Diamond 16

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Sette giorni esatti sono passati da quando ho varcato la soglia di questa clinica. Sette giorni di esami strani, finalizzati a valutare la mia condizione fisica.

E oggi, finalmente, avrò il mio primo appuntamento con lo psichiatra n. 7.

Ho scelto un abbigliamento comodo: una tuta nera, una felpa bianca sopra, scarpe dello stesso colore. Niente trucco, capelli sciolti.

Uscii dalla stanza e mi avviai verso la segreteria, dove trovai Luisa.

<Buongiorno, ho un appuntamento con lo psichiatra n. 7.> dissi, cercando di essere cortese nonostante la tensione.

<Ah, sì, certo. Tra un minuto la accompagno.> rispose Luisa, distratta mentre digitava qualcosa al computer.

<Possiamo andare ora?> chiesi, ansiosa di affrontare il mio primo incontro con lo psichiatra.

<Il suo appuntamento è alle 13:00 e sono appena le 12:50. Da qui all'ufficio dello psichiatra n. 7 ci sono esattamente 9 minuti, la accompagnerò tra un minuto.> rispose.

Alzai gli occhi al cielo e guardai l'orologio, la lancetta aveva appena segnato le 12:51. Mi rigirai verso Luisa, aspettando una sua reazione.

<Mi segua, signorina.> disse, alzandosi e indicandomi la strada verso l'ufficio dello psichiatra.

Mentre camminavamo, non potei fare a meno di esprimere la mia frustrazione. <Per un minuto?! Un minuto! Ma che regole avete in questa clinica?>

Luisa mi guardò con un sorriso paziente. <Qui vige un regolamento molto rigido, signorina One, che va seguito nel minimo dettaglio.>

Arrivati all'ufficio, la segreteria bussò alla porta e poi annunciò il mio arrivo prima di farmi entrare.

Dietro alla scrivania, seduto con un libro tra le mani, vidi lo psichiatra. Era completamente illuminato dalla luce naturale che filtrava dalla finestra, creando un contrasto forte con il suo abbigliamento: una camicia nera che spiccava sul camice bianco e i pantaloni grigi.

Entrai lentamente nell'ufficio e mi sedetti di fronte a lui. Nonostante lo conoscessi, sentii comunque la tensione diffondersi nel mio corpo. Quell'uomo riusciva sempre a suscitare in me un'ansia incredibile, unita a tante emozioni contrastanti.

Dopo alcuni minuti seduta, senza ricevere nemmeno uno sguardo da parte sua, decisi di prendere l'iniziativa e tossii leggermente per attirare la sua attenzione. Lui chiuse il libro e si alzò per rimetterlo nella libreria. Poi si rimise seduto e accese il computer prima di voltarsi verso di me.

<Benvenuta, Diamond.> disse, con una voce calma e misurata.

<Benvenuta? Sono qui da un quarto d'ora.> replicai, infastidita.

Mi guardò con un'espressione fredda e impassibile.

<La pazienza è una delle più grandi virtù umane. Devi imparare a sfruttarla a tuo vantaggio, non il contrario.> disse, con estrema calma.

<Quale vantaggio? Sto solo perdendo tempo.> ribattei, lasciando trasparire la mia frustrazione.

<E cosa avresti di meglio da fare in questo momento?> chiese, sollevando leggermente un sopracciglio.

<Tutto, anche solo annaffiare le piante.> risposi, con un sospiro di irritazione.

<Prego, vai.> mi indicò la porta, irritandomi ancora di più.

<Ricevi uno stipendio per fare il tuo lavoro, non per perdere tempo leggendo libri senza senso e cacciando i tuoi pazienti.>

<Per te "La conoscenza di Zeno" di Italo Svevo è un libro senza senso?>

The PromiseWhere stories live. Discover now