Iris invece era una boccata d'aria fresca, così piccola eppure così forte.

Mi ricordava l'estate, quel periodo di sole, mare, libertà e divertimento.

Era, però irraggiungibile, off limits.

Così come me.

Attorno a me vi era solo del filo spinato, e non potevo permettergli di farsi del male, solo perché voleva sporpassarlo.

Non potevo soffrire ancora.

Ora nel mio cuore c'era spazio solo per un piccolo esserino che mi stava aspettando a casa, dormiente nella sua piccola culla.

Arianna era davvero la luce delle mie tenebre.

Anche se non era realmente mia figlia, la consideravo come tale.

Ogni giorno, in una vita come questa, mi sveglio e prego che non muoia.

Non perché la mia vita é tanto preziosa da viverla a pieno, ma perché avevo paura, si paura, di lasciare Arianna da sola nel mondo.

E il fatto che queste preghiere potessero andare avanti a causa della presenza di Iris, mi soffocava.

Svoltai tra i vari corridoi che mi si presentavano.

La casa era troppo immensa, e l'ansia del non poter trovare Taehyung così facilmente, aumentava.

Mi imponevo di stare calmo, se c'era una cosa in cui ero imbattibile, oltre le gare, era il sangue freddo.

Raggiunsi a per di fiato un corridoio con varie porte numerate, forse camera per gli ospiti.

Con un bel respiro, diedi inizio alla mia pellustrazione.

Aprii porta per porta, lasciando che il mio cuore cadesse sempre più giù, verso il mio stomaco, ogni volta che la stanza era vuota.

La fine del corridoio si avvicinava e di Teahyng nemmeno l'ombra.

Sentivo, però, la presenza di Leo, che mi sorreggeva in un certo senso.

Noi tre eravamo legati, fin da bambini, destini diversi eppure così simili.

Ci proteggevamo a vicenda, e lo avremmo fatto fino alla fine.

Mi voltai di scatto, con la pistola spianata verso il rumore di passi pesanti che si avvicinavano nelle nostre direzione.

Non era un caso che eravamo entrati dalla porta-finestra, con le pistole addosso non avremmo passato i metal detector, e con tutto quel che sta succedendo nella WEM, non essere armati era da veri incoscienti.

<Siamo noi> Martin alzò le mani in segno di pace seguito da Luz, Lara e altri uomini come rinforzi.

<L'avete trovato?> Chiese in ansia la moglie, ma noi scossimo la testa desolati.

Martin imprecò, soprassandoci per continuare ad aprire le varie porte, tutte, fino a quando non ce ne erano più.

Taehyung non era in nessuna di queste.

<Okay, dividiamoci. Axel, Leo, al piano di sopra, voi seguiteli> ordinò a noi, e alcune delle guardie.

Senza ulteriori parole, continuammo la nostra ricerca.

<Dividiamoci anche noi, tu prendi il corridoio di destra, io di sinistra> dissi a Leo, e lui annuì convinto.

Lo guardai, accorgendomi solo ora del tremolio delle sue mani.

Leo era molto emotivo, sapeva nasconderlo bene, ma non a me, lo conoscevo come il palmo delle mie mani, ed ero in grado di captare quando lui stava male.

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