4. Una chiacchierata tranquilla

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Quella considerazione gettò tutti nel silenzio più totale.

Emily raccolse i dadi, le mani che le tremarono leggermente per l'emozione.

«Siete i ragazzi di Mrs. Pennington?»

Tutti trattennero il fiato nell'attesa di un riscontro. Quando uscì un altro sì, si udirono vari sospiri di sollievo.

Alex sbadigliò, sistemandosi meglio la mantella sulle spalle a causa degli spifferi che provenivano dalla porta. Stava quasi rimpiangendo di non essersi seduta accanto a Sarah e a Keiran, ma in quel momento si sentiva troppo pigra per alzarsi. Oltretutto, il panino stava già facendo il suo corso e iniziava ad avere un leggero abbiocco.

«Cosa state facendo?»

Ci fu un attimo d'incertezza in cui i ragazzi osservarono le lettere senza alcun riscontro, ma poi Ren si sporse e allontanò i dadi superflui finché non rimase "play".

«Beh, questo è confortante» sentenziò il ragazzo.

«A cosa state giocando?» chiese allora Emily.

La risposta non si fece attendere. "Hide".

«Nascondino? Bello. Anch'io ci giocavo sempre da piccola. E da chi vi nascondete?»

Di nuovo nessuna risposta.

«Ho capito. Volete giocare con noi?»

Ancora nulla.

«Vi nascondete da Gallivan?» chiese con voce incerta.

Ricomparve di nuovo "hide".

Le palpebre di Alex si fecero più pesanti e il tepore del sonno incominciò ad avvolgerla con il suo confortante manto. Il suo campo visivo si fece sfuocato, i bordi confusi e sempre più ottenebrati. Scosse la testa, cercando di concentrarsi sulle parole che le scivolavano sotto gli occhi come acqua torbida. Alla fine, si arrese a quel caldo abbraccio.

«Ok, allora... Chi deve nascondersi?» continuò Emily.

"Her".

«Oh, quindi state cercando la bambina?»

«Emily, aspetta...»

I dadi ricomposero la parola "her".

«Cosa c'è?» chiese, stupendosi della mano di Ren posata sulle sue per bloccarla. I loro compagni erano talmente assorti che quasi non si accorsero di quel gesto. Dakota sbuffò dalle narici.

«Credo sia arrivato il momento di concludere. Non è saggio andare troppo oltre. Abbiamo chiacchierato a sufficienza.»

«Ren, non ti ci mettere anche tu» commentò stizzito Mark. «Ormai le cose si stanno facendo interessanti.»

Lui non si scomodò a rispondergli, ma gli lanciò un'occhiataccia mentre interrompeva il contatto fisico con Emily, tornando composto.

«Forse hai ragione... Molto bene. Bambini, grazie della compagnia. Dichiaro conclusa questa seduta. Siete liberi di riposare in pace!»

I dadi le scivolarono tra le dita. Forse si aspettava un qualche saluto, ma ciò che comparve davanti agli occhi dei giovani fu un'altra sequenza.

W B O K O L A X N G H S

«Ma cosa...»

«Aspettate, forse ci sono!» esclamò Gregory, protraendosi verso i ninnoli.

Fu allora che i dadi rotearono da soli sul tappeto, provocando una sequela d'esclamazioni sorprese e imprecazioni. Ma quando si fermarono, un silenzio opprimente cadde nella stanza.

When the children playWhere stories live. Discover now