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Il pranzo era passato in maniera tranquilla, e di Axel non vi era traccia.

Ora che ci penso, non ho visto neanche Arianna.

Mi guardai attorno al tavolo, dove i due moschettieri erano intenti a discutere sulla corsa dell'altra sera, mentre Lara mi parlava di qualcosa, però non stavo ascoltando.

Difatti la diretta interessata, attirò la mia attenzione, indignata.

<Pronto, terra chiama Iris. Ci sei?> Mo sventolò una mano davanti la faccia, ed io distolsi lo sguardo dal punto dove guardavo, per rivolgerlo a lei.

<Scusa, dicevi?> Le chiesi.

Lara mi guardò, preoccupata e mi mise una mano sulla spalla.

<Stai pensando a ieri sera?> Guardai altrove, non sapendo cosa rispondere.

Non pensavo ad Axel direttamente, ma quello che era attorno a lui. Non so se si capisce il concetto.

Sospirai prima di annuire leggermente. Il suo sguardo si corrucciò, ancor più preoccupato.

<Sta tranquilla> le dissi, cercando di rassicurarla.

I due ragazzi si alzarono d'improvviso, dai loro posti, e si diressero verso la porta, gettando un saluto e dicendo alla svelta di avere un 'lavoro' da fare.

Non osammo fare domande, di cui forse neanche volevamo sapere le risposte e ricambiammo il saluto.

Una volta chiusa la porta di casa, Lara mi porse la domanda, che, sono sicura, da molto tempo le frullava per la testa.

<Mi vuoi dire cosa é successo?> Domandò.

Mi strofinai il braccio pensierosa. Non sapevo proprio cosa fare. Raccontarle la verità o girarci intorno facendo finta di niente?

<E non osare mentirmi, me ne accorgerei> mi minacciò. Risi e non mi trattenni dal porgli la battuta.

<Cosa sei? Una maga che legge nel pensiero?> Ma la sua faccia seria non mutò, ed il mio sorriso si spense man mano.

<Non sto scherzando Iris. Voglio aiutarti, ma se ti tieni tutto dentro, come faccio?>

Era questo il punto. Non volevo un aiuto, insomma, volevo qualcuno che mi stesse accanto, ma non volevo far interferire altre persone e magari metterle in cattivi rapporti con Axel.

Di certo non volevo fare un altro giro in macchina con lui.

Lara sembrava sincera, ma non sapevo se sarei stata in grado di dirgli tutto quello che mi aveva fatto.

<Iris, basta pensare> mi prese le mani, ordinandomi di smettere ciò che stavo facendo in quegli attimi.

Annuii, aveva ragione, stavo pensando troppo, e non mi faceva bene, perché diventavo paranoica e mi ostacolavo.

<Ieri sera, quando siamo tornati, lui è venuto in camera mia, voleva portarmi a ballare..>

Abbassai lo sguardo imbarazzata, dal mio desiderio. Lara mi strinse le mani ed io continuiai.

<In macchina sembrava tranquillo, e la strada era la stessa dove avevano corso con le moto, quindi non mi ero allarmata, se solo avessi saputo..> mi maledii mentalmente.

<Si, Axel, sa mentire perfettamente> disse, non sorpresa dallo svolgersi della storia.

<Arrivati ad un certo punto, aveva iniziato a parlare di reati, come rapine ecc, e aveva detto che il suo preferito era l'omicidio> rabbrividii nel ripensare quella storia.

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