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TAEHYUNG

Cazzo, Cazzo, Cazzo.

Mi guardavo attorno preso dal nervosismo.

Lara era sparita, persa in questo club con solo dio sa chi.

Quando l'avrei trovata, gli avrei spaccato tutti i denti che si ritrovava.

<T rallena!> sentii Evan gridare alle mie spalle.

Respirai profondamente dal naso, per evitare di girarmi e spaccare il suo di naso.

Avevo sentito quello che le due bamboline si erano dette in aereo.

E non sapevo se spaccare la faccia a quel meccanico di merda per aver baciato mia sorella, oppure con Evan per la quale aveva una cotta.

Puntai più al primo, in quanto il secondo, non mi dava a vedere di essere intessato in qualche modo a mia sorella, ma era meglio non abbassare a guardia.

La pista da ballo era completamente vuota, non c'era traccia, in nessun angolino, di mia sorella, e a quando detto dai miei uomini, nessun tipo della Wem aveva lasciato il club.

L'unica soluzione, anche quella che mi faceva salire il sangue al cervello, era che lei fosse in qalche stanza privata del club stesso.

Spero da sola, sia per lei, sia per l'incolumità di un suo possibbile accompagnatore.

Salii i gradini a tre a tre, mentre tentavo di raggiungere il più velocemente possibile il piano delle camere private.

Una volta arrivato mi fermai all'inizio del corridoio, lasciando che i due ragazzi dietro di me mi raggiungessero.

<Dividiamoci, Evan va al piano di sopra, se la trovi chiamami immediatamente> dissi al ragazzo che non perse tempo e corse l'altra rampa di scale.

Voltai il capo di lato, giusto per captare la sagoma di Axel alle mie spalle, pronto al combattimento.

Questo ragazzo era una macchina da guerra.

<Io vado a destra, tu a sinistra> ordinai, e senza attendere oltre, mi precipitai ad aprire tutte le porte di quelle fottute stanze.

Una , due, dieci, dodici, erano quasi finite, e la mia ansia aumentava a dismisura trovandole completamente vuote.

<Cazzo!> imprecai dando un calcio all'ennesima stanza vuota.

Mi voltai verso Axel, nella speranza che l'avesse trovata, ma scosse la testa, con un espressione turbata.

Mi passai una mano tra i capelli, tentando di connettere il fottuto cervello.

<Andiamo da Evan> dissi semplicemente, facendo segno al ragazzo di seguirmi.

Salii l'ennessima rampa di scale, e arrivai all'altro corridoio, scorgendo la figura di Evan, infondo ad esso.

<Evan!> gridai, correndogli incontro.

Il ragazzo si voltò, laciando la prta aperta, per farmi vedere le lenzuola intatte.

<Non è qui> disse.

Mi appoggiai al muro prendemdomi la testa fra le mani.

Ma dove diamine si era cacciata.

E se l'avessero rapita?

Scacciai quel pensiero, non volendo imaginare cosa si sarebbe scatenato che mai fosse davero questa l'opzione.

Alzai di scatto la testa, quando sentii un rumore provenir da una porta lì accanto.

THE WEM Where stories live. Discover now