3 Gabe

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Buonasera♥️. A giovedì con il prossimo capitolo📖.

Capitolo 3

Gabe

È tutto uno scherzo, non può esserci un'altra spiegazione!

Dove diavolo sono finito? Nella mansarda dei puffi? È una follia, cazzo! Mi sento intrappolato come un elefante in una scatola di fiammiferi.

Capisco che la situazione è reale quando, dopo aver atteso invano il ritorno di Fiona per un lunghissimo quarto d'ora, mi rendo conto che la nana malefica non tornerà.

Dio, quanto mi sta sulle palle! Ci mancava solo lei.

Nel frattempo, ho aperto il lucernario per far entrare l'aria pulita, ho cercato una presa elettrica e messo a caricare il mio telefono. Devo trovare una soluzione che mi consenta di andare via da qui il prima possibile.

Non resisterò a lungo in un paesino sperduto insieme a una svitata che gode nel mandarmi fuori di testa, a un tacchino assassino, a un asino come animale da compagnia e a una signora anziana a cui piace allungare le mani. Devo chiamare mio padre e fargli cambiare idea. Sono pronto a firmare con il proprio sangue che non farò mai più una stronzata che possa mettere a repentaglio il nome della famiglia per il resto della mia vita.

C'è solo un problema: il telefono non prende da nessuna parte e la connessione Internet sembra inesistente.

Inspiro ed espiro un paio di volte, proprio come faceva mia sorella maggiore quando era alla fine della gravidanza, ma ciò non serve a farmi stare meglio.

Nervoso, decido di andarmi a fare una doccia. Magari il profumo del mio bagnoschiuma mi farà tornare il buon umore almeno un po'.

Preso l'occorrente, scendo i gradini di legno che scricchiolano sotto il peso del mio corpo. Manca solo che si rompano e la giornata si concluderebbe alla grande.

Una volta arrivato in bagno, senza alcun incidente indesiderato, per poco non richiudo l'uscio e me ne torno indietro. L'ambiente è angusto, quasi claustrofobico. Non c'è il bidè, il water è privo di coperchio, il lavandino è minuscolo e non sono certo di riuscire a entrarci nel box.

Almeno è pulito. È pur sempre una magra consolazione.

Serrando la mascella, aziono l'acqua e il soffione schizza un po' ovunque, bagnandomi e facendomi incollare i vestiti sporchi addosso.

«Ma porca puttana!», sbotto sistemando la pressione dell'acqua. Mi spoglio, abbandonando i vestiti sul pavimento, come se fossero dei semplici stracci. Prendo il bagnoschiuma, entro nel box e chiudo solo un'anta in quanto l'altra è bloccata. «Dio, dammi la pazienza!» Mi posiziono sotto la pioggia di acqua a malapena tiepida. Tento di regolarla per farla arrivare più calda, ma la temperatura non si alza di un grado. «Fantastico, cazzo!»

Mi insapono e sfrego la mia pelle come se fossi stato a lavorare in miniera. La fragranza a base di cuoio, fresca e speziata, mi penetra nelle narici, inducendomi un po' di calma, proprio come speravo. Chiudo gli occhi e gratto la cute, permettendo alla fantasia di farmi credere che mi trovi nella mia cabina doccia a vapore. Ma il sogno dura poco e svanisce nel nulla insieme al flusso dell'acqua che si ferma all'improvviso. Giro e rigiro il rubinetto in ogni modo possibile, ma nulla da fare: non c'è più acqua.

A peggiorare il mio umore ci sono alcuni colpi che provengono dall'esterno del bagno: qualcuno sta bussando in modo flebile alla porta.

«Mary Lo si chiede se ne hai ancora per molto. La cena è pronta», dice Fiona La Campagnola Nana Malefica dal di là dell'uscio.

Esco dalla doccia con tutta la schiuma ancora addosso, calpesto i miei vestiti e cerco velocemente un asciugamano nel posto in cui mi è stato indicato. Lo trovo e lo leggo intorno ai fianchi prima di spalancare la porta come una furia.

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora