39 Fiona

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Buon inizio anno e Buona Epifania!😘

Capitolo 39
FIONA

«Non può essere...», farfuglio, osservando spaventata tutti i test di gravidanza positivi, allineati in modo perfetto sul bordo della vasca. «C'è un errore», continuo a parlare da sola, cercando di aggrapparmi con tutte le forze all'ultima parola espressa.

Si tratta di uno sbaglio. Deve essere così. Per forza.

«Oh, mio Dio!» Sfinita, mi lascio cadere sulla tavoletta del water, con gli occhi spalancati puntati sulle piastrelle di marmo italiano e le mani tra i capelli.

Resto così per un tempo indefinito, impegnata a pensare su come procedere.

«E se anche questi test avessero dato un risultato errato?», continuo a parlottare da sola, lanciando un'occhiataccia agli oggetti chiamati in causa. Sembro impazzita. «Ho bisogno di un dottore», aggiungo balzando in piedi.

Ancora una volta, sono costretta a reggermi al muro a causa delle vertigini. Dopo essermi assicurata che non rischierò di finire lunga in terra, mi avvicino di nuovo alla borsa, che è finita sul pavimento, e cerco il mio telefono.

Al mondo, esiste soltanto una persona che potrà darmi una mano senza spifferare nulla a Gabe. E io sto per chiederle aiuto.

Gwen Coldwell mi odia per un motivo ancora tutto da scoprire, ma non m'importa. Ora il suo disprezzo mi torna utile. Perché sono quasi certa che si farebbe amputare un braccio piuttosto che accettare la mia presunta gravidanza.

«Fiona, va tutto bene là dentro?»

A chiedermelo è Kinsley, che ha iniziato a bussare a un ritmo leggero e cadenzato contro la porta.

«Sì!», grido prontamente, stringendo il telefono tra le mani. «Volevo farmi una doccia», mento allungandomi per passare il dito sul display incastrato nel muro e azionare l'acqua nel box.

«Ok. Se hai bisogno, chiedi pure», aggiunge con la solita cordialità che la contraddistingue. Dopodiché, sento i suoi passi allontanarsi.

«Aspetta!» Spalanco l'uscio. Lei si ferma e rotea verso di me. «Ho bisogno del numero di telefono di Gwen», dico di getto.

Kinsley solleva un sopracciglio. Le ho raccontato la verità sul complicato rapporto che ho con la sorella di Gabe e probabilmente è per questo che ora mi guarda come se mi fosse spuntato un terzo occhio.

«Voglio aggiustare le cose con lei e fare una sorpresa a Gabe», invento. «Mi dispiace che litighino a causa mia, credo che la situazione non faccia bene a nessuno dei due».

Kinsley sembra credere alla mia piccola bugia perché la sua espressione diventa meno rigida. «Ho un elenco con i numeri di telefono di tutti i membri della famiglia Coldwell. Tornerò tra due minuti».

Annuisco, poi la guardo farsi sempre più distante lungo il corridoio. Impiego il tempo che mi è stato concesso a mettere in ordine le parole che voglio dire a Gwen. Penso che le invierò un messaggio. O forse sarebbe meglio chiamarla direttamente?

Come premesso, Kinsley torna con il numero di telefono che mi serve. La ringrazio, poi mi chiudo di nuovo in bagno. Mi siedo per terra e inizio a scrivere delle righe che prontamente cancello. Una mia mano finisce, distrattamente, sul mio ventre, mentre le dita dell'altra continuano a correre frenetiche sul display del cellulare.

«Cosa diavolo sto facendo?», mi rimprovero, allontanando di colpo la mano.

Nella mia pancia non c'è niente. E anche se ci fosse qualcosa non posso permettermi di affezionarmi. Gabe non accetterebbe mai questa presunta gravidanza.

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora