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Mi sedetti delicatamente sul letto a due piazze, in quella ampia stanza di colore rosa tenda.

Eravamo arrivati da poco in quella casa, anzi, visto le sue grandezze si poteva definire villa.

Sulla terrazza dove l'elicottero era atterrato, ad accoglierci c'era un uomo vestito con un frack nero lucido, di nome Akiharu. 

A prima vista sembrava il solito maggiordomo che si vede sempre nei film, ma non ne ero sicura, per questo avrei approfondito i miei dubbi dopo, a cena insieme a Babi e Javier.

Girai la testa di scatto quando qualcuno bussò alla porta.

<Chi è?> domandai gridando.

<Sono Babi, posso entrare?> rispose lei.

Senza rispondere andai verso la porta e l'aprii, spostandomi poi di lato in modo che Babi potesse entrare.

<Sono venuta a vedere come stavi> .

Le rivolsi un sorriso di gratitudine, e la raggiunsi prendendo posto accanto a lei sul letto.

<Sto bene, solo un po' stanca> le risposi sinceramente.

 <Riposati. Tanto è ancora presto per cenare> consigliò lei. Scossi la testa.

<No, non voglio disturbare> la rassicurai.

<Ma quale disturbo! Ormai mi casa es tu casa. Quindi ,adesso ti faccio preparare un thè caldo così quando ti sveglierai, sarai pronta per le olimpiadi!>.

Risi per la sua eccitazione nel voler farmi dormire.

Mi fece gesto di aspettare per poi uscire alla stanza. Sospirai e mi alzai stiracchiandomi. 

Sentii l'esigenza di andare al bagno e così feci.

Il bagno era splendido.

Di un colore crema, con una vasca stile ottocentesca e un lampadario completamente di cristallo.

Tutto l'arredamento sarebbe costato una fortuna.

Dopo aver finito mi avvicinai al lavandino e mi lavai le mani.

<Iris?> sentii la voce di Babi chiamarmi da fuori.

<Sono in bagno> le gridai in risposta. Mi asciugai velocemente le mani e uscii dal bagno.

<Eccoti!> gioì lei appena mi vide.

<Allora, il thè sarà pronto a minuti. Nel frattempo, puoi cambiarti in questo splendido pigiama, e accomodarti sotto le coperte>.

Presi tra le mani l'indumento.

Era un pigiama di seta grigio, ma al tocco era molto morbido.

La ringraziai, per poi dirigermi in bagno per cambiarmi, mentre alla mie spalle, sentii il saluto di Babi e il rumore di una porta chiudersi.

Una volta finito, sospirando e con passo da zombie, mi diressi a letto.

Non prima di aver lanciato i vestiti sulla sedia posta davanti ad una toeletta.

Appena poggiai la testa sul cuscino, i miei occhi si fecero ancora più pesanti. Ero sul punto di cadere nel mondo dei sogni.

Ma l'ennesimo bussare della porta lo impedì. 

<Avanti> ordinai alla persona al di là della porta.

La quale si aprì lentamente, portando nel mio campo visivo prima un vassoio con una tazza e poi una signora abbastanza giovane, vestita con la tipica divisa da cameriera, però molto più lunga e coprente.

THE WEM Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz