Diamond 23

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Mentre tutti ridevano e mi guardavano, l'uomo al centro si avvicinò a me. <Io? Il König?> chiese, abbassandosi alla mia altezza. <Non sai chi è?>

Per la prima volta in quel magazzino, mi sentii sottopressione. Consapevole che un'unica parola sbagliata potesse costarmi la vita da un momento all'altro.

<Ne ho sentito parlare.> risposi con un filo di voce, sperando che se ne andasse e mi lasciasse sola.

<Come ti chiami?>

<Diamond One.>

<Come fai ad essere così speciale per lui se nemmeno lo conosci?>

Alzai le spalle, incapace di dare una risposta. Non sapevo nemmeno io perché fossi così importante per lui. Pensavo che fosse stato Luke a dare l'ordine di rapirmi, che fossi lì solo per uno dei suoi stupidi giochi.

<Prima hai parlato di un certo Luke, come lo conosci?> domandò.

<Non lo conosco, ho parlato con lui solo un paio di volte.> risposi nervosamente.

<Non mentire. Non sei nella posizione di farlo.> disse con voce dura, alzandosi dopo essersi abbassato alla mia altezza. Si voltò verso uno dei suoi seguaci, e in un istante tutti presero le pistole in mano, puntandole nella mia direzione.

Con il cuore in gola, deglutii a fatica, osservando ognuno di loro prima di volgere lo sguardo verso l'uomo al centro. <Chi è Luke? Questa è l'ultima volta che te lo chiederò.>

Il cuore cominciò a battere a un ritmo insostenibile, mentre un vuoto si diffondeva nel mio petto. Ero divisa, incapace di decidere se confessargli la verità o meno.

Se fosse venuto a conoscenza di quanto in realtà io e Luke siamo legati, al mio risveglio lo avrei sicuramente trovato al mio fianco. Non potevo metterlo in pericolo. Sebbene fossi ancora molto arrabbiata dalla nostra ultima conversazione, il mio obiettivo non è mai stato fargli del male.

<Mi ha dato una mano quando sono arrivata qui in Brasile, semplicemente mi ha dato indicazioni su dove andare e quali luoghi evitare. Le volte in cui l'ho visto le puoi contare sulle dita di una mano.> mentii.

<E allora perché pensavi che fosse stato lui a rapirti?> domandò.

<Perché l'ultima volta avevamo litigato.> risposi, cercando di nascondere il tremore nella mia voce.

<E perché?> insistette.

<Aveva ammesso di essere innamorato di me e io non ho ricambiato il sentimento.> mentii di nuovo, sentendo il cuore stringersi nel petto. Se qualcuno doveva soffrire in quel luogo, sarei stata io, non Luke o chiunque altro.

<Stai mentendo, ma non ti preoccupare, scoprirò chi sei e perché il König tiene a una che nemmeno lo conosce.> affermò, prima di lasciare la stanza seguito dai suoi uomini.

Che cosa intendeva? Perché sono speciale per un uomo come il König? Non riuscii a trovare una risposta sensata.

Era un mafioso, a detta di tutti uno dei più potenti del paese. Perché considerare importante una persona come me? Non sono famosa e di certo non sono una criminale. Non faccio parte del loro mondo, e l'unico con cui io abbia stretto un legame è Luke.

Era possibile che il König si interessasse a me solo per Luke? Forse Luke gli aveva chiesto di proteggermi. La mia mente si trasformò in un caos non permettendomi di mettere insieme tutte le informazioni.

Nulla di quello che stava accadendo aveva senso. Nulla poteva essere giustificato o spiegato logicamente. Tante situazioni che pensavo fossero solo delle coincidenze in realtà non lo erano. Era impensabile che quell'uomo mi avesse rapita per errore. Sicuramente avrà pensato a lungo prima di compiere una mossa del genere. Era intelligente, questo era evidente, ma perché me? Perché proprio io? Sempre a me accadono queste cose.

Sono venuta in Brasile con un obiettivo chiaro: trovare Eros Knight e mantenere la mia promessa. Invece, mi ritrovo qui, nel bel mezzo di un gruppo di pazzi pericolosi che giocano con le pistole.

Uno degli uomini presenti poco prima entrò nella stanza e si avvicinò a me. <Cosa volete farmi?> chiesi, sperando che parlasse e mi aiutasse. <Ascolta, sono molto ricca. Se mi aiuti a fuggire, ti darò qualsiasi cosa tu desideri.>

L'uomo rise e prese il panno con cui mi avevano precedentemente chiuso la bocca.

<Qualsiasi cosa?> domandò.

<Qualsiasi cosa.> confermai con il cuore che batteva forte.

<Certo, così sarò un cadavere con tanti soldi.> disse sarcastico, posizionandosi di fronte a me. <Ti darò un consiglio: parla. Dì tutto ciò che sai senza mentire e forse ti libererà.>

<Non ho nulla da dire! Non capite che sono solo una vittima in tutta questa storia?!>

<Decidi: preferisci essere una vittima viva o una vittima morta?> rispose con freddezza.

<Cosa volete che vi dica? Non ho nulla da dire.> risposi, sentendomi impotente.

<Senti, ragazzina, sei molto giovane e hai ancora tutta la vita davanti.> disse con un filo di compassione. <Non fai parte del nostro mondo e non conosci le nostre regole, ma ti garantisco che se l'Alpha vorrà la tua testa su un piatto d'argento, gliela consegneremo su un piatto d'oro. Pensaci.> affermò prima di rimettermi il panno in bocca e lasciare il magazzino.

Iniziai a odiare questo posto ed Eros per avermi fatta finire in questo paese. Se non fosse per lui, sarei su una spiaggia in Germania a prendere il sole.

Ero nervosa. Non riuscivo a capire come la mia vita potesse essere cambiata così tanto in così poco tempo. Sono passata dall'essere una militare all'essere un burattino nelle mani di tre psicopatici: quest'uomo che si è rivelato essere il più meschino fra tutti, il König che nemmeno conoscevo e Luke, l'uomo che mi aveva aiutato ma che ora è diventato solo un peso.

Dovevo scappare da lì, liberarmi e lasciare questa città.

Se Eros fosse stato veramente a São Paulo, lo avrei trovato. Dopo tutto questo tempo, avrei sentito parlare di lui, anche solo un accenno. Invece, l'unica volta che sentii il suo nome fu il primo giorno qui in Brasile, da parte di uno degli amici di Luke. Sembrava un fantasma: presente ma assente.

Dopo alcuni minuti, entrarono nella stanza quattro uomini. Uno di loro mi tolse le manette, per poi legarmi le mani con una corda.

<Perché mi avete liberato?> chiesi, sperando in una risposta.

<L'Alpha vuole vederti.> disse uno di loro, avvicinandosi.

<E per cosa?> domandai, incapace di nascondere l'ansia nella voce.

<Lo scoprirai quando arriveremo da lui.> affermò, prima di stringermi un braccio e condurmi fuori dal magazzino.

The PromiseWhere stories live. Discover now