Diamond 24

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Attraversammo un lungo corridoio prima di scendere le scale. Davanti a me si schierarono i 10 uomini visti in precedenza, seguiti da altri 5.

Appena arrivati, alcuni si posizionarono a destra, altri a sinistra, mentre i rimanenti si disposero dietro di me, lasciandomi al centro.

Il luogo era desolato, con la luce appena sufficiente che filtrava dalle finestre.

Tutti presero una pistola in mano mentre l'Alpha si posizionava al centro, di fronte a me.

Inspirai ed espirai lentamente, mantenendo lo sguardo fermo e deciso. Non avrei concesso loro la soddisfazione di vedere la mia debolezza, nonostante fossi circondata da uomini armati. Non avrei ripetuto lo stesso errore di prima.

L'unica domanda che mi attraversava la mente in quel momento era: perché mi ha portato da lui e non mi ha detto tutto prima?

Mi trovavo in una situazione che sembrava uscita da un film pieno di colpi di scena, incapace di comprendere cosa stesse accadendo.

L'uomo che mi aveva trascinato qui con la forza mi strinse di nuovo le braccia, costringendomi a inginocchiarmi.

Sollevai il viso e fissai i suoi occhi azzurri. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima, ma nei suoi vedevo solo un profondo odio e una sete insaziabile di potere.

Mi sentii soffocare, circondata da tutti quegli uomini, mi sentii sola e, con tutte quelle pistole puntate contro di me, debole.

Il loro Alpha avanzò verso di me, con le mani nelle tasche e il volto nell'ombra, privo di ogni luce, come se fosse immerso nel buio totale, nonostante il pieno giorno.

Prese dalla tasca una foto e me la mostrò. <Lo riconosci?>

Sentii immediatamente il fiato mancare. Non potevano averlo veramente trovato. Non riuscii a proferire parola, non sapevo cosa dire, se ammettere chi fosse o negare del tutto.

<Non è questo il tuo caro Luke?>

<No.>

Sentii la sua mano colpirmi il volto, persi l'equilibrio e caddi di lato con le mani ancora strette dalla corda.

Mi voltai e lo fissai negli occhi con una rabbia indescrivibile che bruciava dentro di me. La sua mano afferrò il mio volto, costringendomi ad alzarmi in piedi come se fossi un burattino tra le sue dita.

Avvicinò il suo viso al mio. <Sbaglio o ti ho detto più di una volta di non mentire?> pronunciò con tono duro.

Non risposi. Sentii la sua stretta sulle guance ancora arrossate dal colpo precedente. <È lui Luke?> chiese di nuovo. <Parla!> urlò, spingendomi indietro. Caddi contro i suoi seguaci, che mi rimisero subito in piedi. <Parla.> mi sussurrò uno di loro, rialzandomi.

<Cosa vuoi da me?> riuscii a dire con un filo di voce. <Perché non capisci che non c'entro con voi?> dissi, stremata da tutto quello che stava accadendo. Non facevo parte del loro mondo né di questa guerra. Non ero una criminale. Non sapevo come comportarmi o cosa dire.

Emise un ghigno prima di rispondere. <Vuoi davvero sapere cosa voglio?> abbassai il capo e poi lo rialzai, annuendo. <Voglio il König. Lo voglio davanti a me, stremato, che chiede di essere ucciso dopo ore di torture. Questo voglio.>

Il König... io nemmeno lo conosco.

<Io non sono il König.>

<Hai ragione, ma sei speciale per lui e lo porterai da me.> rispose, non distogliendo lo sguardo dai miei occhi. <Sarai tu la sua fine.> concluse, sorridendo.

<Non sono speciale per nessuno, io non lo conosco.>

Come avrei potuto portarlo da lui se non conoscevo nemmeno la sua identità? Come poteva pretendere che riuscissi in un compito così impossibile se non sapevo nemmeno da dove iniziare a cercare?

<Non mi interessa. In qualche modo me lo porterai, o lui...> mi mostrò di nuovo la foto di Luke. <...morirà.>

<Lui non ha nulla a che fare con tutto questo! Perché lo fai? Se sei così potente come sembri, perché non vai tu stesso a prendere questo maledetto König!>

Uno dei suoi uomini mi tirò con forza dal braccio, costringendomi di nuovo a inginocchiarmi. Sembra che il loro prezioso Alpha sia intollerante alla verità!

<Pensi che se potessi, starei qui a discutere con una ragazzina come te?>

<Allora non sei così forte come sembri. Tu vuoi solo apparire potente.>

Sollevò la mano fino al livello delle spalle, e i suoi uomini estrassero le pistole, puntandole verso di me. <Vedi, cara Diamond, esistono due tipi di potere: quello che esercito su di te ora, e quello che posso esercitare sul König.>

Inspirai profondamente, cercando di mantenere il controllo sulle emozioni. Non potevo mostrarmi debole. In quel momento, dovevo essere lucida e concentrata. Non avrei concesso alle mie emozioni di diventare la mia rovina.

<"Posso"? Vuol dire che non lo hai.>

<Vero, ma lo avrò quando sarà al tuo posto in ginocchio a chiedere pietà.>

<Quindi è lui il più forte fra di voi.>

<Lui è intelligente, è questo che lo ha reso un capo mafia a quell'età, ma la sua era sarà breve. Hai la mia parola.>

<Allora affrontalo e lascia andare me.>

<Vedi, cara Diamond, è qui che ti sbagli: io non lo voglio solo affrontare, io voglio vederlo morto. E tu sarai l'esca.>

L'esca? Assolutamente no. Non mi metterò contro un altro mafioso. Uno è già più che sufficiente.

<L'esca?>

<Esattamente, l'esca. Lui ti protegge e tu lo porterai da me.>

<Ti sbagli, lui non sa nemmeno della mia esistenza. Avete preso la persona sbagliata.>

<Appena sei arrivata in Brasile stavano per stuprarti, vero?>

Mi alzai da terra e mi avvicinai a lui. <Cosa intendi?> chiesi.

<Se non fosse stato per il König, quella notte l'avresti trascorsa fra le loro braccia, ragazzina. È stato lui a salvarti.>

E questo cosa voleva dire? Lo psichiatra n. 7 lavora per lui? L'uomo per cui ho messo da parte alla mia promessa, mio padre e la mia missione, concedendomi completamente a lui, è un mafioso? Sono stata nella casa di un mafioso per tutto questo tempo?

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