Diamond 66

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Ero lì, lo strinsi fra le mani, vidi i suoi occhi chiudersi e il suo corpo divenire debole, sentii lo sparo, assistetti alla crudeltà che un uomo riuscì a riservare verso un amico, corsi verso di lui, lo abbracciai, piansi e urlai, vidi la pallottola perforare la sua camicia, il fiato divenir meno, le gambe cedere e la mente rifiutarsi di credere, di focalizzarsi sull'accaduto, di esser lucida.

<No, non è morto. Non crederò mai alla sua morte, lui è forte, l'uomo più forte che io abbia mai conosciuto, mi rifiuto di credere che mi abbia lasciato con una tale facilità.>

<Ma ti senti quando parli? La pallottola ha diviso il suo cuore a metà, pensi che abbia scelto di morire? Di "lasciarti"? La vita per lui è finita, fattene una ragione.>

Mi voltai dandogli le spalle <Voglio vedere la sua tomba. Solo allora crederò a ciò che mi hai detto.>

Eros mi prese da un braccio facendomi girare con forza e stringendolo <E per quale motivo dovrei esaudire un simile desiderio? Cosa ci ricavo io?> affermò a pochi centimetri dal mio viso.

<Ciò che più brami, so che tra te, tuo padre e tuo fratello non scorre buon sangue, ti donerò l'arma che te li farà distruggere una volta per tutte.>

Si mise a ridere e fece un passo indietro sistemandosi i capelli bianchi con una mano <E come? Sentiamo ragazzina.>

Misi le mani nelle tasche dei pantaloni e lo guardai dritto negli occhi alternando lo sguardo dall'occhio bianco a quello nero come fosse una notte d'inverno ricolma di fiocchi di neve <Papà... Volevo dire, Ryan Knight, nel testamento mi lasciò  la villa in Germania e tutti i beni ad essa legate, il restante del patrimonio è passato completamente a tuo nome. Sottoscriverò tutto a te, diverrai l'unico erede della famiglia Knight, in questo modo li circonderai da ogni lato e avrai completo potere sulle loro vite.>

<Tu lo ami non è vero?>

<Non credo di aver capito.>

<Il König, ne sei innamorata a tal punto da rinunciare a tutto? È riuscì a manipolarti così bene? Gli faccio i miei complimenti.>

Se ne stava dinanzi a me, con gli occhi intrecciati coi miei, senza effettuare alcuna azione, divertito da quella situazione, con un sorriso sempre sulle labbra.

<Lui non mi ha manipolata, lui mi ha aperto gli occhi sulle persone che mi circondano, lui ha fatto quello che né te né Luke e neppure Dio riuscirete mai a darmi: fiducia e libertà. E lo ammetto: io lo amo. E lo amerò anche quando avrò un anello al dito, lo amerò anche quando dirò sì e porterò il titolo di moglie. Lo amerò finché non lo reincontrerò nuovamente e potrò abbracciarlo, lo amo a tal punto che avrei preferito ricevere io quella pallottola al suo posto.>

<Peccato, oggi vedrai la sua tomba e poi sarai solamente mia.>

<Di nome ma non di fatto. Io sono solo sua. Tienilo ben a mente.>

Avrei mantenuto la mia promessa, lo avrei sposato ma mai mi sarei concessa a lui, promisi protezione e un contratto matrimoniale, non promisi il mio corpo e neppure la mia anima.

Se avessi incontrato Eros il primo giorno in cui misi piede in Brasile, molto probabilmente avrei effettuato di tutto pur di rendere questo matrimonio reale ed esser sicura che papà mi guardasse fiero da lassù, ma non posso dimenticare tutto ciò che ho passato in questi mesi, rammenterò a vita l'amore che mi concesse, l'importanza che mi fece sentire, le notti passate a parlare, la preoccupazione che appariva dentro quegli occhi ambrati che mi hanno legata a un Uomo come lui, ricorderò per sempre il suo profumo di narciso, il senso di protezione che mi fece provare.

The PromiseWhere stories live. Discover now