Diamond 46

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Lo notai stringere con più forza il volante. <Sarò con te, anche se un po' distante. Ti seguirò passo dopo passo. Il mio auricolare è collegato al tuo. Non appena ti darò istruzioni per andartene, fallo. Senza discutere.> rispose.

Guardai la macchina davanti a noi e poi lui. Slacciai la cintura di sicurezza e mi girai leggermente sul sedile, appoggiandomi sulla gamba sinistra. <Sissignore.> risposi con un saluto militare, per poi ridere. Tuttavia, tornai seria quando mi resi conto che il mio piccolo scherzo non aveva fatto ridere nessuno oltre me stessa.

<Sto parlando seriamente. Qui non siamo in clinica o a casa mia. Nessuno sarà in grado di proteggerti se ti comporti come una ragazzina ribelle.>

<Ti preoccupi per me?>

<No, non è questione di preoccupazione. Semplicemente non ritengo necessario sprecare ulteriori energie per giustificare la tua assenza alla clinica.> distolse subito lo sguardo, voltandosi verso l'altro finestrino, per poi ritornare a guardare la strada.

Mi venne spontaneo sorridere e stringere la mano con cui cambiava marcia. <Tranquillo, seguirò le tue istruzioni e tutto andrà secondo i piani.>

Lo vidi ritirare subito la mano per poi sporgersi ad aprire la mia portiera. I suoi capelli mi sfiorarono il viso, permettendomi di percepire il loro profumo, la fragranza di narciso che ormai associavo esclusivamente a lui. <Esci e sali in quella macchina, dentro ci sono Luke e Charles.> indicò l'auto di fronte a noi, prima di rimettersi al suo posto. Annuii e uscii, dirigendomi verso l'altra macchina.

Anche se non mi ero girata, sentivo il suo sguardo su di me. Era capace di penetrarmi solo con la sua presenza, di suscitare in me una sensazione strana che nessun altro mi aveva mai fatto provare.

Era preoccupato per me, lo sentivo, nonostante le sue inutili giustificazioni. Lo psichiatra era l'unico che ancora non ero riuscita a conoscere a fondo. Dopo averlo analizzato ed esser giunta a una conclusione che sembrava corretta, lui compiva azioni che mi costringevano a rivalutare le mie conclusioni, a rivalutare lui.

Inizialmente lo avevo categorizzato come un uomo menefreghista e freddo. Tuttavia, dopo aver notato la sua preoccupazione più che giustificabile nei miei confronti, mi resi conto che forse questa conclusione è errata.

Lo psichiatra n. 7 è più un uomo autoritario, consapevole del potere che riesce ad esercitare sugli altri. E credo sia per questo che si mostra freddo e menefreghista, che cerca di manipolare chi ha di fronte e di presentarsi come un uomo senza alcun difetto.

<Barbie, sei pronta?> annuii a Luke e mi sistemai i capelli ramati in modo da nascondere meglio l'auricolare collegato allo psichiatra. Inspirai profondamente e mi rilassai sullo schienale del sedile posteriore, con Charles alla guida e Luke seduto accanto a lui.

<Ricordi il piano?> chiese l'avvocato.

<Ancora? Charles sì, lo ricordo. Questa domanda l'avrò sentita mille volte oggi.> alzai gli occhi al cielo e mi sporsi verso di loro, sbuffando.

<Visto che rispondi sempre con "sì, lo ricordo", te lo riassumerà Luke per sicurezza.> rispose. Ribadire quanto detestassi quell'avvocato ogni giorno di più, era diventata la normalità. Non riesco a capire come Luke possa considerarlo suo padre; erano così diversi che la mia curiosità di conoscere la loro storia cresceva ad ogni secondo.

Luke effettuò dei finti colpi di tosse per poi voltarsi verso di me ed obbedire al padre <Allora, noi ora andiamo, entriamo e carini carini arriviamo da Peter. Tu, ovviamente, gli consegnerai il König, il qui presente avvocato Charles Gherak. Poi, sempre con la pretty face, te ne andrai mentre noi lo catturiamo. I seguaci del König sono già in posizione, ce ne sono 20 sparsi per tutto il territorio.>

Nonostante la mia pazienza fosse sul punto di esaurirsi, non potei fare a meno di sorridere di fronte alla sua descrizione. <Solo 20? Saranno sufficienti?> se Peter intende catturare il König, sicuramente avrà portato con sé molti più seguaci.

<Altri 20 ci raggiungeranno in seguito. Saranno loro a circondare Peter quando lo avremo raggirato. Se tutto va secondo il piano e se tu non farai nulla per farci scoprire, i tempi prefissati saranno perfetti. Gli altri seguaci arriveranno e cattureremo Peter. A quel punto, avrai messo fine a una guerra che va avanti da secoli, Diamond.>

<Niente Lilith?> chiesi ironicamente, sorridendo e guardandolo negli occhi. <Credo che questa missione costruirà la leggenda di Diamond: la ragazza che è riuscita a domare entrambe le fazioni senza spargimento di sangue.>

Mi sentii soddisfatta a quell'affermazione. Finalmente Luke aveva capito che non ero una sanguinaria come aveva sottinteso paragonandomi a Lilith, così come aveva anche fatto Peter.

Arrivammo sul posto concordato. Tutti gli edifici circostanti il palazzetto erano desolati. Ci fermammo di fronte al palazzetto, un edificio che sembrava toccare il cielo. <Perché è così deserto qui?> chiesi.

<Questo era il luogo preferito della figlia di Peter, ci veniva sempre. Da quando è morta, nessuno ha più avuto il coraggio di avvicinarsi.>

Due uomini, posizionati davanti alla porta d'ingresso, si avvicinarono a noi con le pistole puntate. La paura iniziò a prendere il controllo di me, mentre Charles e Luke slacciarono le cinture di sicurezza con grande calma. L'avvocato, addirittura, si mise gli occhiali da sole prima di aprire la portiera e uscire, come se si stesse dirigendo verso un parco giochi e non verso un capo mafia.

Anche Luke aprì la portiera con grandissima calma, imitando il padre. Io uscii per ultima e in un attimo ci trovammo circondati da più di dieci seguaci, tutti con le pistole puntate verso di noi.

The PromiseWhere stories live. Discover now