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Seduti in cerchio attorno al corpo coperto da un lenzuolo con ricami d'oro, piangevamo ancora increduli dell'accaduto.

Arsh mi consolava mentre lui non faceva altro che sospirare. 

Javier teneva la mano a Lily che aveva lo sguardo perso nel vuoto.

Infine vi era Luis, con le ginocchia al petto, le mani nei capelli, che tirava in preda allo shock e Babi che gli accarezzava in modo dolce la schiena, per consolarlo.

Tutti avevamo solo una domanda in testa.

<Chi sarà stato?> chiesi mentre mi calmavo dal mio pianto isterico.

 <In questo momento non mi interessa. L'unica cosa adesso importante è che ho perso anche l'ultimo pezzo della mia famiglia a questo punto manco solo io> parlò Luis alzando la testa ma comunque con una voce senza emozioni.

Lo rimproverammo.

Era comprensibile che dicesse queste cose visto la situazione, ma adesso non era in sé per comprenderla del tutto.

<Dovremmo chiamare qualcuno?> chiese titubante Lily, che sembrava essersi risvegliata dai suoi pensieri. 

<Scherzi? Ci farebbero mille domande e saremo considerati colpevoli perché eravamo gli unici in questa casa!> gridò indignata Babi.

Accordammo con lei, era troppo rischioso e saremmo finiti in guai seri.

Ma poi come avremmo spiegato la dinamica dell'accaduto quando la vacanza sarebbe finita?

 Sospirai per la stanchezza.

Se qualcuno aveva ucciso Coco, vuol dire che questa persona ci conosce e, nella teoria più plausibile, cerca vendetta per qualche torto del passato.

Arsh e Javier, con me e Lily tra le braccia, si alzarono e ci condussero all'interno della casa.

Decidemmo di dormire nel posto in cui eravamo prima dell'accaduto, quella stanza che soprannominammo "Abe".

 Ma per farlo dovevamo salire al piano superiore per prendere la nostra roba.

Si proposero volontari Arsh e Javier che in quel momento erano forse gli unici con la mente lucida.

Presero un oggetto dalla libreria, per difendersi da eventuali attacchi, e salirono le scale.

Io e Lily eravamo sedute io su un'estremità del letto e lei su un'altra, visibilmente a disagio, mentre Babi e Luis ancora sul corpo del bambino. 

Regnava il silenzio.

A volte interrotto dai deboli passi proveniente dal piano di sopra, che in qualche modo davano sicurezza, perché significava che i due ragazzi stavano bene.

Ma quando cessavano, i battiti del cuore e i tremanti respiri spezzavano quella inquietante tranquillità.

Babi e Luis rientrarono dopo aver rivolto le ultime preghiere per Coco.

Si sedettero con noi sul letto e ci stringemmo per consolarci a vicenda.

D'un tratto i nostri nomi vennero chiamati, sfrecciammo come gazzelle verso le scale e l'aria di tensione svanì in un attimo, quando il viso dei ragazzi era sorridente e vittorioso. 

Mi gettai nelle braccia di Arsh stringendolo forte, quasi soffocandolo. Abbracciai anche a Javier, senza troppo pensieri e gelosie.

In quel momento l'uniche emozioni che si facevano spazio nel mio petto erano la paura e lo shock.

Sistemammo tutto in un angolo della stanza, oramai non ci importava dell'ordine o del disordine, e prendemmo a mangiare qualche pacchetto di patatine portateci dai ragazzi.

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