formoso al mio David, tentando la sua anima, con quelle sue parole maligne.
<<David, scusami per il ritardo, ma ho avuto un contrattempo>>
Dico queste esatte parole irrompendo sulla scena facendo finta di niente; la mia rivale, vedendomi  si stacca da lui, quasi gettandolo come fosse immondizia e per abbassare la tensione creatasi in lei, si alza in piedi e si pulisce il vestito, fatto ciò rivolgendosi al mio David dice.
<<Ci si vede domani signorino Anderson>>
Fatto ciò se ne va tutta composta senza nemmeno degnarsi di rivolgermi neanche un misero sguardo.
<<F-rancene......non ti preoccupare, anzi, capiti a pennello.>>
<<Davvero? Ma cosa è successo con la tua insegnante ?>>
<<Nulla di così importante, abbiamo avuto un piccolo battibecco, anche se piuttosto animato>>
Io indicandogli il bordo della fontana dico.
<<Allora, prima di cenare, visto che è ancora presto che ne diresti di continuare a parlare del manga che stavi leggendo ?>>
<<Si, infatti è per questo che l'ho portato>>
Ci sedemmo entrambi sul bordo fontana e cominciammo a parlare, a discutere del più e del meno inserendo di tanti in tanto qualche risata di gusto, dimenticandoci di leggere il manga che lui aveva portato.



***********Nota dello scrittore************

Carissimi lettori, ci tengo molto ad informarvi che non mi è stato del tutto semplice scrivere questo capitolo, e ci tengo anche a dire che ci sono riuscito grazie all'aiuto di uno di voi follower, e ci tengo molto a ringraziare _03Erik_ che mi ha aiutato a trovare l'ispirazione per continuare.
Spero che la storia vi stia piacendo tanto che che vi intrighi molto; tengo molto a ricordarvi di farmi sapere cosa ne pensate della storia e perché no anche se secondo voi c'è qualcosa che non vada.
Vi auguro una buona lettura e un buon proseguimento di gionata.
:-)

L'amore di una yandere.Where stories live. Discover now