Capitolo 3°

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Sono appena le 4:00, mi trovo sul mio letto, non faccio altro che pensare all'incontro che ho avuto qualche ora fa.

Non riesco proprio a credere che al mondo esista qualcuno come lui, che riesca veramente ad appoggiare le idee di una ragazza come me.

<<No, non posso credergli>>

Mi alzo, e in fretta indosso degli abiti per uscire.

Mi dirigo verso il boschetto di ciliegi situato fra le mura della scuola.

<<Che hai, non credi nelle mie parole?>>

Chi è, mi giro e dietro di me c'è lui che mi guarda con i suoi occhioni azzurri.

<<Tu.........non posso credere che tu sia dalla mia parte.>>

<<E devi crederci invece, se no non mi sarei mai avvicinato ad una Serial Killer del tuo calibro.>>

<<No.....io......non sono una Serial Killer>>

<<Ah..no?,Non si direbbe visto che hai ucciso a sangue freddo quella povera.....Genette solamente perché ha avuto un appuntamento con il ragazzo che ti piace>>

Dentro di me un fuoco rode la mia anima per la rabbia, non voglio più sentirlo parlare, sono stufa di lui anche se ho accettato il suo aiuto........io......io lo voglio morto, voglio il suo sangue ai miei piedi, e la sua testa mozzata.

<<Vattene via.>>

Urlo per farlo smettere e allontanarlo da me.

Non se ne va, e ancora li immobile a fissare la luna che con il suo chiarore illumina fiocamente le tenebre della notte.

Scappo, ritorno in camera mia, non so che fare, mi sdraio sul mio letto e metto la testa sotto il cuscino.

Mi alzo di botto dal mio letto, è già mattina e sono anche in ritardo, vado in bagno, indosso la mia divisa scolastica e scappo a scuola.

Sono davanti la classe di David, la porta è aperta, e la mia rivale Erika non c'è, oggi non è venuta a scuola; sto pensando se in questo momento lei si trovi in camera sua.

Prendo il mio cellulare, e lo chiamo.

<<Ti sei calmata, e finalmente decisa ad avere il mio aiuto>>

<<Si.....non perdere tempo, dimmi dove si trova la stanza di Erika.>>

<<Bene, la sua stanza è nel tuo stesso dormitorio, ultimo piano stanza B123>>

<<Sai dirmi se lei è al suo interno ?>>

<<Si, oggi non parteciperà alle lezioni perché ha preso l'influenza.>>

Corro verso il dormitorio, e alla fine mi trovo davanti la sua porta, suono al campanello tenendo con me un coltello.

Nessuno da dentro risponde o apre.

<<Erika......so che sei dentro, su aprimi, avrei bisogno di parlarti.>>

<<Non ti conosco, non voglio parlare con una sconosciuta, vattene via.>>

<<CAZZO APRI QUESTA MALEDETTA PORTA>>

<<Vattene via o mi costringi a chiamare il preside. Chiunque tu sia, io non avrò paura di te ! >>

<<Fai come vuoi, tanto prima o poi riuscirò ad avvicinarmi a te, e li.......>>

Vado via lasciandola con l'acqua alla gola e tremante per la paura.

Poi fatto ciò, mi accorgo di avere un messaggio sul cellulare, è lui........e mi dice di incontrarlo al laboratorio di arte.

<<Sono qui, cosa devi darmi di tanto urgente?>>
Eccolo che compare da dentro la stanza con in mano un quaderno ad anelli, e me lo sta porgendo.
<<Cosa è?>>
Chiedo incuriosita.
<<È una lista, dove troverai: nome cognome classe età, foto....insomma, tutto quello che ti servirà sapere sugli altri sarà qui, è ovvio che qui scritto c'è anche il tuo nome, ma non temere, molte cose su di te sono state tagliate fuori>>
Lo prendo, e comincio a sfogliare le pagine.
<<Davvero fatto bene, mi servirà moltissimo>>
<<Più di quanto tu possa immaginare; e ora vai, torna in classe,...........e non osare più a fare ciò che hai fatto senza il mio consenso>>
E da li ognuno se ne andò per la sua strada.






L'amore di una yandere.Où les histoires vivent. Découvrez maintenant