Capitolo 8: la sala da ballo- 2° parte

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La quindicenne iniziò a indietreggiare terrorizzata, e senza accorgersi si ritrovò con le spalle al muro

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La quindicenne iniziò a indietreggiare terrorizzata, e senza accorgersi si ritrovò con le spalle al muro. Temette il peggio. Delle lacrime iniziarono a scivolarle sulle guance mentre strizzò gli occhi aspettandosi di essere afferrata. Tuttavia non percepì alcun sfioramento. Sollevando le palpebre, sbatté veloce le ciglia rimanendo perplessa. Il nobile non aveva osato fare alcun passo in avanti.

«Non era mia intenzione spaventarvi. Non temete, non ho cattive intenzioni. Voglio solo guardarvi negli occhi mentre risponderete a una semplice domanda. Che cosa avete letto nei libri proibiti?» le chiese con gentilezza azzerando ogni distanza.

«Non ho letto nulla» mormorò imbarazzata.

Il volto del giovane si inasprì di colpo. «State mentendo. Mi sono accorto che avete estratto un libro proibito, e che avete cercato di aprirlo. Sono convinto che avete sfogliato il volume vicino leggendo le formule per creare le pozioni magiche» l'accusò fissandola con severità.

«Come posso aver interesse nell'imparare delle ricette di pozioni se la magia non esiste?»

Il conte sollevò verso l'alto entrambe le sopracciglia. «Supponevo che il vero motivo per cui avevate letto quei libri fosse per denaro. Anche se non siete dotata di poteri, le formule delle pozioni sono molto richieste nei mercati clandestini. Avreste ricavato una grande fortuna vendendo le ricette» le rivelò con il proposito di valutare come avrebbe reagito.

Dall'intensità con cui la vide spalancare gli occhi, e socchiudere la bocca appurò che fosse una reazione provocata dallo stupore. Così autentica e vera da farlo vacillare tra la diffidenza e la fiducia. Era davvero ignara che le ricette valessero una fortuna? E se invece era tutta una recita? Sapeva mentire alla perfezione, oppure era sincera?

«C-cosa intendevate d-dire c-che non sono d-dotata di p-poteri?» balbettò sconvolta.

Mentre si portò una mano al petto, la fanciulla desiderò più che mai udire una conferma. Anche lui era in grado di fare incantesimi? Attese con ansia di sentire la risposta per togliersi il dubbio. Non si accorse però che in quegli stessi istanti ne stava eliminando uno più grande. Ma non nella sua mente, bensì in quella del giovane.

Ademaro la squadrò dalla testa ai piedi. Valutò tutte le parole. Osservò ogni respiro. Ciascun gesto o movimento improvviso. Ma non trovò nessun indizio che gli fece supporre qualcosa di diverso dall'innocenza. La fanciulla non stava cercando di nascondere la verità. Gliela mostrava con uno degli sguardi più sinceri che avesse mai scorto sul volto in una persona. Ricambiò la schiettezza con altrettanta franchezza.

Il mantello scarlatto ridacchiò prima di dischiudere le labbra. «Siete davvero una popolana ingenua. La magia è più reale di quanto non immaginate» le riferì rivolgendo il palmo della mano destra verso l'alto. «Osservate» pronunciò compiacendosi di vedere una leggera nebbia scintillante vorticare fra le dita. Il tempo di compiere un respiro, e una farfalla turchese si materializzò sul pollice. Le ali del grazioso invertebrato si spalancarono e si irrigidirono emettendo delle piccole scintille di luce.

La Fenice del vento - Sussurro di LunaWhere stories live. Discover now