«Scappo, mi attendono tantissime cose da fare. A presto!», e se ne va di corsa, uscendo dalla porta sul retro.

Perplesso, avanzo in cucina.

«Buongiorno», saluto entusiasta quanto un condannato a patibolo.

Mary Lo, con una cascata di boccoli grigi in testa, sta guardando un film in TV. Più in là, Fiona, che ha indossato di nuovo una delle sue "affascinanti" salopette, sta sciacquando agitatamente qualcosa nel lavabo.

Ieri, quando l'ho vista ben sistemata, per un momento ho pensato che fosse scopabile, ma poi ho allontanato il pensiero insieme alla mia mano che era finita sulla sua faccia. Toccarla non è stato traumatico come immaginavo, ma non ho idea del perché l'abbia fatto. Forse perché è passato troppo tempo da quando non scopo e il mio cervello inizia a vedere il piacevole anche dove non c'è.

«Ciao, caro! Come stai? Non abbiamo avuto modo di incontrarci, oggi», mi fa notare Mary Lo. Sul tavolo ricoperto da una tovaglia di stoffa a quadri, davanti a lei, ci sono sparsi alcuni barattoli di marmellata, un panetto di burro e del pane. Il mio stomaco brontola così forte che quasi me ne vergogno.

«Sto una meraviglia», dico con un tono sarcastico che però Mary Lo non coglie, impegnata com'è a fissare il volto di quello che presumo sia il protagonista di una telenovela; nella stanza risuona la sua voce che parla in spagnolo. Tuttavia, Ciuchino sembra più curioso di lei dato che fissa la televisione senza battere ciglio. «Ho fatto amicizie», indico il cane che non ha intenzione di mollarmi.

Non mi sfugge il fatto che Fiona non mi abbia risposto al saluto, ma faccio finta di niente. D'altronde, che diavolo m'importa del suo saluto?

«Red è un birichino, va e viene quando gli pare. Fossi in te non mi affezionerei troppo a lui», aggiunge Mary Lo.

«Lo terrò a mente», dichiaro solamente, anche perché dire "Col cazzo che mi ci affeziono" sarebbe stato volgare. «Sarei troppo maleducato se ti chiedessi qualcosa da mangiare?»

«Abbiamo del pane, del burro e della marmellata di ciliegie, tutto fatto in casa da noi. Serviti pure!» Mary Lo mi fa cenno di sedermi accanto a lei.

Fiona continua a lavare i piatti e a ignorarmi, come se fossi trasparente.

«Ti ringrazio», e scosto una sedia. Red s'intrufola sotto al tavolo, vicino ai miei piedi. In TV, l'uomo di prima bacia una donna molto più giovane di lui e Mary Lo li fissa incantata.

«Finalmente Alejandro si è deciso», dice verso Ciuchino. «Erano settimane che attendavamo questo momento, vero?»

Una volta seduto, guardo i due coltelli sistemati uno accanto all'altro e infine decido di afferrare quello dalla lama seghettata. Se non erro, Irina, la mia domestica, usava uno simile a questo per tagliare il pane.

Prendo il tagliere, metto una mano sopra il filone e affondo il coltello con decisione. «Porca puttana!», lancio il coltello con uno scatto quando la lama mi penetra di colpo nella carne.

Cerco di non guardare il sangue, ma il liquido vermiglio mi cola sul dito, provocandomi una serie di vertigini e un senso di nausea che domino appena.

«Neanche il pane sai tagliare?», sbotta Fiona mentre Mary Lo mi appoggia saldamente una mano sulla gamba e mi chiede: «Tutto bene, caro?» Nel frattempo, le sue dita tastano la muscolatura della mia coscia, ma non ci bado più di tanto né a lei né al malumore di Fiona anche perché temo che tra poco sverrò se il sangue non la smetterà di scorrere a fiumi.

«Dà qua!», aggiunge Fiona prima che si sistemi tra le mie gambe con uno strofinaccio di cotone tra le mani. «La lama ha penetrato un bel po'», mi fa notare con una smorfia, avvolgendomi il dito nello strofinaccio che dubito sia sterile.

Nella vecchia fattoria, ia ia LoveWhere stories live. Discover now