Diamond 9

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<Devo sapere l'ora, ti ricordi più o meno quando è avvenuto il tutto?> il battito del cuore aumentò ad ogni secondo, non riuscii a non pensare che tra pochi istanti avrei rivissuto quell'inferno, avrei visto quegli animali avvicinarsi a me <Notte, notte fonda.>

Andò avanti con le registrazioni, quel video conteneva tutto ciò che accadde, la sera precedente, in ogni stanza, ogni coppia vi entrasse, ogni cosa facessero, era tutto completamente registrato.
<Perché violano l'intimità delle persone così? Loro lo sanno che ci sono le telecamere?>
<Qui non c'è intimità, non c'è privacy.> fece una pausa e mi guardò <Qui c'è solo la gerarchia, se sei nei i piani alti sei salvo, se sei nei piani bassi allora devi combattere per sopravvivere.>
<Che posto è questo...>

La registrazione si avviò, mi voltai lentamente e guardai quello schermo, vidi il momento in cui mi portò dentro la stanza, in cui si misero sopra di me e iniziarono a svestirmi, vidi tutto. Dall'inizio.

I miei occhi divennero lucidi, strinsi la mano di Luke senza pensarci e continuai a guardare, sentii i loro gemiti, si fermarono.

Tutti si alzarono e mi lasciarono non appena entrò nella stanza un uomo, si misero uno di fianco all'altro e lo guardarono <Non sapevamo che questa stanza fosse stata prenotata da voi.> disse uno di loro, colui che mi drogò e mi portò lì, la causa di tutto questo dolore, colui che avrei ucciso con le mie stesse mani non appena lo avessi trovato.

<Chi è lei?> a parlare fu l'uomo che mi condusse in quella psichiatria, avvicinandosi a me, continuò a guardarmi mentre chiese loro chi fossi.

<Una nuova ragazza, non l'abbiamo mai vista prima. Non è dei nostri.>
<E voi avete ben pensato di drogarla e sfruttarla, giusto?> rimasero tutti e tre completamente in silenzio, mentre uno di loro uscì da quella stanza senza farsi vedere.

Lo psichiatra si allontanò da me e li guardò negli occhi <Ho fatto una domanda.>
<Non doveva entrare in un luogo del genere, noi non abb->
<Mi pare di capire che la colpa sia sua.>
<Ecco sì, esatto, se vuole può unirsi a noi.> sorrise e lo guardò, anche attraverso lo schermo riuscii a percepire la personalità forte di quell'uomo, soltanto entrando in quella stanza riuscì a zittire tutti, a piegarli al suo volere e a renderli dei bambini fragili e innocui, riuscì a dominare l'atmosfera senza alcuno sforzo.
<Unirmi?> prese la pistola e gliela puntò addosso.

<Cosa fate? Non stavamo facendo nulla. Qui si fa sempre così.>
<La colpa è vostra, non mia.> abbassò la pistola sino ai livelli dei pantaloni <Ora faremo un gioco, prenderò il vostro telefono e chiamerò la prima persona che vorrò ponendole una domanda. Se questa risponderà bene, allora sarete liberi, se invece risponderà male saprete a chi addossare la colpa. A voi stessi.>

<Cos'ha di importante questa donna? Non vi siete mai comportato così per una donna.>
<Mhm non voglio avere altri pazienti in clinica.> sorrise ironico e prese i loro telefoni <Chi chiamerò, chi chiamerò...> continuò a ripetere innescando in loro una sensazione d'ansia.

Stava facendo tutto questo per me? Un uomo che neanche conosco...

<Oh ecco, chiamiamo Monica.> dopo pochi secondi la donna rispose
<Ei Iron.>
<Rispondimi sinceramente, che tipologia di persona reputi sia Iron?>
<Con chi parlo?>
<Prima rispondi.>
<Un uomo pieno di energia e molto sensibile, che mette gli altri sempre al primo posto. Ora ti ripeto, chi sei tu?>
lo psichiatra attaccò la chiamata e lo guardò negli occhi <Vattene.> l'uomo uscì da quella stanza in fretta senza voltarsi.

<Ora tocca a te.> prese il suo telefono e fece la medesima cosa.
<FIGLIO DI PUTTANA CHE CAZZO MI CHIAMI ANCORA, BASTARDO NON RIESCO PIÙ A CAMMINARE DALL'ALTRO GIORNO. GIURO CHE SE TI VEDO TI AMMAZZO MOSTRO!> attaccò la chiamata e si avvicinò a lui <Qualcuno qui non ha una bella reputazione> sorrise <Mi faccia spiegare la prego, non volevo farle nulla sono stato obbligato mi creda.> l'uomo che mi drogò e mi portò in quella stanza si mise in ginocchio davanti allo psichiatra pregandolo di risparmiargli la vita.

<Alzati.> fece come gli disse e si mise di fronte a lui <Io non ti voglio uccidere, non ora, prima soffrirai come avresti fatto soffrire questa ragazza e come hai fatto soffrire quella donna.> caricò la pistola e gliela puntò al livello del cavallo dei pantaloni, lo guardò negli occhi e nel giro di pochi secondi premette il grilletto.

L'uomo si piegò su se stesso tenendosi la parte colpita e urlando di dolore, lo psichiatra, invece, rimise la pistola dov'era e si avvicinò a me prendendomi in braccio e salvandomi da quell'inferno.

Luke chiuse il computer e si girò verso di me <Ora sai la verità.>

Rimasi senza parole, non riuscii a concepire quello che successe e del perché quello psichiatra mi avesse salvata senza neppure conoscermi.

<Voglio trovarlo. Quell'uomo lo voglio trovare.>
<Prima dobbiamo cercare il terzo ragazzo, fuggito come un vigliacco all'inizio della registrazione. Vieni come me, so dove si trova.> si alzò e mi porse la mano, io la strinsi senza pensarci ulteriormente e lo seguì, era dalla mia parte. Entrambi sia Luke che quello psichiatra erano dalla mia parte. Anche se non li conoscevo, mi stavano aiutando.

Scendemmo ai piani più bassi dell'edificio fino ad arrivare sotto il locale, un luogo che mai vidi prima. Vi erano molte stanze chiuse, sempre contornate da una luce rossa. Seguimmo il corridoio sino a giungere davanti a una porta, completamente ramata.

Luke la aprì e vi entrò scagliandosi subito addosso a quel ragazzo. L'aveva trovato, aveva trovato colui su cui avrei sfogato tutta la mia rabbia.
Lo continuò a colpire al volto, io rimasi poco avanti la soglia della porta, intenta ad assaporare quel momento prima di ucciderlo con le mie stesse mani.

Luke lo prese dai capelli facendolo inginocchiare davanti a me <È tutto tuo.>

Mi avvicinai a loro e mi posi di fronte a lui, lo guardai bene da vicino, era giovane, molto giovane.
<Dammi un buon motivo per non ucciderti qui e ora.>
<Uccidimi. Lui ha ucciso i miei fratelli con una pallottola in mezzo alla fronte. Uccidimi così ti ritroverò con me a bruciare tra le fiamme.> una pallottola in mezzo alla fronte? Allora non si limitò al primo colpo, lui li uccise.
<Io non andrò all'inferno, quello è solo il tuo destino.>
<Ti farà inginocchiare, supplicare il suo amore per poi gettarti come fossi il nulla. Lo fa con tutte e tu non sarai l'eccezione.>

Presi un coltello e glielo puntai contro <Di chi parli?>
<Colui grazie al quale tu sei qui, viva. Potrai anche mandare me all'inferno, ma se è vero ciò che sto pensando allora il tuo è appena iniziato. Giocherà con te come fa con ogni troia, ti farà inginocchiare per poi gettarti come fossi spazzatura. Se è vero ciò che sto pensando allora Lui ormai ti ha scelta.>
<E io ho scelto il tuo destino.>

Le mie mani si impregnarono del suo sangue. Arrivai in questo paese innocente e ora sarei uscita da questo luogo macchiata nell'anima.

Ryan, papà, se mi stai osservando da lassù sappi che se sono ancora qui, se sto sopportando tutto questo, è per te.

The PromiseWhere stories live. Discover now