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L'ennesima buca della strada mi risvegliò dal mio sonno.

Durante il viaggio mi ero addormentata, ma non del tutto.

<Dio Leo, ma chi ti ha dato la patente?> sentii Lara lamentarsi da dietro i sedili, forse disturbata dal viaggio turbolento.

<Mi dispiace che la principessina non sia a suo agio, ma per tua informazione, non sono un carpentiere, e quindi, non ho fatto io la strada!>.

Mi tappai le orecchie quando gridò l'ultima parte.

Lui se ne accorse e mi chiese scusa, io gli sorrisi soltanto, muovendo la mano come per dire "fa niente".

<Quando manca?> chiese Lara.

<Una ventina di minuti> rispose Leo, controllando il gps, che mostrava la strada.

D'un tratto sul display della macchina, apparì il logo di quella che sembrava una chiamata in arrivo.

Leo sbuffo, ma non accettò la chiamata.

<Non rispondi?> chiesi timidamente.

Si, il mio carattere era piuttosto strano. Alternavo momenti di confidenza e logorroici, ad alcuni di timidezza e chiusura.

<No è Axel. Avrà chiamato una decina di volte> ripose mentre si grattava la fronte con fare esausto.

<Capiscilo, è lontano da sua figlia è ovvio che si preoccupa> rispose Lara. Ero d'accordo con lei.

Quando Coco usciva fuori a giocare, non potevo far altro che pensare se stesse bene o meno.

Istinto materno o che so io.

Al pensiero del piccolino sentii una pesantezza nel petto.

Scossi la testa, per scacciare il ricordo. Non dovevo pensarci.

Riportai l'attenzione nella realtà, quando arrivò di nuovo la notifica della chiamata.

<Rispondi, prima che ti venga ad uccidere> consigliò Lara.

Leo, sbuffando, cliccò un pulsante ed accettò la chiamata.

<Brutto figlio di puttana, quando ti chiamo o rispondi o la prossima volta ti sparo un proiettile nel cervello!>

Sussultai vigorosamente alla forte voce di Axel.

La reazione non è stata solo da parte mia.

Vidi Leo quasi sbandare e Lara tapparsi le orecchie.

<Dimmi dove siete> ordinò il ragazzo dall'altro capo telefonico.

<Così mi vieni a farmi il culo, non se ne parla proprio!> rispose Leo, visibilmente spaventato.

Si sentì un pesante sospiro.

<Leonardo, non sto scherzando dimmi dove siete e se Arianna sta bene, non la sento> la voce con cui Axel pronunciò queste parole, mi fece drizzare i capelli sulla nuca.

Trasmetteva paura ma allo stesso tempo autorità.

Non penso Leo abbia molta scelta, se davvero tiene alla sua vita.

<Siamo quasi arrivati e non ti preoccupare, Arianna si è addormentata> dopo avergli spiegato la situazione e qualche minaccia di morte, Axel chiuse la chiamata, promettendo però che avrebbe richiamato a momenti.

Una volta ritornati nel silenzio, la mia pace non durò molto, perché qualcosa tirare i mie capelli.

Sibilai dal dolore, e con una mano raggiunsi il punto dove faceva male.

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