19 Fiona

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Capitolo 19

Fiona

Lo metto a sedere su un tronco sbucato all'improvviso da alcune sterpaglie e mi tolgo in fretta l'insulso reggiseno di cotone bianco, dopo averlo sganciato e fatto passare dalle maniche corte del vestito.

«Ti sembra questo il momento più adatto per farmi uno striptease?», chiede Gabe. D'istinto, si porta di nuovo una mano al volto, ma lo fermo.

«Non toccarti!», gli ordino, inginocchiandomi tra le sue gambe e tamponandogli la ferita con il reggiseno per cercare di bloccare il flusso del sangue in qualche modo. Non ho altro con me, ho lasciato la borsa a Seth per non portarmi dietro un ulteriore peso e ora me ne pento amaramente.

«Scusa, non avrei dovuto lasciarti da sola», dice quando il colorito della sua pelle torna pian piano a essere quello di sempre.

«Grazie per essere intervenuto», sussurro e lui annuisce appena come risposta. «Succede sempre così?», sbotto poco dopo e Gabe mi lancia uno sguardo perplesso. «Ogni donna che incontri vorrebbe che entrassi nelle sue mutandine?», chiarisco.

«Entrare nelle sue mutandine?!», ripete appoggiando una mano sulla mia che continua a tenere premuta una coppetta del reggiseno sulla sua ferita. «È per questo che sei andata via, prima? Perché Daphne voleva che entrassi nelle sue mutandine?»

Siamo vicinissimi, riesco a sentire il suo fiato spargersi sulle mie labbra.

«No, mi scappava la pipì», mento deglutendo con fatica.

Averlo così vicino sta mettendo a dura prova i miei nervi.

«Non ho mai fatto a botte prima d'oggi», rivela.

E lo ha fatto per... me? Non so come sentirmi al riguardo.

«Davvero?» Sono certa che abbia gli occhi a cuoricino.

Lui annuisce. «Non ho mai avuto modo».

«Forse c'era da aspettarselo visto che sei sempre stato il figlio di un pezzo grosso».

«E così che mi vedi? Come il figlio di un pezzo grosso? Non puoi vedermi semplicemente come Gabe e basta?», chiede adirato.

Tuttavia, non mi allontana e mi permette di tenere ancora premuta la coppetta del reggiseno sulla ferita. Solo le nostre bocche si sono allontanate, ora la distanza che le separa sembra tornata invalicabile.

«Per me sei solamente Gabe dal primo istante in cui ti ho visto. Non mi è mai importato chi sei davvero e da dove vieni. Chi altra, se non io, può permettersi di trattarti male e spartirti ordini dalla mattina alla sera?», gli chiedo accennando un piccolo sorriso.

«Già, di solito le donne mi trattano bene e spesso e volentieri sono io a comandare», inarca anche lui un angolo della bocca all'insù.

«Lo avevo immaginato».

Ci guardiamo senza dire più nulla per alcuni secondi. Io infilo i denti nel labbro inferiore e Gabe sta fissando intensamente il pezzo di carne che continuo a tormentare. Il suo sguardo mi scarica addosso un'ondata di scintille che si concentra tra le mie gambe.

«Già che sono in vena di confessioni, ti devo comunicare un'altra cosa: non ho mai scopato con Kate».

«Cosa?» Sbatto le palpebre, incredula. «Allora perché... Tu... lei...»

«Non ho scopato con nessuna da quando sono qui», blocca le parole inutili che mi escono di bocca e la mia mascella finisce da qualche parte nel fosso ricoperto d'erba alle sue spalle.

«P-perché me lo stai dicendo?», farfuglio con il cuore che mi batte all'impazzata.

«Perché posso fare lo stupido con chiunque, ma tu sei l'unica che voglio», mi guarda intensamente da sotto le ciglia estremamente folte e anche il suo pomo d'Adamo si muove con difficoltà mentre avvicina di nuovo la bocca alla mia. «Ora ti bacerò», aggiunge quando le nostre labbra quasi si sfiorano.

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveWhere stories live. Discover now