<Ben svegliata> disse mettendosi comodo sulla poltrona.

E Dio quella posizione...

La stanza d'un tratto divenne più calda.

Lui, bello come la notte che cadeva su di noi, stravaccato su quella poltrona, con le gambe divaricate, e con le braccia che poggiavano sullo schienale dietro di lui.

Fate una foto a questa visione paradisiaca.

Distolsi lo sguardo da qualsiasi parte del corpo appartenesse al moro, e cercai di calmare il rossore delle mie guance, causato dai pensieri poco casti.

Diedi la colpa agli ormoni del ciclo, che a proposito, avrei dovuto controllare.

<Senti, ma che ne dici se ti faccio un mio ritratto, e magari te lo appendi in camera. Così la smetti di sciuparmi> prorpose, concludendo con un finto broncio.

Lo ignorai, spostando lo sguardo qua e là intorno alla stanza.

Seguì il silenzio, durante la quale mi accorsi della mia vescica sull'orlo dello scoppio.

Mi alzai lentamente in posizione seduta, facendo attenzione ai vari fili attaccati alle mie braccia.

Emisi un leggero ulro, quando mi ritrovai, silenzioso come il fantasma che é, Axel, accanto al mio letto.

<Hey Mulan, attenta!> mi rimproverò, protaendo le mani in avanti, per prendermi nel caso perdessi l'equilibrio.

Lo guardai con gli occhi spalancati.

Questo suo comportamento mi mandava ancor di più in escandescenza.

Così premuroso, non faceva bene al mio povero cuoricino.

<Cosa c'è?> Domandò dopo essersi accorto del mio sguardo insistente.

Scossi la testa riprendendo a muovermi per alzarmi, ma con Axel accanto, diventava più difficile.

<Nulla, ero solo sorpresa..> risposi vaga.

Vidi con la coda nell'occhio, la sua fronte aggrottai confusa.

<Sorpresa di cosa?> Chiese.

<Del..insomma...questo tuo...essere gentile?> Balbettai, non riuscendo affettivamente a spiegare il perché del mio stupore.

Guardai Axel, che ricambiava con un sopracciglio alzato.

Incrociò le braccia al petto, e sorrise dispettoso.

<Se ti dà tanto fastidio, me ne sto per i fatti miei> disse, incominciando ad allontanarsi.

Lo sbloccai all'istante..forse troppo all'istante.

<Aspetta!> Quasi urlai di fretta.

Mi schiarii la gola, quando lui si rivoltò verso di me, sempre con quel suo sorrisino.

Abbassai la testa sulle mie gambe, e potei notare il grande bozzo all'altezza del mio inguine, segno che dovevo liberarmi il prima possibile.

<Mi aiuti ad alzarmi? Non sento molta forza nelle mie gambe e....ecco...dovrei andare al bagno> chiesi in un sussurro, rimanendo con la testa china.

Aspettai in silenzio, e in tensione, il verdetto di Axel.

Feci per alzami da sola, ma due mani sui miei fianchi me lo impedirono.

Guardai con le guance scottanti Axel, che mi afferrava e faceva leva sui miei fianchi, per darmi una mano ad alzarmi.

<Ora devo fare anche io badante..> dissez ma lo ignorai.

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