15 Gabe

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Capitolo 15

Gabe

Vedere partorire una vacca è uno spettacolo al quale non voglio mai più assistere. A un certo punto, il braccio del veterinario era sparito all'interno della mucca per aiutarla a tirar fuori il vitellino che, a quanto pare, non era messo nella giusta posizione per poter venire al mondo. Ho trattenuto a stento la voglia di vomitare.

In questo momento Seth sta discutendo col dottore fuori dalla stalla. Io invece mi trovo fuori dal box in cui hanno trasferito il vitellino e guardo Fiona: se ne sta sdraiata sul fieno, accanto al piccoletto che ha asciugato con dei panni di stoffa prima di dargli il biberon. La neo mamma non lo vuole vicino e di allattarlo non se ne parla nemmeno. Tutte le volte che il veterinario ha provato ad attaccarlo alla mammella la mucca diventava aggressiva quindi hanno deciso di nutrirlo diversamente.

Dopo che Seth l'ha chiamata nel peggior momento della storia, Fiona è saltata giù dal mobiletto, lasciandomi con un'erezione estremamente dolorosa in corso, si è tolta il vestito e si è messa al volo un paio di leggings e una canottiera. Dopodiché se n'è andata di corsa, abbandonandomi a me stesso.

Sono rimasto per un po' nella sua stanza, nella speranza che la voglia di lei mi passasse in fretta, ma non è successo quindi, mani nelle tasche dei pantaloni, ho deciso di raggiungere gli altri nella stalla, sicuro che nessuno avrebbe notato la mia erezione che non vuole proprio saperne di affievolirsi.

Essere a conoscenza che in questo momento Fiona non indossa le mutandine non mi è di aiuto; anzi, mi manda fuori di testa. La voglia di scoparla mi si è cucita addosso e non avrò pace finché non affonderò nel suo corpo. Non riesco a pensare ad altro e trattengo a malapena la voglia di supplicarla di lasciar stare il vitellino per venire via con me.

«Non trovi che sia bellissimo?», mi chiede guardando il vitellino con occhi dolci.

Sbatto le palpebre e ritorno con i piedi per terra. La mia mente è rimasta ferma al momento in cui l'ho fatta venire sulle mie dita che sanno ancora di lei, al modo in cui mi cavalcava la mano, ai versi che abbandonavano la sua bocca, alla pressione delle sue dita sulla mia pelle. Non ricordo un'altra donna che sia stata tanto ricettiva al mio tocco; o molto più probabilmente non mi sono mai soffermato abbastanza sulla questione perché il mio unico interesse è sempre stato arrivare in fretta a una conclusione.

«Ehm... sì», rispondo poiché il piccoletto è davvero carino.

«Lo chiamerò Gabe», decreta.

«Perché è bellissimo?» Inarco un angolo della bocca all'insù.

«No, perché è riuscito ad adattarsi in fretta alla vita in fattoria. Guardalo, sta già sulle proprie gambe!»

«Mi hai appena fatto un complimento o sbaglio?» Tolgo le mani dalle tasche poiché non c'è nessuno nei paraggi interessato al cavallo dei miei pantaloni e incrocio le braccia sul cancello di legno del box che mi arriva alla vita.

Al che Fiona finalmente fa incontrare i nostri sguardi, cosa che non faceva da quando mi ha chiesto se volessi scoparla sul mobiletto o altrove. I suoi occhi hanno il fuoco dentro e mi bruciano la pelle.

«Non è un complimento, è la realtà dei fatti. Nonostante non sia il tuo ambiente la verità è che non ti sei mai tirato indietro, hai sempre fatto tutto quello che ti ho chiesto».

«Anche quando mi hai costretto a restare in mansarda sono stato bravo ad adattarmi», le ricordo assottigliando lo sguardo su di lei.

«Ti sei meritato la mansarda dopo il modo in cui mi avevi trattato», alza lo sguardo al cielo.

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveWhere stories live. Discover now