Il soffitto nero era ornato da un lampadario scintillante di diamanti. Le lenzuola sul letto erano grigie e di una consistenza diversa, meno morbide ma più resistenti al tatto. Le pareti riprendevano lo stesso colore delle lenzuola, circondando un enorme e raffinato balcone coperto da tende che richiamavano la tonalità del soffitto.

<Psi- psichiatra> girai lentamente la testa verso di lui, abbassando lo sguardo e stringendo le lenzuola a me non appena mi accorsi di essere in intimo.

Sentii i suoi passi lenti avvicinarsi verso di me, finché si fermò proprio di fronte a me. <Non mi avevi detto di soffrire di sonnambulismo.>

Si sedette accanto a me una volta terminato di chiudere i bottoni. <Non si presentano sempre questi episodi, è solo sfortuna.> mi sentii messa a nudo di fronte a lui.

Mi sentii privata della mia dignità, completamente vulnerabile davanti a lui, senza la capacità di liberarmi da quella situazione senza il suo consenso. Mi sentii inadeguata, senza potere e incapace di muovermi, completamente rilegata a lui.

<No, non è sfortuna. Dovresti considerare tutto ciò come un evento fortunato. Se non fossi arrivata nella mia camera, se il balcone di fronte al quale ti sei posizionata senza esitazione non fosse stato il mio, non saresti qui ora. C'è qualcos'altro che dovresti dirmi su di te, Diamond?> sentii la sua mano calda posarsi sopra la mia, stringendola delicatamente. Alzai lo sguardo, guardandolo negli occhi, e ricambiai la stretta rispondendo <Se prometti che gli appuntamenti non dureranno più solamente 10 minuti, ti racconterò tutto.> confessai con un sorriso, stringendo saldamente il lenzuolo al mio petto.

Lo vidi sorridere, le sue fossette spuntare all'improvviso mentre strinse ancora di più la mia mano, sostenendo il mio sguardo. <Non è necessario promettere sempre tutto a tutti, Diamond. Le promesse portano con sé una responsabilità. Tienilo a mente.>

Aveva ragione.
Come sempre, lui aveva ragione.
Se non avessi promesso a papà di cercare Eros Knight, non sarei qui.
Non sarei venuta in Brasile.
Non sarei stata rapita.
Non sarei stata minacciata.
Non sarei entrata nel mondo mafioso.
Non sarei entrata in clinica.

Però anche le promesse hanno un lato positivo.

Se non avessi promesso a papà di cercare Eros Knight, non sarei qui.
Non avrei incontrato Luke.
Non avrei iniziato un percorso per conoscere me stessa.
Non avrei concesso una seconda possibilità alla vecchia Diamond.
Non avrei incontrato lo psichiatra numero 7.

Le promesse non rappresentano una scelta, bensì una responsabilità.
A volte grandi e a volte piccole.
A volte facili e a volte difficili.
A volte cariche di ostacoli, altre immerse in un prato di rose pronte ad essere colte.

<Le promesse fanno parte della vita.> dissi con serietà e tono distaccato.

<Non credere ad una promessa, è solo una parola.> mi girai non appena sentii la sua voce, sulla soglia della porta vi era Luke che mi fissava e mi squadrava senza distogliere per un attimo lo sguardo da me.

<Luke, cosa ci fai qui?> disse lo psichiatra lasciando la mia mano ed alzandosi guardando il suo amico <La colazione è pronta. Sono venuto per questo.> rispose per poi uscire rapidamente.

In questo momento, mi trovo qui, in intimo, seduta di fronte allo psichiatra, sul suo letto e con la sua mano nella mia. Sicuramente, Luke, fraintese la situazione, chiunque lo avrebbe fatto al suo posto. Anch'io avrei immaginato l'inimmaginabile in una situazione simile.
Ma non dovrebbe.
Dovrebbe fidarsi di me.
Dovrebbe comprendere che la fiducia non è un opzione e neppure la promessa, come lui stesso ammise.

Le promesse sono reali.
Le promesse possono cambiarti completamente la vita dirottandola verso un qualcosa di ignoto.
Qualcosa di sorprendente ma al contempo oscuro.
Possono abbracciarti e condurti verso l'immenso desiderio di scoprire cosa sia realmente la vita oppure verso le più dannate pene dell'inferno.

Tutto ha un costo.
Tutto ha una responsabilità.
Tutto ha una conseguenza.

Ad ogni azione una conseguenza.

Papà diceva sempre "Se vuoi cambiare la tua vita devi agire. Nulla cambierà con le parole, solo coi fatti." e aveva ragione.

Solo quando una persona prende in mano il proprio destino può veramente influenzare il corso della propria vita e indirizzarla verso la retta via. È nell'atto di assumere il controllo che si manifesta il potere di trasformare il proprio destino.

La vera soddisfazione di se stessi risiede nell'agire piuttosto che nell'indugiare in lamentele infruttuose sulla propria vita. È nell'azione, non nel rimuginare, che si trova la chiave per il cambiamento personale.

Una promessa è vita.

Una promessa può cambiare tutto.

Io non credo in Dio, ma nell'umanità, sì.

Non credo in un giuramento, ma in una promessa, sì.

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