12 Gabe

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Capitolo 12

Gabe

Fiona non mi ha più degnato di un'occhiata da quando l'ho abbandonata in mezzo al campo e la cosa, per non so quale ragione, mi infastidisce più di quanto dovrebbe.

«Tra te e lo sdentato non so chi abbia fulminato di più quel tizio con lo sguardo». A parlare è Liam, che si trova accanto a me con una Bud tra le mani.

«È un bravo ragazzo», dico sorseggiando un po' di birra. Con la coda dell'occhio osservo Fiona e il coglione che ha accanto.

Si chiama Richard, è un amico o un parente di Seth e abita in non so quale paesotto del cazzo. Poco più alto di Fiona, ha una matassa di boccoli biondi in testa e indossa – indovinate! – una salopette di jeans sopra una banale camicia a righe, indumenti che, accostati in quel modo, fanno lacrimare gli occhi. Il suo sguardo da finto uomo vissuto non mi piace per niente. Ha un non so cosa nel modo di porsi che lo porta a starmi sulle palle.

I due stanno chiacchierando e ridendo, seduti sulla mia panchina a dondolo, a una decina di metri di distanza da me e Liam.

«Allora perché ho come l'impressione che vorresti prenderlo a pugni?», continua Liam.

«Sto parlando di Seth», specifico. «Quello non lo conosco, non l'ho mai visto prima d'oggi», indico con un breve cenno l'intruso. «E ti sbagli, non voglio prendere a pugni nessuno».

Infastidito, sposto gli occhi più in là, dove, seduti sugli scalini del porticato, mia sorella sta parlando con Seth di solo Dio sa cosa. Mary Lo invece è andata insieme a mio padre in giro per la fattoria.

Le persone che sono venute a portare gli auguri a Mary Lo non si sono intrattenute a lungo, così da darci il tempo di stare con mio padre, Liam e Tabatha.

Sono andate a scovare altre insinuazioni su me e Fiona, ne sono certo. Non oso neanche immaginare quali dicerie sentirò domani.

Noialtri abbiamo passato il pomeriggio a mangiare la carne grigliata da Seth e a bere birra. Probabilmente il mio migliore amico è brillo altrimenti non mi spiego il perché delle sue insinuazioni del cazzo.

«Che c'è? Fiona non è ancora rimasta vittima del tuo fascino?», domanda in tono di sfottò, allungando le gambe su una sedia davanti a lui.

Red, infastidito dal rumore, solleva la testa, ma poi torna a sonnecchiare vicino ai miei piedi.

«Sono io che non voglio che resti vittima del mio fascino», preciso.

Tuttavia, il mio cazzo, che ancora una volta si è messo sugli attenti non appena ho visto Fiona con addosso un abito corto e attillato, senza spalline, e un paio di stivali da cowboy, mi ricorda che oggi me la sarei scopata volentieri in mezzo al nulla, circondati dall'erba polverosa e il cielo infinito. Non ho mai amato quel tipo di calzature, ma ora non riesco a smettere di pensare a come sarebbe sentirle sulla pelle mentre Fiona tiene le gambe intrecciate intorno alla mia vita e io affondo in lei.

«E per questo che oggi eravate avvinghiati?», ride ancora, scollandosi un altro po' di birra.

«Cosa vuoi insinuare? Che mi piaccia lei

«Non è forse così?», insiste Liam.

«No!», rispondo seccato.

Fiona non mi piace. Mi sono reso conto che ha un culo e un paio di tette che lo farebbero diventare duro persino a un prete. Voglio solo scoparla. Tutto qui. Ma non mi piace.

«Se lo dici tu. Indovina chi è venuta a inoltrare una domanda di divorzio nel nostro studio», cambia drasticamente argomento.

Mi volto verso di lui e inarco un sopracciglio. 

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveWhere stories live. Discover now