30 Fiona

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Buonanotte🖤

Capitolo 30

Fiona

«Oh, mio Dio!» Balzo a sedere di colpo, facendo trasalire Gabe accanto a me che stava dormendo beato fino a un secondo fa. Mi tolgo i capelli dalla faccia e punto gli occhi sulla sveglia: sono le sei di pomeriggio passate.

«Che c'è?», chiede irritato, guardandosi in giro con sospetto.

«Mary Lo!», dico frettolosa, scostando il lenzuolo e appoggiando i piedi nelle ciabatte. «Quanto diamine ho dormito? Devo andare a dar da mangiare agli animali prima che diventi buio e a preparare la cena».

«Fiona».

«Dio, pioverà ancora per molto?» Rabbrividisco davanti all'armadio mentre cerco una maglia più spessa e l'impermeabile.

«Fiona».

«Tu resta pure a letto, ti chiamo quando...»

«Fiona!»

«Eeh!», sbotto roteando verso di lui con una felpa tra le mani.

«Gli animali sono a posto e Mary Lo e Seth resteranno a Hochster per stasera», dice alludendo al paesino in cui abitano i genitori di Seth. «Ho parlato con Seth, ho munto le mucche e ho preparato gli animali per la notte mentre tu dormivi come un ghiro».

Lo guardo a dir poco perplessa. «Oh...» Sbatto le palpebre, non sapendo cos'altro dire.

«Quindi ora riporta il tuo bel culo nel letto e smettila di comportarti da psicopatica», mi ordina, con un sorrisetto compiaciuto dipinto sul volto.

«Ho fame», avviso, abbandonando la maglia su una sedia e tornando da lui. Poi, tutto a un tratto, mi viene in mente un'altra cosa. «Oh, mio Dio!» Spalanco gli occhi mentre Gabe mi attira sopra di lui. Per poco non gli tiro una testata.

«Cosa c'è ancora?», domanda.

«L'autista dell'elicottero... Dove accidenti è?», gli chiedo, dal momento che so che lui non ha la licenza di volo.

Gabe scoppia a ridere davanti alla mia espressione atterrita.

«In cucina che sta preparando da mangiare», parla sulle mie labbra.

«Cosa?!» Se continuo così tra un po' gli occhi mi cascheranno giù dalle orbite.

«Tranquilla, aveva l'ordine di restare sull'elicottero finché non gli avrei telefonato. Non ci ha visti, prima», tenta di tranquillizzarmi mentre mi accarezza il viso con una dolcezza di cui non lo credevo capace. «Le tue curve nude sono solo mie», scende con le mani sul mio corpo e mi stringe le natiche attraverso i pantaloni.

«Grazie per esserti occupato di tutto», gli poso un bacio sul mento. «E grazie per essere tornato. Io non avrei mai avuto il coraggio di ammettere che mi mancavi come l'aria», confido stringendomi nelle spalle.

Lui si alza a sedere e mi sistema nel suo grembo. Io porto le dita tra i suoi capelli. «Attacco di panico», dice all'improvviso.

Inarco un sopracciglio e attendo che aggiunga altro.

«Per la prima volta nella vita ho sperimentato cosa significa averne uno. Quando sono arrivato a casa mi è sembrato tutto esageratamente grande e mi sono sentito solo come non mai, nonostante fossi circondato da tante persone».

«M-mi dispiace», balbetto incredula. Anche io sono stata male oggi, tanto che non ho neanche toccato cibo, ma lui sembra essere stato peggio di me.

«Non abbiamo mai affrontato sul serio ciò che è diventato il nostro rapporto perché non volevo metterti davanti a delle scelte scomode, ma non me ne frega più un cazzo di niente. Io voglio stare con te, la tua mancanza mi toglie il respiro e non è solo un modo di dire. La situazione mi terrorizza perché è tutto dannatamente nuovo per me. Ma voglio farlo. Voglio stare con te».

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveWhere stories live. Discover now