Capitolo 25: il sigillo incrinato- 1° parte

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Solarbiom, città della regione monte Fiamma

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Solarbiom, città della regione monte Fiamma. 8 aprile 496, anno del Pavone.

Appoggiandosi più volte alle pareti del corridoio, Noemi respirò con affanno. Provò a non pensarci. A scrollarsi dalla mente le parole udite in infermeria per tranquillizzarsi. Nonostante ciò i battiti del cuore continuarono a martellarle nelle orecchie, senza concederle una tregua. Seppur zoppicante proseguì a camminare ritrovandosi dopo una manciata di minuti di fronte alle scale. Ogni suo passo era seguito da un sospiro. Un soffio di respiro carico d'angoscia. La domanda del cerusico l'aveva colta di sorpresa portando alla luce la verità che teneva celata da un'apparente autocontrollo: la paura che provava verso Ademaro era ogni giorno più forte. Quali altre cattiverie le avrebbe scagliato nei giorni avvenire? Tuttavia non era intenzionata a lasciarsi sopraffare dal timore.

Male non fare, paura non avere rammentò la frase che sua zia le diceva fin da bambina per cacciar via dal cuore ogni paura.

Non ebbe il tempo per posare il piede sul gradino successivo. Un rumore metallico la indusse a voltarsi. Osservò il vice capitano passare di fronte alla scala e fermarsi di scatto. Quando poi lo vide puntarla, e percorrere una moltitudine di scalini ebbe un solo pensiero. Che cosa vorrà mai da me?

Si dette la risposta nel respiro seguente riflettendo sulla frase più enigmatica che le aveva confidato Mauro: il conte non era in sé. Dedusse che il cerusico voleva avvertirla che Ademaro aveva progettato un nuovo piano diabolico contro di lei. E per metterlo in atto si stava servendo di Andrea.

Scappare le sembrò la mossa più saggia da compiere nell'istante successivo. Anche a costo di saltellare come un pollo zoppo. Sopportò il dolore al polpaccio. Corrugò la fronte, e accelerò l'andatura dando di tanto in tanto delle occhiate alle spalle. Scorgendo il trentacinquenne a pochi metri da lei affrettò il passo. Ma la sua andatura goffa non passò inosservata agli occhi delle guardie che stavano pattugliando il secondo piano.

Nonostante ciò la fanciulla rimase impassibile e indifferente di fronte alle risate fragorose che stavano echeggiando alle sue spalle. La priorità era di raggiungere il prima possibile la camera. L'unica stanza che l'avrebbe fatta sentire al sicuro. Si voltò più volte accorgendosi che il vice capitano era prossimo a raggiungerla. Nel disperato tentativo di scappare iniziò ad acquistare velocità accentuando ancora di più la corsa claudicante. La sua fuga però venne fermata dopo pochi metri. Una mano l'afferrò alle spalle, e senza permetterle di reagire venne sollevata di peso. In un battito di ciglia si ritrovò fra le braccia di Andrea.

Osservandola con il fiatone, l'uomo dischiuse subito le labbra accorgendosi che stesse tremando. «Perbacco, vocina melodica! Non avrete per caso pensato che vi dessi la caccia?» commentò sbuffando. «Il dottore mi ha chiesto di accompagnarvi nella vostra camera, supponendo che avreste avuto difficoltà a camminare» le spiegò un attimo dopo iniziando a percorrere il corridoio.

Noemi si sentì sollevata e smise di stringere l'uomo portandosi una mano sul petto. Mi sono preoccupata per niente pensò fra sé socchiudendo gli occhi.

La Fenice del vento - Sussurro di LunaUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum