Capitolo 35: È grazie a te che vincerò!- 2° parte

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Mentre Ademaro si sforzò di rimanere indifferente alle chiacchiere che inveivano contro di lui sentì dei passi sempre più vicini, e voltandosi rimase impassibile nel notare Brancaleone sedersi a fianco a lui

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Mentre Ademaro si sforzò di rimanere indifferente alle chiacchiere che inveivano contro di lui sentì dei passi sempre più vicini, e voltandosi rimase impassibile nel notare Brancaleone sedersi a fianco a lui.

«Ho saputo che non hai brillato nelle ultime verifiche. Fai come me: usa la magia per leggere la mente dei professori» gli bisbigliò il barone con discrezione.

«Non mi abbasserò mai a dei simili trucchetti da principiante» gli rispose riluttante, sbattendo la tazzina sul piattino di porcellana color avorio.

Il giovane detestava l'idea di ricorrere agli incantesimi per alzare la media dei voti. Per lui era una sfida. Desiderava dimostrare a se stesso che poteva riuscirci anche senza avvalersi della magia. Era dotato di una spiccata intelligenza, perciò avrebbe ottenuto dei punteggi eccellenti senza sfogliare alcun libro. E il solo modo per raggiungere l'obiettivo, era di usare tutta la furbizia di cui disponeva.

«Va bene, va bene come preferisci. Ma vorrei ricordarti che l'anno scorso sei stato bocciato, e se accadrà di nuovo il prossimo anno ti ritroverai a frequentare la stessa classe di Noemi e di Rachele. Non hai molto tempo per salvarti» commentò sghignazzando e dandogli alcune pacche sulla spalla.

Innervosito e infastidito, il conte si voltò di scatto verso di lui. «L'anno scorso mi ero infortunato al torneo, e sono stato costretto a rimanere a riposo per due mesi. Quindi non la considero una vera bocciatura. Ma solo un imprevisto al mio percorso di studi. Se non hai altro da dirmi vorrei essere lasciato solo» sbottò con rabbia.

Per quanto si sforzasse a mantenere il controllo, non ci riuscì del tutto. Sorso dopo sorso, il viso del conte si cupì rammentando quanto il passato anno scolastico fosse stato per il lui il peggiore della sua vita. Non solo per la bassa votazione che mese dopo mese, aveva accumulato nella pagella fino a farlo precipitare nell'abisso delle insufficienze. Ma soprattutto per aver perso contro Liberio nel torneo, di fronte a un'ampia platea di illustri aristocratici. Sfruttò la ferita superficiale che aveva riportato alla gamba per non presentarsi a scuola. Non se la sentiva di partecipare alle lezioni. Temeva, infatti, di essere schernito dai popolani per aver perso la finale, ed era convinto che suo padre mettesse una buona parola agli insegnanti. Tuttavia non andò come sperava. La bocciatura lo raggiunse con una lettera firmata e timbrata dall'elegante calligrafia di Nicandro. Fu allora che capì, che nonostante fosse il figlio del presidente della scuola, non era del tutto immune al regolamento scolastico.

«Non occorre che mi ripeti la versione ufficiale che hai divulgato in giro perché conosco la verità. I tuoi voti erano troppo bassi per passare inosservati agli occhi dei professori» sussurrò soddisfatto per averlo destabilizzato.

Ademaro iniziò a voltarsi in più direzioni per assicurarsi che nessuno stesse ascoltando la loro conversazione prima di rispondere. «Si può sapere dove vuoi arrivare con queste affermazioni?» pronunciò severo.

«Suvvia, non serve agitarsi. Il tuo segreto è al sicuro. E comunque volevo solo spronarti a impegnarti di più. A proposito. Ho saputo che la tua petizione è fallita. Coraggio, troverai un'idea migliore. E poi tutti in questa stanza hanno molta stima di te» concluse alzandosi dalla sedia e allontanandosi con mezzo sorriso, mentre il terrore stava fuoriuscendo dagli occhi del conte.

Percorrendo il corridoio con andatura veloce, il barone sfoggiò un radioso sorriso. Nel suo cuore ardeva il desiderio che il conte fallisse, e si augurò che le sue parole avessero seppellito l'ultima briciola di autostima che era rimasta in Ademaro. 

Nel giardino della scuola stava calando la luce del giorno

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Nel giardino della scuola stava calando la luce del giorno. Con essa anche i chiacchierii degli studenti si fecero rarefatti e sporadici. Camminando con passi spediti e malinconici, Ademaro oltrepassò il cancello del suo giardino privato e procedette con inerzia senza nemmeno volgere un'occhiata ai soldati che erano di fronte all'entrata. Appena giunto di fronte a una panchina, si sedette su di essa e gettò nella fontana il volume che teneva in mano. Pronunciando una breve frase, il tomo si sollevò e si immerse più volte nell'acqua obbedendo al movimento armonioso della mano del giovane. Ma nemmeno quel passatempo lo fece distrarre dai suoi pensieri e smettendo di far oscillare la mano, lasciò che il libro galleggiasse sul pelo dell'acqua. Sospirando mise entrambe le mani sulla fronte, e chinandosi in avanti appoggiò i gomiti sulle gambe. Non posso accettare la sconfitta. Possibile che non posso fare nulla per risolvere la situazione? si chiese fra sé sconfortato.

Delle voci femminili iniziarono a vibrarsi nell'aria, e sollevando il capo si avvicinò verso il cancello. Sedute su una panchina, poco distante dal giardino privato, due nobili stavano conversando fra loro. Approfittando che erano voltate di spalle, Ademaro si avvicinò a loro con passi felpati e si mise in un angolo poco illuminato del giardino. Nascosto nell'ombra e tenendo le braccia conserte, ascoltò con interesse la loro conversazione.

«Non sono dieci, ma cento domande! Ti rendi conto? Sarà un'ecatombe di bocciature, e i popolani festeggeranno in pompa magna la nostra disfatta. Se potessi avere la tua stessa fortuna! Beata te che sei al primo anno. Gli argomenti delle materie sono molto semplici e facili da ricordare.»

«Questo è vero, però non credo che riuscirò a superare la verifica. Il mio libro ha fatto una brutta fine.»

«Come, scusa? Non mi avevi detto che lo tenevi da conto nel cassetto del comodino?» le chiese sconcertata inarcando le sopracciglia per lo stupore.

«Sì, certo. Però la scorsa settimana alcuni miei compagni di classe hanno organizzato un gioco: libro-palla» mormorò con tono colpevole per poi proseguire.

«Ho accettato con entusiasmo di partecipare, e non ci ho pensato due volte. Ho strappato tutte le pagine di quel tomo, accartocciandole fino a creare la forma di una pallina. Poi tutti insieme siamo usciti di nascosto nel giardino, e abbiamo iniziato a lanciare le palline di carta dentro i lampioni.» 

Raddrizzandosi la schiena, assunse un tono sempre più allegro. «Dovevi vedere che fiamma si sprigionava! È stata una delle serate più belle che ho vissuto. Oltretutto sono arrivata terza in classifica. Sono riuscita a centrare la fiamma per ben quindici volte! Tuttavia mi pento di averlo fatto. Ora mi è rimasta solo la copertina.»

La sua amica scosse più volte la testa. «Annalisa, ormai è troppo tardi per tornare indietro. Siamo entrambe delle condannate! Possiamo solo sperare di avere fortuna a scegliere la risposta corretta» pronunciò per poi riprendere a parlare.

«Sai cosa farò? Per ogni domanda lancerò una moneta per terra: se verrà la facciata con il volto del nostro sovrano, lo considererò un sì. Altrimenti se si presenta il lato della fiamma un no» commentò estraendo dalla tasca una Lunaria.

Annalisa spalancò gli occhi per lo stupore. «La verifica sarà limitata a rispondere con un sì e con un no? I miei professori non mi hanno riferito nulla di tutto ciò!» esclamò sorpresa.

«No, è solo una mia ipotesi. D'altra parte, sono cento domande. È impossibile che ci chiedano di trascriverle tutte. Per questo sono convinta che si svolgerà in questo modo la verifica.»

«Ehi, voi due! Che cosa ci fate ancora qui? Andate subito nelle vostre camere» ordinò un soldato camminando con autorità verso di loro seguito da alcuni colleghi.

Mentre le due ragazze si affrettarono ad allontanarsi, il gruppo di soldati iniziarono a portare via alcune panchine di ferro logorate mentre altri le sostituirono con delle nuove.

Ademaro iniziò a sorridere sprizzando gioia da tutti i pori. Finalmente ho trovato un modo per uscire vittorioso pensò fra sé incamminandosi verso l'entrata della scuola.

La Fenice del vento - Sussurro di LunaWhere stories live. Discover now