Mi aveva appena respinta, sentii la mia dignità al suolo, il primo uomo con il quale ebbi mai intrapreso il primo passo, il primo uomo che mi fece provare queste emozioni contrastanti senza effettuare nulla di concreto, mi aveva appena allontanato senza darmi nessuna possibilità, come fossi una semplice bambina capricciosa che voleva di più, come non fossi abbastanza.

<Parla, ti ascolto.>

<Perché mandare i tuoi amici a morire mentre tu sei rimasto dietro le quinte? Avevi paura? Perché il König ha mandato così pochi seguaci? Perché mi hai presentato Charles in veste del König se lo stesso Luke disse che non lo è? Chi è il vero König? Perché lo proteggete così tanto? Perché non si mostra a tutti e non pone freno a questa storia? Peter disse che questa guerra terminerà con la morte sua o del König, perché non fanno uno di quei duelli con le pistole come accade spesso nei film? Perché sacrificare così tante persone? Perché così tanto sangue?>

Mi fermai dal porgli ulteriori domande quando lo vidi prendere il telefono, <Mi stai ascoltando?> chiesi ironicamente <Psichiatra?>

Dopo tutte quelle domande che gli feci la sua unica risposta fu l'indifferenza? Cosa vi sarebbe in quel telefono di così tanto importante? Oh certo, doveva organizzare un altro stupido piano con l'uomo di prima.

Non riuscì a mantenere la calma, lui non poteva ignorarmi in questo modo, come non valessi nulla. Mi alzai e mi avvicinai prendendo il telefono, lui di riflesso si alzò cercando di riprenderlo ma io lo respinsi spingendolo dal braccio che non aveva alzato.

Vidi nel suo volto formarsi un'espressione di dolore e stringere il punto in cui toccai il braccio con forza, nel giro di qualche secondo la camicia si bagnò in quel esatto punto.

<Cos'hai?> chiesi avvicinandomi a lui, riprese il telefono e mi prese dal braccio allontanandomi <Vattene. Torna nella tua stanza.> affermò riprendendo a stringere il suo braccio e aggirando la scrivania iniziando a cercare qualcosa nei cassetti <Quello è sangue?> chiesi preoccupata non riuscendo a vedere bene il colore di quel liquido a causa del nero della camicia. Mi riavvicinai a lui <Io-io non volevo...>

<Tu non vuoi mai è diverso> disse a bassa voce per poi prendere una sciarpa dal cassetto e legarla al braccio <Perché non lo hai detto subito? Potevamo andare in ospedale.> distese il braccio e potei notare il sangue che continuava a colare raggiungendo la mano.

<Ah sì? E come avresti intenzione di giustificare questa tipologia di ferita?>

<Io..> abbassai lo sguardo prendendo la sua mano <non lo so.> affermai a bassa voce per poi incrociare nuovamente le nostre iridi <Non appartieni a questo mondo, dopo che avrai finito la tua terapia torna nel tuo paese natale e non far più ritorno in Brasile Diamond. Sei entrata in un circolo più grande di te.>

È vero, aveva ragione, sono entrata in un circolo il cui unico scopo è il potere, persone che ne uccidono altre senza un motivo valido, seguendo gli ordini di due pazzi che pensano di governare tutto il Brasile, come non esistesse la polizia, come se la morte fosse un compito da portare a termine senza risentimento alcuno.

Se potessi, ritornerei in Germania da oggi, ma ho una missione da portare a termine: Eros Knight deve essere protetto. Ora lo so meglio di prima, ora sono certa delle parole di papà.
Se questo paese è così pieno di sangue e ingiustizie, di criminali e gente senz'anima, allora papà aveva ragione a chiedermi di proteggere suo nipote, chissà se appartiene a qualche frazione, chissà se Eros Knight fa parte del König o di Peter.

Il primo giorno in cui arrivai in Brasile e in cui incontrai Luke, sentii uno dei suoi amici dire che Eros si sarebbe presentato al Königloom, questo significa che appartiene alla frazione del König? Oppure era lì per un altro motivo? Non so cosa pensare, sono mesi che sono in questo paese eppure non ho sentito parlare molto di lui.

<Io non posso tornare in Germania.>
<Perché?> nel momento stesso in cui lo psichiatra n. 7 mi fece la domanda uno dei dipendenti della clinica Lux aprì la porta senza bussare e respirando con affanno, come avesse appena corso.

<Ha-ha p-provato a suicidarsi, DI NUOVO.> lo psichiatra non perse tempo prendendo il cappotto e mettendolo per nascondere la ferita, si diresse a gran passo verso l'uscita e, seguito dal dipendente, percorsero l'intero corridoio.

Volli seguirli ma un'altra idea pervase la mia mente, andai a chiudere la porta e ritornai dietro la scrivania aprendo tutti i cassetti presenti, lui nasconde qualcosa questo lo so, e la scoprirò.

Conoscerò chi è veramente lo psichiatra n. 7.

Nei primi due cassetti trovai solo documenti e fogli sparsi, negli altri due alcune penne stilografiche, foto e documenti di alcune pazienti.

Nulla, non trovai niente nei cassetti, mi alzai cercando sulla scrivania, spostai il computer e i documenti che aveva posto al di sopra ma anche lì era tutto nella norma, andai verso gli scaffali che contenevano i suoi libri e cercai.

Mi appoggiai a quei scaffali dopo non aver trovato nulla neanche lì, guardai l'intera stanza in cerca di qualche posto in cui lo psichiatra possa nascondere qualcosa riguardante il suo passato, anche solo la sua carta d'identità per poter conoscere il suo vero nome.

Mi avvicinai nuovamente alla scrivania sedendomi sulla sua sedia, guardai più attentamente il ripiano notando un rialzamento e mi avvicinai cercando di aprirlo, pareva essere solo una decorazione, un rialzamento di abbellimento, spostai la sedia e mi abbassai guardando la scrivania dal basso, toccai la superficie che avevo di fronte per poi spingere nel punto in cui sentii una spaccatura lieve.

Ritornai indietro nel momento in cui sentii qualcosa scendere, mi venne da sorridere quando vidi un nuovo cassetto formarsi proprio dinanzi a me, mi rialzai sedendomi e tirandolo verso di me.

Era vuoto, gli unici oggetti che conteneva erano un anello con una pietra di rugiada verde e una collana con il pendente a forma circolare, la presi e lo aprì trovando al suo interno un piccolo specchietto.

Sentii dei passi farsi vicini e delle voci innalzarsi a ogni secondo che passava, rimisi la collana nel cassetto richiudendolo velocemente per poi nascondermi sotto la scrivania.

<Non mi interessa, non è la prima volta e la reputazione della clinica Lux non verrà macchiata a causa di una ragazzina incompetente come lei. Domani la trasferirete in un'altra clinica, noi non la possiamo più tenere.> sentii lo psichiatra discutere con il dipendente di prima e Luisa prima di avvicinarsi a grandi falcate verso la scrivania, mi rannicchiai cercando di occupare il minor spazio possibile e trattenni il respiro per non farmi sentire da lui.

Fortunatamente prese i documenti presenti sulla scrivania e si allontanò tornando dalla segretaria, potei riprendere a respirare <Dai questi allo psichiatra n. 10, io non voglio averci nulla a che fare d'ora in poi. È una sua responsabilità.>

Richiuse la porta dopo che se ne furono andati, mi avrebbe scoperto? Se si fosse avvicinato alla scrivania nuovamente, se l'avesse aggirata per sedersi, sicuramente mi avrebbe notata.

Avrei dovuto subire un'altra delle sue ramanzine per poi ritrovarmi costretta a dover rispondere alle sue, ragionevoli, domande sul perché mi fossi chiusa dentro.

Sentii i suoi passi farsi più vicini e la mia temperatura innalzarsi a causa dell'ansia, chiusi gli occhi e strinsi i pugni per potermi tranquillizzare e respirare il meno rumorosamente possibile, il suo telefono iniziò a squillare e lui lo prese rispondendo <No, aspettate che arrivo.> affermò per poi chiudere la chiamata e ritornare sui suoi passi aprendo la porta ed uscendo.

Emisi un sospiro di sollievo ed uscì dal mio nascondiglio, mi assicurai che il cassetto fosse come prima per poi avvicinarmi alla porta. Cercai di capire se vi fosse qualcuno fuori per poi, non avvertendo nessun rumore, aprire la porta uscendo a passo svelto e ritornando nella mia stanza.

Chiusi dietro di me e mi avvicinai al letto sedendomi, lo avrà chiamato lo stesso uomo di prima? Quella ferita non l'ha neppure medicata, come pretende di incontrare nuovamente i seguaci di Peter in queste condizioni? E se gli succedesse qualcosa mentre è via?

The PromiseWhere stories live. Discover now