33 Gabe

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Buonanotte♥️

Capitolo 33
Gabe

Il MARQUEE è stato preso d'assalto questa sera, come ogni venerdì, ma il proprietario mi conosce e ci fa entrare lo stesso.

Uno dei buttafuori presenti all'ingresso mi comunica che all'interno di un privé si trova anche il mio migliore amico Liam, che è in compagnia di una donna.

Decido di mandargli un messaggio e avvisarlo della nostra presenza, poi io e Fiona avanziamo nel locale esclusivo, accompagnati dalle note di Qué calor. Le cubiste intrattengono le persone che ballano a ritmo di musica, le luci stroboscopiche si muovono insieme a loro.

È un ambiente divertente che accoglie per lo più le persone benestanti della metropoli. A Fiona serve un attimo di distrazione dopo quello che è successo stasera a casa dei miei e penso che questo sia il posto adatto per allontanare le energie negative.

«Dio, quanta gente! Non c'ero mai stata in un posto così affollato!», grida Fiona, per farsi sentire al di sopra della musica.

«Ti divertirai, vedrai», cerco di tranquillizzarla, attirandola tra le mie braccia finché la sua schiena non aderisce al mio petto.

Continuiamo a camminare così, attaccati l'uno all'altra, fino a quando non mi viene la brillante idea di fermare una delle cameriere per chiederle delle informazioni sul mio amico.

Non l'avessi mai fatto!

La brutta copia di Pamela Anderson si volta e mi offre un largo sorriso non appena mi riconosce.

«Gabe Coldwell! Che fine hai fatto?», chiede ad alta voce; poi, prendendomi alla sprovvista, mi piazza un bacio dipinto di rosso sulla guancia. La stronza ha visto la mia mano incrociata a quella di Fiona, ma ha scelto di agire come al solito.

Lo ammetto, me la sono portata a letto. Non una scopata memorabile, ma prima di Fiona avevo bisogno soltanto di corpi con cui sfogare i miei istinti, quindi una donna valeva un'altra.

Sto per farle notare che non sono affari suoi e che dovrebbe avere più rispetto nei confronti di un uomo accompagnato, ma la voce della donna che amo mi precede.

«Si è rinchiuso in un monastero per parecchio tempo e, pensa, aveva preso in considerazione l'idea di diventare prete, ma poi si è innamorato della sottoscritta, che ero una suora prima di donarmi a lui. E ora, eccoci qui!»

La mandibola della cameriera per poco non rotola a terra e la sua espressione civettuola si sgretola sotto il peso delle parole di Fiona. Se ne va, non prima di avermi lanciato un'occhiataccia. Io invece non riesco a reprimere un sorriso.

Attiro di nuovo Fiona a me e le prendo il volto tra le mani. Sorride anche lei e non so dire se il fatto che non si stia mostrando gelosa mi sta rincuorando o infastidendo.

«Ho già detto di amarti?», parlo sulle sue labbra. Lei mi sente, nonostante il volume della musica.

«Almeno dieci volte, oggi», ridacchia, passandomi le mani tra i capelli.

«Non sei...?»

«Gelosa?», mi interrompe.

Annuisco.

Una sua mano scivola sul mio volto, il suo dito mi sfrega la pelle, probabilmente per togliermi il rossetto della cameriera. La sua bocca è innalzata in un sorriso.

«No, non lo sono, perché ora sei mio e lo sarai per un bel po'», parla con dolcezza. «Adesso possiamo andare a ballare?», mi posa un bacio frettoloso sulla bocca, poi fa intrecciare le nostre dita e mi trascina sull'enorme pista gremita di persone.

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveWhere stories live. Discover now