<Togli la mano da lì> mi voltai verso Evan, seduto sul sedile del passeggero.

Era anche lui concentrato con lo sguardo sulla casa.

Mi ero quasi dimenticato della sua presenza.

Ritrassi la mano dalla valvola della portiera, e incrociai le braccia al petto.

<Non abbiamo fatto venire Axel per evitare inconvenienti e adesso ci pensi tu?> Domandò.

Sapevo che erano parole dettate dalla stessa ansia per la sorella, ma non riuscii a fermare il fastidio che mi si creò nel petto.

Infondo sapevo da cosa era causato, non mi ero dimenticato, come Lara avesse una cotta su Evan, e avesse limonato con un altro ragazzo.

Rabbrividii al pensiero della mia innocente sorellina rovinata da quei due balordi.

<Chiusi la bocca Volkov> sbottai acido.

Sposto lentamente lo sguardo su di me, e aggrottò la fronte, prima di distoglierlo.

Feci lo stesso, ritornando con le mie pupille su quello stupido cancello color oro.

<Devi stare calmo, altrimenti va tutto a monte> disse con voce seria.

<Sono calmo> replicai innervosito.

<Non mi sembra, e poi si può sapere cosa ti prende? Sono giorni che rispondi come se avessi una scopa in culo> domandò.

Sciolsi le braccia, e le poggiai ai lati del sedile, stringendolo.

Ormai la bomba era esplosa, e forse  cercavo solamente un pretesto per litigare e sfogare finalmente questo peso che porto avanti da giorni.

<Tu sai che io mi scopo tua sorella> iniziai, e per poco non caddi dalle risate, guardando la sua faccia quasi sconcertata.

<Lo so, non ce bisogno che me lo ribadisci> disse, ritornando con lo sguardo davanti a sé.

All'apparenza sembrava calmo, ma sapevo in realtà, che fuoco stavo appiccando dentro di lui.

<Come ci si sente?> Domandai ancora.

Evan rimase in silenzio, talmente tanto, che mi venne di dubbio se mi avesse sentito oppure no.

<Be' di certo non mi fa piacere sapere che mia sorella viene scopata da qualcuno, ma é pur sempre la sua vita. Non posso farci niente> rispose infine, scrollando le spalle.

Mi fa piacere caro Evan, perché io solo guardandoti mi verrebbe voglia di spaccarti la faccia.

Per non parlare di quello stupido insetto.

<Ti confesso una cosa> annunciai.

Guardai il suo profilo, e attesi che si voltasse verso di me.

Una volta che fummo faccia a faccia, lo fissai dritto negli occhi.

<Tu piaci a mia sorella, e non in senso fraterno> dissi.

Mi sentii incolpa nei confronti di mia sorella, di certo non era una cosa che avrei dovuto dire soprattutto ad Evan, ma dovevo risolvere questa situazione.

E soprattutto iniziare a capire di chi dei due dovessi preoccuparmi.

<Lo so> rispose tranquillo.

Arriciai le labbra, non aspettandomi questa risposta.

<In che senso lo sai?> Domandai confuso.

Per la prima volta quella sera Evan sorrise e scosse la testa, spostando l'attenzione al di fuori del finestrino.

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