37 Fiona

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Buongiorno😘. Mancano quattro capitoli alla fine della storia, più l'epilogo e forse (ancora devo decidere) un capitolo extra, e sono disperata perché mi sono affezionata davvero tanto a questi personaggi😭. Vi avviso che la storia, una volta conclusa, resterà ancora per poco su wattpad perché la pubblicherò su Amazon. Quindi, se conoscete qualcuno a cui farebbe piacere leggerla gratis, consigliate di farlo adesso🥰. Come al solito, grazie di tutto😘🤗❤️.

Capitolo 37
Fiona

Mi pento per non aver accettato l'aiuto di Marcell non appena Tom se ne va, dopo avermi accompagnata nella hall di PLAZA, il lussuoso albergo in cui si terrà la cena di beneficenza.

Le persone presenti sono tutte bellissime e vestite in modo impeccabile, sfilano su un tappeto rosso e si fanno fotografare davanti a un cartellone sopra il quale ci sono tutte le indicazioni necessarie per le donazioni per quanto riguarda la ricerca per il tumore al seno.

«Sono una stupida», bisbiglio torcendomi le mani. Mi vergogno da morire. Persino le cameriere sono vestite meglio di me.

«Cara, potresti portarla nel guardaroba?», mi chiede una donna di mezz'età, mollandomi tra le braccia uno scialle di pelliccia bianca. Se ne va senza attendere una mia risposta.

La mia bocca si spalanca in una posa poco elegante. «Uno scialle di pelliccia? Ad agosto? E per chi diavolo mi hai preso?», farfuglio ancora, abbandonando il dannato capo d'abbigliamento, che probabilmente costa quanto un mio rene, sullo schienale di una poltrona qualunque.

Agitata, perlustro l'intera zona con lo sguardo, ma di Gabe non c'è traccia e non conosco nessuno. Ora come ora mi dispiace per non aver chiesto a Tom di restare con me.

«Cosa diamine ho avuto in mente?», continuo a sussurrare, reprimendo a stento la voglia di prendermi a ceffoni.

Anche se quello che vorrei fare è girare i tacchi e andarmene, mi sposto tra la gente nella speranza di avvistare Gabe, finché non sento la voce dell'ultima persona al mondo con la quale vorrei aver a che fare in questo momento.

«Come diavolo ti sei conciata?» Accanto a me, come per magia, appare Gwen. Ha nella mano un bicchiere con del liquido scuro all'interno, vuoto per metà.

Forse qualcuno dovrebbe dirle che non le fa bene bere visto che ha subìto un intervento in seguito alla sparatoria che l'ha vista come protagonista e sicuramente prenderà dei medicinali.

«Gwen, è un piacere anche per me vederti», borbotto, stringendomi nelle spalle quando capisco di aver attirato l'attenzione di alcune persone che mi guardano come se fossi un insetto. «Sono vestita, mi pare». Ma mi rendo conto che, se fossi arrivata nuda, probabilmente avrei fatto meno clamore.

«Stai facendo pubblicità alla disgrazia o ti sei messa in testa di rovinare la reputazione di mio fratello?» Gwen non molla l'osso e le tirerei volentieri un pugno in faccia per farla stare zitta.

Ciò non vuol dire che non abbia ragione. Mi sono presentata in modo inadeguato a una festa molto importante.

Gwen brilla nel suo vestito nero luccicante e persino il suo gesso è più elegante di me.

Stupida Fiona.

Afferro al volo un bicchiere di champagne dal vassoio di una delle cameriere che fanno avanti e indietro per la hall, manco fossero formiche, e butto giù un sorso generoso. Mi sono promessa che non l'avrei più bevuto, ma sono costretta viste le circostanze.

«Sai dov'è Gabe?», chiedo alla stronza che mi sta osservando con lo sguardo affilato.

«Vuoi forse fargli pietà affinché ti trasferisca dei soldi sul conto? Ora siamo da sole, me la puoi dire la verità».

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveWhere stories live. Discover now