Diamond 34

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Si può essere padroni di ciò che si fa, ma mai di ciò che si prova.
Gustave Flaubert

Indossai una maglietta bianca a maniche lunghe, aderente e perfettamente in tinta con l'atmosfera della clinica Lux, allo scopo di nascondere i tagli sul mio polso. Non volevo che lo psichiatra li notasse, né che facesse ulteriori domande durante l'appuntamento di questa mattina.

Indossai una gonna beige corta e un paio di scarpe col tacco bianche. Sciolsi i miei capelli ramati e applicai un leggero strato di mascara e lucidalabbra.

<Signorina, è l'ora dell'appuntamento.> disse uno dei maggiordomi della clinica, bussando alla porta per attirare la mia attenzione.

<Arrivo.> risposi alzando leggermente il tono di voce, in modo che mi sentisse da dietro la porta. Mi guardai per l'ultima volta allo specchio. Non ero come la sua fidanzata, ma ero comunque attraente. Sarei stata in grado di competere.

Ero consapevole che non fosse lo psichiatra il mio obiettivo, lo ammetto. Era la sua personalità enigmatica e professionale che mi attirava. Lui rappresentava una sfida.

Se quella donna ha considerato la mia presenza una minaccia, allora lo sono veramente. Significa che posso facilmente conquistare lo psichiatra n. 7.

Dimostrerò a miss "lui è mio", che si sbaglia. Dimostrerò che io, Diamond One, sono migliore.

Aprii la porta e seguii il maggiordomo lungo il corridoio che conduceva al suo ufficio. Quando arrivammo bussò, annunciando il mio arrivo.

Entrai con passo elegante. Sin dall'arrivo in questa clinica, non mi ero mai mostrata con questo stile. Da sempre indossai pantaloni larghi della tuta, non tacchi.

Lo vidi alzare gli occhi e osservarmi attentamente durante tutta la mia entrata, fino a quando mi sedetti di fronte a lui. Incrociò le mani sul tavolo. <Hai letto il libro?> domandò.

Libro? <Non credo di aver capito.>

<Il libro, Diamond, la coscienza di Zeno che ti avevo chiesto di leggere tempo fa.>

Veramente non aveva notato il mio nuovo stile? Il trucco? I tacchi?

<No, non l'ho letto.>

Inspirò profondamente e appoggiò la schiena alla sedia, assumendo un'espressione seria. <Ti avevo chiesto di leggerlo attentamente. Ogni compito è finalizzato al tuo bene e al tuo recupero. Abbiamo elaborato un piano specifico al quale è importante attenersi.>

<Piano? Non ho bisogno di un piano. Sono qui solo per il König. Una volta che avrò finito, me ne andrò.>

<Non ne hai bisogno?> disse, alzandosi e avvicinandosi a me. Poi prese la sedia, la girò e si sedette di fronte a me, porgendomi la mano. <Alza la manica.>

<No.>

<Dichiari di non averne bisogno, eppure non sei capace neanche di mostrarmi il tuo braccio. Fino a quando non supererai questa fase, Diamond, non ti lascerò andare, che tu lo voglia o meno.>

Lo guardai abbassando il capo per un attimo. <Mi fa sentire viva. Non lo faccio perché ne sono dipendente, ma perché mi riporta alla realtà.>

È il dolore che mi aiuta a sopportare tutto quello che sto vivendo, tutto ciò che ho sempre vissuto. Anche se può sembrare un controsenso: sentire la lama e vedere il sangue scorrere mi fa sentire viva.

<Hai mai provato una sensazione simile in un contesto diverso?>

Chiusi gli occhi, ripercorrendo tutte le situazioni che ho affrontato fin dall'alba della mia vita. <Se intendi il dolore, sì, durante gli stupri. Se invece intendi il senso di vita, allora no, non l'ho mai provato prima.>

<Ti chiedo di chiudere gli occhi e di rivivere mentalmente quella notte. E quando ti sentirai pronta, condividi con me le tue emozioni, Diamond.> lo guardai negli occhi prima di eseguire ciò che mi chiese, rivivendo mentalmente quell'orrore. Rividi quell'uomo di fronte a me, nitido come se stesse realmente arrivando. "Good girl" mi disse, prima di sfiorarmi le guance calde. Io ero nell'angolo, bloccata e incapace di oppormi.

Con il dito mi sfiorò le labbra, per poi percorrere tutto il corpo fino ad arrivare alla mia intimità. Mi guardava dritto negli occhi mentre mi toccava, rideva, si divertiva. <Odio.> dissi con le guance rigate dalle lacrime, prima di riaprire gli occhi e fissare lo psichiatra n. 7. <Vendetta.> affermai a denti stretti, stringendo i pugni per la rabbia.

<Questi sentimenti svaniscono nel momento in cui ti fai questo?> chiese, sollevando il mio braccio e alzando la manica. <Dimmi, Diamond, questi tagli infliggono dolore a te o a lui? Il sangue che scorre è il tuo o il suo? Avanti, Diamond, rispondi. Chi continua a soffrire mentre lui si diverte là fuori?> percepii la sua rabbia, seppur controllasse il tono di voce. <Io.> affermai, abbassando lo sguardo.

Con delicatezza, pose due dita sotto il mio mento, sollevandomi la testa. <Non sei tu che devi nasconderti o vergognarti.> sentii il calore della sua mano sulla guancia prima che si allontanasse leggermente, sistemando la giacca e incrociando le mani mentre mi guardava. <Chiederò che ti venga negato l'accesso a qualsiasi strumento tagliente. E, Diamond, in caso volessi rifarlo, chiudi gli occhi e immagina il tuo aggressore mentre si diverte.>

<Che psichiatra darebbe un consiglio del genere...> il suo dovere era migliorare la mia situazione, non sotterrarmi sotto il peso del male che mi ha segnato l'infanzia, che mi ha resa donna prima del tempo, che mi ha quasi uccisa.

<Con te, non mi considero semplicemente un normale psichiatra, piuttosto un uomo coinvolto nella mafia, capace di comprendere la brama di vendetta che stai provando.>

Appoggiai i gomiti sulle cosce scoperte, avvicinandomi a lui. <Come sei entrato nella mafia? Uno che ricopre una simile posizione, in una delle più grandi cliniche in Brasile, come fa ad appartenere a quel mondo?>

Era acculturato, uno psichiatra con anni di studio alle spalle, con una personalità forte e carismatica. Come faceva ad appartenere alla mafia? Cosa lo aveva spinto ad avvicinarsi a un mondo così oscuro?

<Sono io lo psichiatra, non tu.> si alzò ritornando a sedersi dietro la sua scrivania. <Ti avverto, Diamond, durante la prossima seduta controllerò i tuoi polsi. Se troverò anche un solo taglio, vedrai un lato di me diverso. Discuteremo della Coscienza di Zeno; è opportuno che tu abbia almeno una conoscenza di base della trama.>

<Perché il tuo atteggiamento nei miei confronti è diverso da quello che riservi agli altri? Perché sembri essere più severo con me?>

Ero l'unica a dover sopportare sempre le sue minacce e i suoi rimproveri. "Vedrai un lato di me diverso", cosa voleva dire? Già questa versione era abbastanza discutibile.

The PromiseWhere stories live. Discover now