9 Fiona

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Capitolo 9

Fiona

«Hii-hoo! Hii-hoo! Hii-hoo!»

«Maledizione, Ciuchino, potresti dormire un po' di più una volta tanto», borbotto tuffando la testa sotto al cuscino. Non so come possa Mary Lo continuare a dormire indisturbata dopo il fragoroso raglio di Ciuchino. Va bene che è sorda e di notte si toglie l'apparecchio acustico, però il verso di Ciuchino farebbe risuscitare persino i morti.

Ma probabilmente, anche se non l'avessi sentito, dubito che avrei dormito ancora a lungo.

Un'altra notte è passata e io sono riuscita a malapena a prendere sonno.

Tutta colpa di quel genio di Seth che ha ben pensato di portare Gabe in giro per i locali dei paesini limitrofi. Sono tornati alle due di notte, entrambi brilli e chiacchieroni. Gabe aveva diverse orme di rossetto rosso sulla faccia, sul collo e sulla camicia e Seth era più sorridente del solito.

Si sono dileguati subito dopo cena, dicendomi che sarebbero andati a fare un giro nei paraggi, ma hanno confessato i loro peccati una volta rincasati. Quando li ho visti in quello stato ero furiosa. E lo sono tutt'ora.

Oh, ma oggi Gabe Coldwell non mi sfuggirà come nei giorni scorsi! Gli darò tanto lavoro da fare che si pentirà di essere nato. Gli farò passare ogni maledetta voglia!

Decisa a mettere in pratica i miei pensieri, vado in bagno e, dopo aver finito, mi vesto ed esco dalla stanza. Come una furia, mi dirigo verso la sua. Red dorme davanti alla porta, ma lo sorpasso con un saltello silenzioso e abbasso la maniglia. L'uscio si apre, permettendomi di avanzare e accendo la luce. Non perdo più tempo ad ammirare il suo corpo, ormai lo conosco a memoria. Gabe dorme con la pancia all'ingiù e non posso fare a meno di notare i graffi sulla sua schiena possente.

«Gabe Coldwell, svegliati!» Afferro un cuscino e glielo tiro in testa, ancora più infuriata di prima.

Oltre il cuore che pompa con irruenza, ho il respiro affannoso e le narici dilatate come quelle di un toro.

«Ma che diavolo...?», borbotta lui, tuttavia senza dar cenno di voler aprire gli occhi.

Gli rifilo un altro colpo con il cuscino, più forte del precedente. Forse la mia reazione è esagerata, ma non riesco a controllarmi.

Sono arrabbiata con lui perché è un ingrato, uno stronzo che mi tratta con sufficienza. Perché mi ha presa in giro e derisa. Perché non ha voglia di fare niente. Perché si comporta come se tutti qui fossimo degli scarafaggi che lo tengono intrappolato in una vita che non vuole.

Perché non è dolce e gentile come lo è nei miei sogni.

«Svegliati, ho detto!», insisto.

«Che problemi hai? Fammi dormire, dannazione!»

«Non posso, tuo padre non mi paga per farti riposare», e gli mollo un altro colpo.

«Mio padre ti paga per torturarmi?», chiede sorpreso, sollevando la testa quanto gli basta per guardarmi. Ha gli occhi stanchi e contornati da due profondissime occhiaie. Resta comunque bellissimo, lo stronzo.

«Cosa pensavi? Che me ne sarei occupata di te gratis?» Lo fulmino con un'occhiata.

In realtà, è da anni che il signor Coldwell versa una donazione sul conto di Mary Lo. Quando, dopo la morte del marito di Mary Lo, ha scoperto che la fattoria versava in grosse difficoltà, Mark non ha esitato di darle una mano. Pensavo che Gabe lo sapesse, ma non è così, e non sarò io a farglielo scoprire.

Lui fa ricadere la testa sul cuscino ed esala un sospiro esageratamente lungo, facendomi innervosire ancora di più.

«Alzati, hai un sacco di cose da fare!», gli prendo a colpi la schiena, proprio su quei graffi che, anche se non dovrebbero, mi danno tanto fastidio.

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveWhere stories live. Discover now