<Ascolta amico, non ho tempo da perdere, il viaggio é stato lungo e sarebbe gradita una bella dormita> incalzai il discorso.

<Ora apri le orecchie. Prega un ultima volta, entra in casa, prendi la donzella per le sue gambe e portala fuori di qui. Scappa più lontano che puoi> dissi guardandolo dritto negli occhi.

In altri casi, il mio volto serio e le mie parole avrebbero fatto scappare chiunque, ma non lui.

Era più tenace.

<Perché dovrei ascoltarti?> Balbettò.

Scrollai le spalle con fare ambiguo.

<Beh, se vuoi farla morire, a te la scelta. Ci si vede> feci un cenno di saluto con la Mano e mi voltai.

Non avevo intenzione di andare via, sapevo benissimo che mi avrebbe fermato prima che il mio corpo potesse raggiungere i 70 gradi.

<Aspetta! Di cosa stai parlando?> Gridò facendo un misero passo con il piede.

Sorrisi compiaciuto nel vedere la preda cadere nella mia trappola.

Ma inaspettatamente cademmo entrambi in una trappola.

<Quello che ho detto> risposi semplicemente, per aguzzare la sua curiosità.

<Come faccio a crederti?> Domandò.

Bingo.

Sorrisi dentro di me, avendo compiuto per metà la mia missione.

Gli raccontai tutta la verità, o almeno ciò che mi avevano detto.

<La ragazza qui é circondata da persone che vogliono ucciderla, quindi faresti meglio a levare le tende prima che possa succedere> dissi senza andare troppo nei dettagli.

I suoi occhi si dilatarono, e potei leggere la sua esitazione mentre spostava lo sguardo tra me e quel telo bianco steso per terra.

Guardai quel telo per un attimo, distogliendo lo sguardo per non cedere alla pietà.

Sapevo che sotto quel telo ci fosse un piccolo bambino innocente, vittima di questo giro losco e pericoloso.

Dalla quale sarei anche io uscito volentieri.

All'inizio odiavo il mio lavoro, ma era tutto ciò che potevo permettermi.

I miei genitori non volevano darmi la vita che avrebbe meritato un comune adolescente, per questo segui la strada più sbagliata.

Era anche l'unica.

Non avevo finito gli studi, non avevo laure e trovare un lavoro onesto era praticamente impossibile.

Martin mi aveva trovato e accolto come un vero padre fa con i propri figli.

Era solo un 'contratto' temporaneo che però divenne permanente grazie al legame che si instaurò tra me, Axel e Taehyung.

Quest'ultimo fu quello che irruppe nella camera, facendo sbattere la porta sul muro.

Poggiai una mano sulla testa e la scossi lentamente.

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