<Si, per favore> sussurrai.

Disse un "torno subito" e poi sentii i suoi passi allontanarsi da dietro la porta.

Io rimasi immobile, riflettendo se era stata una buona idea o meno. Il cibo poteva essere una scusa per riuscire ad entrare.

Non credo glielo avrei impedito. Magari proprio Luz avrebbe potuto darmi quell'affetto da me, tanto, voluto.

D'altra parte, loro sanno più di me, com'è fatto Axel, e quindi penso crederebbe se gli raccontassi ciò che é successo ieri sera.

Ma prima di tutto sono una 'famiglia', e qui ci si protegge a vicenda, anche se si è nel torto.

Quindi il mio tentativo di riscatto, potrebbe ritorcersi contro.

Scossi la testa, indecisa sul da farsi della situazione tragica creatasi.

Il mio turbine di pensieri, venne interrotto dal nuovo bussare alla porta.

<Sono io, Iris> si annuncio Luz.

Camminai cautamente verso la porta, e girai la chiave con molta lentezza, quasi assaporando quegli ultimi attimi di solitudine.

Aprii di poco l'uscio della porta. Volevo assicurarmi che fosse davvero sola.

Constatato ciò, l'aprii del tutto, per farla entrare. Luz si accomodò, poggiando un grande vassoio sul letto.

<Oggi Martin si é dato alla cucina. Questa qui, é la carbonara piú buona che potrai mangiare in vita tua>.

Il suo sorriso quasi mi abbagliava. Gettai uno sguardo al vassoio, sul quale vi era un piatto di pasta e delle carne accanto, con frutta e un bicchiere di acqua.

Ringraziai Luz con un cenno di capo. Vidi le sue labbra corrucciarsi, alle mie poche risposte positive.

Si avvicinò, e poggio la sua mano calda sulla mia fronte.

<Non sembra che hai la febbre> la guardai mentre passava la sua mano sulla faccia e sul collo.

Mi ritrassi, e lei mi gettò uno sguardo carico di preoccupazione a tale gesto.

<Cosa c'è tesoro? Ieri sembravi molto sconvolta. Se Axel ti ha fatto qualcosa, non esitare a dirlo>.

I suoi occhi illuminati di apprensione, provocarono un senso di sicurezza in me. Mi sentii in grado di dirgli tutto quello che era successo, per filo e per segno, con Axel.

Volevo farlo. Ma allora perché rimasi in silenzio?

Axel mi aveva davvero spaventato così tanto, da farmi perdere la voce? Il coraggio?

Scossi la testa, puntando la sguardo sul pavimento, non sapendo che fare.

<Io, ecco...> Nulla, il mio cervello non riusciva proprio a creare una frase di senso compiuto.

Luz, mi prese dolcemente per un braccio, e mi condusse sul letto dove ci accomodammo.

Ora che sento la morbidezza, stare sul pavimento per così tante ore non era stata una buona idea.

<Ieri, ho sentito quello che hai gridato ad Axel. Deve per forza averti fatto qualcosa> la guardai quasi pensierosa.

Non pensavo pensasse così male di Axel, deve aver fatto cose del genere già in precedenza.

<Non guardarmi così. Non mi piace parlare male dei miei figli. Ma per la scena di ieri, ci dev'essere una spiegazione>.

Deglutii, e sentii la gola bruciare. Mi sporsi e presi il bicchiere, scolando il contenuto in poche sorsate.

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