Diamond 10

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Finché possiamo dire: "quest'è il peggio", vuol dir che il peggio ancora può venire.
William Shakespeare

Arrivai in Brasile con un chiaro intento: rintracciare Eros Knight, onorare la mia promessa e rendere fiero mio padre. Tuttavia, dopo l'accaduto, il mio obiettivo principale si trasformò nel cercare quello psichiatra e comprendere il significato reale delle parole di quel mostro.

Mi cambiai e tornai da Luke, ripercorrendo quella strada con la speranza che apparisse e si facesse trovare come sempre. Ma nulla. Non c'era nessuno. Mi sedetti sugli scalini di una casa e attesi. <Quando lo capirai?> mi voltai, udendo una voce maschile alle mie spalle. Era Mike, il ragazzo che il primo giorno era seduto a bere con Luke.

<Cosa?> chiesi, non capendo a cosa si stesse riferendo.

<Che devi sparire. Il fatto che Luke ti protegga non significa che puoi andare a spasso ovunque ti pare.>

<Mi protegge? Io non ho bisogno della protezione di nessun uomo.> affermai con estrema sicurezza.

<Eppure hai la protezione di ben due uomini, ragazzina.>

<Chi intendi per due?> domandai prima di udire la voce di Luke urlare: <Mike!>

<Intrattenevo la tua puttana. Non ti scaldare, Luke.> rispose Mike, voltandosi nella sua direzione.

<Puttana? Chi diavolo ti credi di essere per rivolgerti a me in questo modo?!> esclamai con rabbia.

<Vattene, Mike. Lei non ti appartiene.>

<Lo so, lo so. Non c'è bisogno che me lo ripeta anche tu.> rispose al suo amico, ignorando completamente le mie parole.

<Cosa ci fai qui?> domandò Luke, avvicinandosi a me dopo che Mike se ne fu andato, visibilmente infastidito. Forse dalla mia presenza? Potrebbe essere. Ma sinceramente, non mi importava.

<Siamo in uno stato democratico, posso andare dove voglio.> risposi, incrociando le braccia al petto.

<Bene, miss so tutto io. Ora, sparisci da qui, o lo stato democratico ti insegnerà cosa vuol dire avere uno stato nello stato.>

<Dove si trova la clinica di quello psichiatra?>

<Chi? Ascolta, Barbie, sparisci e non farmi perdere tempo.>

<DOVE SI TROVA L'UOMO CHE MI HA SALVATA?> dovetti gridare per attirare la sua attenzione, mentre lui si era già voltato di spalle.

<Da Google Maps sono diventato uno sbirro, ora. Vai a chiedere ai carabinieri, magari ti sanno dare l'indirizzo.> rispose, ridendo. Sapeva utilizzare una strafottenza unica nelle sue risposte. Eppure, nonostante tutto, mi stava aiutando, anche se non sembrava che gli piacessi. Riuscirò mai a capire appieno quest'uomo?

<Conosci quel posto, sapevi dove trovarlo e sono sicura che sai anche dove lavora quello psichiatra. A proposito, come si chiama?>

<Te lo dico per l'ultima volta: non lo so. Cerca da un'altra parte.>

<Va bene, allora dirò ai carabinieri anche di questa strada spaccio.>

<Questa, cosa?>

<Dai, Luke... Davvero pensi che io sia così ingenua? Una strada sempre deserta, solo tu e i tuoi amici che vi aggirate tra i vicoli, è ovvio che non sia normale. E i carabinieri saranno lieti di poter finalmente mettere dietro le sbarre uno come te.>

Non l'avrei fatto. Non avrei mai denunciato un uomo che mi ha aiutato, ma... Avevo bisogno di quell'indirizzo. Dovevo trovare quello psichiatra.

<E pensi che crederanno più a una ragazzina che a centinaia di testimoni? Sei una stupida.>

<No, ma sono sicura che terranno questo posto sotto controllo.>

Luke rimase in silenzio per alcuni istanti. <Non avrei dovuto aiutarti.> rispose con un tono deluso.

<Hai ragione, non avresti dovuto neanche fidarti di me.> No. No. Non era questo che volevo dire. Gli sono grata per l'aiuto che mi ha dato, ma... non voglio che si leghi a me. Preferisco allontanarlo ora e non rischiare di soffrire più tardi, perché sì, mi stavo legando a lui. Odio ammetterlo, ma è vero.

<Chiedi a chiunque indicazioni per la clinica "Lux".> rispose, effettuando alcuni passi indietro prima di voltarsi e andarsene.

Chiamai un taxi e gli chiesi di portarmi alla clinica Lux. Si fermò davanti al cancello d'ingresso. Scesi e mi avvicinai alle guardie che ci stavano osservando da dietro le sbarre.

<Perché non ci fate entrare?>

<Possono entrare solo i pazienti.>

<Voglio solo parlare con uno dei vostri psichiatri. Lavora qui e lo conosco.>

<Possono entrare solo i pazienti.>

Sembrava un loop infinito, continuavano a rispondere solo con quella frase, quasi come se fossero dei robot.

<Sapete dire solo questo?>

<Lei è una paziente?>

<No, ma io...>

<Allora non può entrare. Perché possono entrare solo i pazienti.>

<Basta. Ho capito.>

Tornai nel taxi e ritornai all'hotel.

Se possono entrare solo i pazienti, allora mi restava solo un'opzione: diventare una paziente.

Cercai il numero della clinica Lux su Internet e li chiamai.

<Clinica Lux, come posso aiutarla?>

<Salve, volevo iscrivermi nella vostra clinica.> Iscrivermi? Ma come parli, Diamond...

<Vuole fissare un appuntamento? Ora vedo quando abbiamo disponibilità.>

<Sì, un appuntamento...>

<Il 10 ottobre alle 15.>

<Come? Mancano due mesi.>

<Mi dispiace, questi sono i tempi. Può solo aspettare.>

<Ma io ne ho bisogno ora, è urgente. Mi sento malissimo e penso ogni giorno al suicidio.> mentii sperando di ottenere un appuntamento più vicino.

<Non posso farci nulla, signorina, a meno che...>

<A meno che cosa?>

<A meno che non si liberi un posto. A quel punto la chiameremo noi. Buona giornata.>

<No, aspetta!> dissi prima che interrompesse la chiamata. Possibile che ogni volta non riesca a finire di parlare?

Ora mi trovo ad attendere i comodi di un'altra persona, o addirittura a dover aspettare due mesi. Non posso permettermi di aspettare così tanto. Devo cercare Eros e mantenere la mia promessa, non stare qui ad attendere di vedere uno psichiatra.

<Xavier?> domandai, rispondendo alla chiamata. Con mia sorpresa, era Xavier dall'altro capo, il fratello di Eros, l'uomo più odioso che avessi mai conosciuto.

<Ragazzina, come va la vita da brasiliana?>

<Cosa vuoi? Veloce.>

<Anche se sei in Brasile, stai mantenendo bene il carattere da tedesca. Comunque, non ti ho chiamato perché mi mancavi, bensì per questioni di affari. Voglio i documenti che Ryan teneva riguardo alle aziende.>

<Non so dove siano.> mentii. Ero al corrente dell'importanza di quei documenti per Ryan, per le aziende e per la sua famiglia. Tuttavia, non li avrei mai consegnati a loro. Appartengono a Eros. Non a Xavier, né a Black. Solo a Eros Knight, il legittimo proprietario delle aziende Knight.

The PromiseWhere stories live. Discover now