32 Gabe

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Buongiorno. Scusate l'assenza, ho avuto una settimana di défaillance, ma ora eccomi con un nuovo capitolo. Buona lettura♥️

Capitolo 32
Gabe

Ho chiesto a mio padre altre ferie e lui me le ha concesse. D'altronde, la mia punizione avrebbe dovuto durare tre mesi.

Per ora mi godo Fiona al cento per cento e non siamo ancora riusciti a incontrare nessuno dei miei familiari o amici talmente siamo stati presi l'una dall'altro, ma sono consapevole che da lunedì il nostro rapporto verrà messo di nuovo a dura prova poiché tornerò in ufficio.

Gli ultimi tre giorni li abbiamo passati in totale spensieratezza: siamo saliti su un traghetto per raggiungere la Statua della Libertà, abbiamo noleggiato delle biciclette e abbiamo fatto il tour di Central Park, abbiamo passeggiato lungo le strade della Grande Mela e Fiona è rimasta incantata dalle luci di Times Square, ed è persino riuscita a trascinarmi al MoMA per passare il pomeriggio a guardare la vasta collezione di opere appartenenti agli artisti più famosi.

Si è divertita tanto, e io insieme a lei, come non facevo da tempo.

Ora siamo di nuovo a casa e ci stiamo preparando per andare a cena dai miei genitori.

È dannatamente bello averla in giro per il mio attico ed è spaventoso il modo in cui la sua presenza si è modellata alla mia vita. Solo ora mi rendo conto di quante cose mi mancavano prima di lei. Pensavo che la mia vita fosse perfetta due mesi fa, ma ero solo un povero idiota.

«Come sto?»

Fiona avanza nel salotto, strappandomi dai pensieri. Roteo verso di lei con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni eleganti. La guardo. Ha addosso lo stesso vestito che indossava nel giorno in cui, per la prima volta da quando la conoscevo, avevo ammesso a me stesso che fosse scopabile.

Ero ancora in mansarda e lei era arrivata da me, dopo avermi acquistato dei vestiti terribili e quel cellulare antiquato. L'avevo trattata malissimo, quella volta. Ma ancora non sapevo che, col senno di poi, sarebbe diventata tanto importante per me. E poi, non sono più l'uomo di allora. Mi piace molto di più questa versione di me stesso che Fiona ha tirato fuori.

«Sei bellissima», le dico avvicinandomi.

«Penso di essere ingrassata», replica, girando su se stessa e toccandosi i fianchi. «Non sei d'accordo?»

Premo le labbra tra di loro mentre penso alla risposta. Non vorrei dare il via a qualche dramma femminile così opto per ripeterle: «Sei bellissima». Allungo un braccio e le allaccio la vita, la attiro a me fino a far scontrare i nostri petti.

«Lo dici solo perché mi ami», mi passa le mani tra i capelli che ho deciso di tagliare. In questo modo, sento ancora di più le sue carezze sulla cute, che mi infondono calma e spensieratezza come nient'altro.

«Forse», ribatto con un sorriso.

«Quindi mi trovi ingrassata», mette su un broncio che spazzo via con un bacio che decido di approfondire pur di farla stare zitta. Quando ci stacchiamo siamo entrambi a corto di fiato. «Andiamo?», le porgo la mano. «Prima di cambiare idea, trascinarti nella camera da letto e dimostrarti che, anche se fossi ingrassata, non me ne frega niente».

Lei alza gli occhi al cielo, si picchietta un dito sulle labbra per sistemarsi il rossetto leggermente sbavato, dopodiché intreccia le dita alle mie.

«Spero di piacere ai tuoi», mi dice una volta all'interno dell'ascensore.

«A mio padre piaci e piacerai anche al resto della famiglia. L'unica che potrebbe infastidirti è Gwen, e se succederà lo farà per il semplice gusto di rompere le palle, ma ti prego, non badare a lei. In questo periodo è più acida del solito».

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveWhere stories live. Discover now