<Con la continuazione di questa storia capirai che io non ho effettuato alcuna azione senza prima pensarci attentamente. Scoprirai che sono innocente e in quel momento capirai di aver frainteso tutto. Credimi, non sei l'unica vittima.>

<E chi è la vittima? Tu? Tu sei l'incarnazione dell'angelo della morte.> affermai asciugandomi le lacrime <Peccato, mi stavi realmente a cuore...> dissi per poi incamminarmi verso l'uscita ma una mano mi prese per il braccio fermandomi <Anche tu. E non ti è permesso varcare la soglia di quell'uscita senza di me.>

Non so come interpretare quel "anche tu" e non ho più voglia di cercare con tutte le mie forze di capirlo, ha dimostrato di non esserne all'altezza, di esser stato la causa di tutto ciò che mi è accaduto, se non fosse per il suo legame con me, io non avrei mai incontrato Peter, non sarei mai entrata nella mafia e, a quest'ora, avrei già mantenuto la mia promessa senza alcuna distrazione.

Odio il fatto che lo stesso uomo al quale stavo per cedere il mio cuore sia colui che più mi fece del male, che colui che mi protesse in realtà è lo stesso da cui mi sarei dovuta proteggere, Eros era là fuori ad aspettarmi e io ho legato i miei giorni all'uomo sbagliato...

<E se me ne vado che farai?! Mi ucciderai come fai sempre?! Oppure ordinerai a uno dei tuoi uomini di bloccarmi?! Rispondi. Cosa farai? A che livello arriva la tua crudeltà?!>

Mi lasciò il braccio guardandomi, gli occhi nei quali avrei accettato con piacere di tuffarmi e abbeverarmi del loro miele, ora parevano così taglienti da quasi dolere alla vista, mi parvero diversi, a me estranei.

<No, non ti farei mai del male, tuttavia, per proteggerti necessito che tu rimanga con me.>

<PROTEGGERMI DA COSA?! PERCHÉ DOVRESTI PROTEGGERE UNA SCONOSCIUTA?!> sbottai di colpo rilasciando tutta la rabbia e la delusione che mi circondarono in quegli istanti, avrei preferito fosse chiunque il König, anche Luke stesso, ma non lui, non l'uomo che riuscì a perforarmi il cuore e a riscaldarmi con il suo calore...

Si voltò e tornò davanti al moro <Versalo completamente.>
<No! Non ucciderai ancora per egoismo.> mi avvicinai velocemente posizionandomi davanti a lui <Non ti permetterò di usarmi come giustificazione alla tua crudeltà.> lo guardai con rabbia, l'amore che prima sprigionavo a ogni contatto con lui, ora sparì lasciando spazio alla coscienza di un'illusione angelica errata.

<Io non chiedo il permesso a nessuno.> affermò lui spingendomi di lato e prendendo dalla tasca un accendino <Neppure a te.> affermò guardandomi per poi accenderlo e gettarlo sopra alla sua vittima.

Nel giro di un millisecondo il suo corpo prese fuoco inondando quel posto di fumo, le prime urla si spensero dopo poco lasciando spazio al completo silenzio, lo vidi continuare a guardarlo senza alcun risentimento, eretto dinanzi a lui con completa fiducia in sé stesso e sprigionando quell'autorità che lo caratterizzò sin dall'inizio.

Iniziai a tossire per il troppo fumo e uscì dalla stanza di corsa, scesi le scale e mi tenni al muro incredula di aver assistito a un simile atto, chiusi gli occhi e cercai di regolare la respirazione concedendo il tempo al cuore di riprendere a battere normalmente.

Sentii una mano poggiarsi sopra la mia spalla e la spostai velocemente allontanandomi con gli occhi lucidi <Non ti permettere. Non mi toccare mai più.> affermai con rabbia allo psichiatra n. 7 che iniziò a sorridere come non avesse fatto nulla, come se ciò che appena accadde non fosse niente di cui preoccuparsi, come fosse nella norma.

<Il motivo? Sei stata tu a richiederlo.> smise di ridere e cercò di avvicinarsi ma a ogni suo passo in avanti ne seguiva uno mio indietro <No. Ho detto che volevo che sentisse il bisogno di uccidersi non che lo voglio morto o addirittura bruciato.>

<Hai avuto la libertà di scelta. Sei tu che hai rifiutato di prendere una decisione.>

<Io non lo volevo morto! Non voglio la coscienza sporca, io non sono te! Non voglio il male per gli altri. È vero, volevo vendicarmi ma non fino a questo punto.>

<Nel momento in cui ti dissi di allontanarti e tornare nel tuo paese natale, avresti dovuto effettuarlo. È stata una tua decisione entrare in questo mondo.>

<No, sei stato tu a condurmi all'interno. Se non fossi così ossessionato da me nessuno mi avrebbe rapita, minacciata o condotta ad assistere a morti e sangue. È solo colpa tua.>

<Non sono ossessionato da nessuno. Né tantomeno da te.>

<Allora dovresti farti ricoverare in quella clinica e non lavorarci.>

Per tutti questi mesi è stato l'uomo che più si dimostrò presente nella mia vita, a cui più ero legata da molteplici avvenimenti, e il tutto accadde per sua volontà, se non fosse stato per lui non sarei qui, molto probabilmente non sarei neppure in questa città. È lui la causa di tutto ciò che mi accadde.

<Quante volte ti dissi di non seguirmi? Quante volte ti dissi di stare lontana dalla mafia? Quante volte ti avvisai dei pericoli presenti in questo paese? Sei testarda e di questo non ho colpe.>

No, non sono testarda, sono stata solo ingenua a fidarmi di un uomo che non volle neppure dirmi il suo nome, sono stata ingenua a legare la mia vita a una persona tanto meschina e priva di umanità.

Sono stata ingenua sì, ma, al contempo, non riesco ad odiarlo, sono delusa, arrabbiata, con la volontà di distruggere qualsiasi oggetto si trovi davanti a me, di sfogarmi su di lui, ma non riesco a spegnere quell'amore che mi fece provare in questi mesi.

La spensieratezza che mi concesse, il senso di protezione, la coscienza di non essere soli in questo mondo, il modo dolce in cui mi trattò per tutto il tempo che stetti da lui, nonostante scoprì di aver vissuto in un'enorme bugia, ciò che provai, le emozioni che mi trasmise, tutto ciò che fece per me, erano reali. Lo psichiatra n. 7 era reale in quello che faceva, è vero, il König è il responsabile per tutte le disgrazie che mi colpirono in questo paese, per esser stata paragonata a Bloody Lilith, per esser stata posta nella posizione di decidere per due frazioni, ma io ho conosciuto l'uomo che vi è sotto questa maschera di potere, l'uomo pieno di felicità e gioia che mi accolse sotto le sue ali e mi fece sentire importante.

Colui che mi aiutò a vendicarmi senza giudicarmi, che mi ascoltò assorbendo i miei peccati senza lamentarsi anzi, invitandomi ad aprirmi maggiormente, a confidargli ogni lato oscuro della mia vita e a liberarmi del fardello che da anni conduco con me.

<Pensavo ne valessi la pena.>

Che valessi il mio amore, la nuova Diamond One, e vali. Lo psichiatra n. 7, l'uomo che conobbi valeva la mia vita e oltre. Il König invece, vale solo il disprezzo.

<Ti ho sempre dichiarato la mia non volontà nell'iniziare un qualsiasi legame Diamond. Non assumermi colpe di cui non sono responsabile.>

Pensavo fosse Isabel il problema, l'ostacolo da superare eppure ora sono cosciente che non è mai stata lei a dividerci bensì lui stesso. La causa della nostra lontananza era la sua volontà e nessun'altra persona.

Annuì delusa da tutto ciò che appena accadde e mi girai per uscire finché non sentì degli spari provenire dall'esterno.

The PromiseWhere stories live. Discover now