Distolsi lo sguardo dai suoi occhi, rendendomi conto che quel romanzo fosse uno dei più grandi classici della letteratura. Dovevo ammettere che, questa volta, aveva ragione.

<Rispondi, Diamond.> insistette, guardandomi con attenzione.

<Non sono qui per parlare di libri.>

<Sai di cosa parla?> domandò con voce calma.

Non risposi. Conoscevo il nome, ma non avevo mai letto o studiato il libro.

<Questo romanzo è molto profondo, affronta tematiche complesse e universali, come la dipendenza e i meccanismi della mente umana.> rispose lo psichiatra, rilassandosi sulla sedia. <Nel terzo capitolo si parla del fumo, della dipendenza e dell'impossibilità di liberarsene.> aggiunse.

<E quindi?> chiesi.

<Il fumo diventa una sorta di rifugio per il protagonista del libro, Zeno Cosini. Una dipendenza che va al di là del semplice atto di fumare. Diventa una sorta di simbolo delle sue insicurezze e dei suoi fallimenti. Abbandonare il fumo significherebbe affrontare la realtà, con tutte le sue difficoltà e le sue contraddizioni, cosa che Zeno non è in grado di fare.>

<Perché?>

<Perché per Zeno il fumo diventa un simbolo della sua disillusione e della sua mancanza di speranza nella vita. La dipendenza dal tabacco rappresenta il suo desiderio inconscio di autodistruzione, come se cercasse di porre fine alla sua esistenza attraverso questo vizio. È un modo per lui di affrontare la sua frustrazione e il suo senso di vuoto interiore, rinunciando alla speranza e alla volontà di vivere pienamente.>

<Questo vuol dire che lo faceva perché si odiava?>

<In un certo senso. Il fumo diventa una sorta di autosabotaggio per Zeno, un modo per autodistruggersi. È un comportamento che riflette il suo disprezzo per sé stesso e per la sua vita, soprattutto in seguito allo schiaffo inflitto dal padre nel momento della sua morte. Quel gesto non solo fu motivo di imbarazzo, ma segnò l'inizio di una serie di eventi tragici che plasmarono il carattere del protagonista e influenzarono le sue scelte future. > incrociò le mani sul tavolo prima di continuare. <Il legame di Zeno con il fumo rappresenta un ciclo continuo: la determinazione di smettere, la fissazione di una data, il consumo dell'ultima sigaretta e poi la ricaduta nel vizio, mantenendo il loop ininterrotto.>

Avevo intuito la direzione del discorso; tutto questo racconto aveva uno scopo preciso. Lui sapeva esattamente quello che stava dicendo e come lo stava dicendo.

<Basta. Dimmi cosa intendi e smettila di girarci intorno.>

<Riguardo a Zeno?>

<Riguardo a me. So bene a cosa ti riferisci.>

<E a cosa mi riferisco?>

Strinsi il polso con una mano e lo guardai dritto negli occhi, il mio cuore accelerò il suo ritmo in modo incontrollabile.

Non avrei mai voluto che affrontasse questo argomento. Ma so che lo farà. So che parlerà proprio dai segni impressi sul mio polso, le tracce indelebili del mio peccato, il portale verso l'inferno.

È il ciclo dal quale non riesco a liberarmi, la dipendenza che alimenta i miei tormenti.

Volsi lo sguardo verso di lui notando come i suoi occhi dorati fissavano il mio polso. <Vuoi dirmi qualcosa?> chiese, incrociando il mio sguardo.

<Che sei un bastardo insensibile?> chiesi sarcasticamente.

<Qualcosa che non so?> domandò, senza mostrare alcuna emozione.

<Senza cuore, aggiungerei.> risposi, con un tono tagliente.

<Davvero? Eppure, lo sento battere.> disse, sorridendo leggermente.

<Dovrei ridere?> chiesi, infastidita.

<Se è questo che desideri, perché non dovresti?> rispose con calma.

Il mio desiderio? Il mio desiderio è arrivare a fine giornata senza il costante pensiero legato alla morte.

<Abbiamo finito?> chiesi.

<Questa decisione spetta a te, Diamond. Puoi rimanere qui a parlare con me o tornare nella tua stanza.> rispose, lasciando che fossi io a scegliere.

Volevo rimanere. Lo ammetto, è uno stronzo senza cuore, ma è anche sincero. Non mi ha mai giudicata e, soprattutto, credo che possa aiutarmi.

<Zeno alla fine è riuscito ad uscire da quel ciclo e a smettere di fumare?> chiesi, inclinando leggermente la testa mentre lo guardavo. Dietro di lui, il sole si era posizionato perfettamente, creando un'immagine quasi divina. Sembrava un angelo, con il sole che gli faceva da aureola.

Si alzò e andò a prendere il libro.

<I primi due capitoli sono l'introduzione, composta da preambolo e prefazione. Il terzo e primo capitolo del romanzo vero e proprio, è intitolato "Il Fumo". Leggilo e troverai la risposta.> disse, consegnandomi il libro.

Presi il libro dalla sua mano e lo guardai un istante. <Perché non puoi semplicemente dirmelo?> domandai, percependo un leggera tensione nell'aria.

<Perché preferisco che sia tu a conoscerti e a concederti una seconda possibilità in completa autonomia, Diamond.>

Sorrisi leggermente. <Ora vai, ci vediamo la prossima settimana.> disse lo psichiatra.

<La prossima settimana? Perché così in là?>

<Perché ho altri pazienti e ora esci, fra un minuto ho un altro appuntamento.> rispose, indicandomi la porta.

<Stronzo.> affermai mentre uscivo.

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