Diamond 51

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La vita non è altro che un brutto quarto d’ora, composto da attimi squisiti.
Oscar Wilde

La vita presenta due frazioni ben definite: il momento in cui i fiori germogliano e la luce l'abbraccia con il proprio calore, e il momento in cui le foglie cadono, il cielo diventa cupo e la speranza inizia a diminuire.

Proprio come un albero, ogni anno, aspetta la primavera per rifiorire dopo l'autunno e l'inverno, sta a noi come individui preservare con pazienza la speranza che un giorno rifioriremo e avremo la nostra luce, anche se dopo giorni, mesi o anni, sta a noi decidere come affrontare le sfide che ci vengono poste di fronte.

La vita sarà, per la maggior parte, sempre in salita, perderemo parenti, amici, genitori, ci distruggeremo, ci rimproveremo, falliremo e ci rialzeremo più forti di prima.

Falliremo e impareremo.
Falliremo e ci deprimeremo.
Falliremo e perderemo la speranza.
Falliremo e ci distruggeremo.

Sta a noi decidere come reagire: se rimanere inginocchiati dinanzi a quella fase oppure rialzarci e fronteggiarla.
Sta a noi definire chi saremo perché chi eravamo è già scritto e non possiamo più cambiarlo.

Presi, con la pala, la terra e la gettai sopra alla tomba di Charles, del mio salvatore, di colui che non ci pensò due volte ad accogliere la pallottola al mio posto.

Mi sentii debole di fronte a lui, molto probabilmente, se fossi stata nella sua posizione, non avrei reagito in egual modo, non mi sarei sacrificata per una persona a cui non tengo, non avrei posto un freno alla mia vita per una ragazza che ha da sempre ammesso di disprezzarmi.

Mi sentii debole perché non ero nulla in confronto a lui.
Mi sentii debole perché non sarei mai riuscita a possedere un'anima così pura come la sua e un cuore così generoso come il suo.
Mi sentii debole perché non sarei mai riuscita a restituirgli il favore.

Luke era lì, a sinistra, di fianco ai suoi amici, lo psichiatra invece, a destra, circondato da nessuno.

Eravamo tutti completamente vestiti di nero, alcuni con gli occhiali da sole. Lo psichiatra era uno di questi ma non li indossava per il sole, no, quel giorno non vi era neppure, il cielo era offuscato dalle nuvole, bensì per nascondere le sue emozioni, per mostrarsi forte anche quando avrebbe voluto solamente cadere a terra e urlare quanto ingiusta fosse la vita.

Capisco i suoi sentimenti, e lo invidio.
Invidio il controllo che ha su se stesso, come riesca a non cadere mai in ginocchio, ma, al contempo, non vorrei mai costringere me stessa all'impassibilità, alla freddezza pura.

Finì e ritornai al mio posto, al centro.

Susseguirono a me molte persone e alla fine della cerimonia tutti se ne andarono, rimasi solamente io, Luke, lo psichiatra n.7, Mademoiselle e Rafael, il ragazzo che trovai, assieme a Luke, quel giorno in cui si rifiutò di presentarsi davanti a me come suo solito e in cui io mi introdussi in casa sua ascoltando tutta la loro conversazione, di come questo ragazzo volesse andare contro il König per aiutare i suoi amici e di come Luke lo ammonì liberandosi da ogni responsabilità.

Vidi Rafael andare a confortare Luke in ginocchio di fianco alla tomba e Mademoiselle, sempre impeccabile con i capelli ordinati e un completo elegante, abbracciare lo psichiatra che ricambiò stringendola a sé e inspirando il suo profumo.

Aveva vinto, e io persi.

Lei riuscì ad avvicinare maggiormente lo psichiatra mentre io mi allontanai causando la morte del suo migliore amico.

The PromiseWo Geschichten leben. Entdecke jetzt